Vicina eppur lontana la meta dei nostri sogni: la Turchia. Paese di indubbio fascino culturale (Istanbul) ma anche paesaggisticamente suggestivo (i camini delle fate della Cappadocia). L’immenso oriente turco gravita intorno al lago di Van, piccolo mare interno che dà vita a un altopiano aspro e riarso, racchiuso dai rilievi dell’Alto Tauro…
Il segno della storia è forte in Turchia, alveo di una civiltà che ci appartiene per cromosomi: il filo appassionato dello svolgersi dei secoli accompagna il visitatore di questo Paese in ogni suo angolo. Le moschee stupefacenti di Istanbul, il Topkapi e i suoi misteri, le immensità anatoliche che racchiudono ancora tesori inesplorati, colline che sono tumuli funerari di re dei quali si è persa ogni traccia e la matrice preistorica dell’alba delle civiltà. E ancora, le sterminate regioni dell’est affrontate da Alessandro Magno, dove l’Oriente si fa solitudine e destino come quello che ha condannato all’oblìo Antioco Commagene, che sognò imperi più grandi del suo sguardo, ma che ci ha lasciato un monumento enigmatico e colossale, il Nemrut Dag, di cui restano pietre evocatrici.
La costa turca, poi, racchiude un patrimonio archeologico inestimabile e sterminato; le spiagge insabbiano capitelli e spezzoni di quelle città meravigliose che allargarono in terra turca il segno della cultura greca. Ma la Turchia è anche il brulicare di folle nei bazar, la grande voglia di Occidente e la radice islamica, la dignità della memoria di Atatürk e l’interrogativo del domani. Immagini a caleidoscopio di una terra di bellezza cangiante e profonda, di un popolo caloroso e proteso, di un Paese che non si finisce mai di scoprire.
Turchia di Auretta Monesi (pagg.136, White Star Editore).