Con una prosa limpida e dai toni profondi Paolo Rumiz ci riporta agli incanti dell’Oriente perduto, da quello dietro l’angolo (il Bosforo, la Sava, il mar Nero) a quello più lontano misterioso, inaccessibile. Alla riscoperta di un modo di viaggiare dimenticato, perchè come l’autore ci fa notare, ormai, “si è smesso di viaggiare: ci si sposta”.
L’hanno bombardato a Sarajevo, espulso dal nostro immaginario, poi l’hanno rimpiazzato con un freddo monosillabo astronomico: Est. Ma l’Oriente era un portale che schiudeva mondi nuovi, l’Est è un reticolato che esclude.
È Oriente di Paolo Rumiz (pagg. 200, Feltrinelli Editore).