In Italia il problema dei soccorsi in montagna
per costi e danni, cresce continuamente
in modo proporzionale ai casi di difficoltà.
La tempestività negli interventi è molto
maggiore da parte dei professionisti.
di Mario Rosa
Gli addetti al settore, non indicano però la soluzione preferendo continuare a finanziare i soccorsi e le loro costose strutture invece di fare adeguata prevenzione, molto più economica ed efficace. Sebbene molti conoscono le soluzioni, non si adoperano per sottoporre propedeuticamente a formazione tutti i frequentatori dei monti, così da ottenere il necessario aumento di capacità, equipaggiamenti e consapevolezza con abbattimento dei casi di difficoltà, incidenti, smarrimenti e costi connessi. Troppe organizzazioni continuano volutamente a ignorare l’esempio delle associazioni speleologiche e subacque in testa che giustamente impongono la frequentazione di un corso prima di svolgere tali specialità non meno rischiose dell’escursionismo o alpinismo. L’ovvia proposta per risolvere questa grave situazione è che le associazioni di montagna a cominciare dalla maggiore e più vecchia (che alla formazione ha preferito il tesseramento), svolgano completi e unificati corsi adatti alla frequentazione degli ambienti montani.
Altrettanto ovvio è che le pubbliche amministrazioni finanzino tale attività formativa sottraendo denaro a quella di soccorso che in pochi anni ridurrà enormemente i suoi costi come accadrà anche per le spese sanitarie indotte dagli incidenti che da sole basterebbero a finanziare questa fondamentale attività socio-culturale-sanitaria con risparmi incalcolabili. Altro aspetto da risolvere, è stabilire se l’organizzazione di Soccorso Alpino e Speleologico composto da volontari deve continuare a ricevere finanziamenti pubblici per circa 20 milioni l’anno tra stato, regioni, provincie, comuni, comunità montane, ecc., ma utilizzare le squadre di professionisti già esistenti nella Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Guardia Forestale, Polizia, Carabinieri a cui eventualmente destinare quelle somme aumentando l’efficacia dei soccorsi. La tempestività negli interventi è infatti molto maggiore da parte dei professionisti visto che i volontari devono lasciare il lavoro e non sono in continua attesa e disponibilità per le emergenze. È stato calcolato inoltre che i 5500 volontari costano per addestramento ed equipaggiamenti, più dei 500 soccorritori professionisti, fornendo un’efficacia inferiore per i maggiori tempi di allertamento, attivazione e trasferimento e per continuità nell’intervento che non possono assicurare.
Altra parte importante di questa proposta è che le associazioni del settore includano nei corsi di formazione all’escursionismo, trekking, alpinismo ecc., nozioni di soccorso in modo che se durante le loro attività dovessero avvenire incidenti, smarrimenti o difficoltà, i componenti del gruppo sappiano intervenire senza bisogno di chiamare soccorso ottenendo interventi molto più economici, veloci, quindi spesso più efficaci. Dato che la quasi totalità degli escursionisti-alpinisti sono stati o sono iscritti ad associazioni del settore che se attivassero la scuola permanente di montagnismo, fornirebbero a tutti (come i subacquei e gli speleologi), una formazione adeguata anche al soccorso che permetterebbe di intervenire sia per emergenze nel proprio gruppo che per gruppi o individui incontrati sui percorsi con enorme risparmio di tempo e denaro, ottenendo anche maggiore efficacia. Tutto ciò si propone per lo stesso semplice motivo per cui in ogni paese civile, i cittadini sono formati al primo soccorso ottenendo enorme risparmio di vite e denaro visto che l’intervento immediato è quello più utile a evitare ulteriori danni!