Sono gli anni che precedono la II Guerra Mondiale quelli che osserviamo attraverso gli occhi dei ricordi di una bambina tedesco-boema a Praga, gli anni dell’insurrezione in cui spietatamente e ferocemente le truppe sovietiche hanno espulso i cittadini di nazionalità tedesca.
Molto è stato scritto sulle tensioni fra cechi e tedeschi in Boemia, cominciate con la rivoluzione del 1948, sfociarono cento anni dopo nella catastrofe.
Erika Härtl nasce a Praga nel 1937 da una famiglia di etnia tedesca. Vive sola con la madre nell’appartamento al n° 15 della Caslvaska Ulice, che viene espropriato in seguito all’insurrezione del maggio 1945. Separata dalla madre, viene internata in un Lager e poi custodita da parenti cechi fino a marzo 1946. Finalmente ricongiunta alla madre, viene deportata nell’aprile 1946 nella Germania Occidentale distrutta dalla guerra.
Questo libro racconta il dramma dei tedeschi boemi, strappati alla loro terra e deportati per il solo fatto di avere origini germaniche. Un’altra vicenda di minoranze perseguitate, di pulizia etnica, in un’Europa che solo a prezzo di grandi tragedie ha costruito, in questo difficile dopoguerra, la sua unità.
Praga Caslavska 15 di Erika Harti Coccolini, (pagg. 252, Aliberti Editore).