Fra il romanzo ed il resoconto storico, Il grande gioco di Hopkirk ci riporta ad un fatto realmente accaduto in una mattina di giugno del 1842, al centro della contesa fra russi ed inglesi, per i territori dell’Afghanistan.
Sotto gli occhi di una folla silenziosa, i due ufficiali furono costretti a scavarsi la fossa, poi a inginocchiarsi e prepararsi a morire. Il colonnello Stoddart, dopo aver denunciato ad alta voce la tirannia dell’emiro, fu decapitato per primo. Quindi il carnefice si volse a Conolly e lo informò che l’emiro offriva di risparmiargli la vita se avesse abiurato il cristianesimo e abbracciato l’islam.
Consapevole che la conversione forzata non aveva salvato Stoddart dalla prigionia e dalla morte, Conolly, cristiano devoto, rispose: “Il colonnello Stoddart era musulmano da tre anni e lo avete ucciso. Io non diventerò musulmano e sono pronto a morire”. Porse il collo al carnefice, e un attimo dopo la sua testa rotolò nella polvere accanto a quella dell’amico.
Il grande gioco di Peter Hopkirk (pagg. 624, Adelphi Editore).