Avventurarsi in un’impervia regione dell’Iran infestata dai briganti, andare alla ricerca del famigerato castello della setta degli Assassini, sfidare il freddo, la fatica e la fame per conquistare una vetta ancora inviolata: imprese che paiono rischiose a chiunque. Provate a immaginare che ad affrontarle sia una donna europea, sola, negli anni Trenta, e allora potrete farvi un’idea di chi fu Freya Stark e di come sia diventata una delle più dotate e lette scrittrici di viaggi.
Con lo scopo dichiarato di scovare reperti archeologici, ma in realtà spinta dalla pura passione per il viaggio, Freya Stark pianificò la sua prima esplorazione in Persia, da Baghdad fin nell’arretrato Luristan, nella regione del Pusht-i-Kuh e nella valle degli Assassini. Accompagnata da guide locali, ora diffidenti e ostili, ora amichevoli e generose, spostandosi a cavallo, a dorso di mulo e persino a piedi, la Stark percorse deserti, guadò fiumi, scalò montagne e visitò tribù nomadi poverissime, affrontando disagi con un’energia e un coraggio che l’avrebbero resa leggendaria.
“Nel mezzo delle devastazioni della civiltà, il Luristan è ancora un nome incantato. I suoi fiumi sono nient’altro che file di puntini blu sulle carte geografiche e la posizione delle sue colline è una questione di gusto. È ancora un paese per l’esploratore il quale va in cerca dell’impossibile, poi parte e lo fa. Per conto mio, io non ho fatto gran che perché sono penetrata soltanto per un breve tratto in quella parte del paese in cui si corre meno il rischio di essere assassinati…”
Il giudizio di Alberto Moravia: “Freya Stark è quel personaggio piuttosto raro dell’esploratore dotato di cultura e di sensibilità e perciò capace di riportare le proprie impressioni in maniera creativa.”
Le valli degli assassini di Freya Stark (pagg. 324 Editore: Guanda collana Biblioteca della Fenice).