La Tuscia Romana, anche detta
Etruria Meridionale. “Qui rise l’etrusco…
guardando la marina” (Cardarelli).
di Andrea Fioretti
Di Viterbo abbiamo già parlato nel n° 6/2003. Da qui inizia il nostro vagabondare sulle tracce degli Etruschi e la prima tappa è Tuscania, sapientemente restaurata dopo il terremoto del 1971 ha ripreso il primitivo aspetto medievale cinto da oltre 3 Km di mura.
All’esterno di queste, su un poggio erboso, vigilano sull’abitato le due chiese romaniche di S. Pietro e S. Maria Maggiore. Di entrambe non mancate la visita.
Uscendo dalla cittadina per la via N. Sauro verso il lago di Bolsena, troverete le indicazioni per le necropoli etrusche della Peschiera e di Pian delle Mole. Proseguendo raggiungiamo, Marta con il rinascimentale Palazzo Farnese poi Capodimonte con l’ottagonale Castello Farnese.
Curiosità: al n° 3 di via S. Sebastiano, in una vasca è conservata una piroga scavata in un tronco, di epoca protostorica. Da Capodimonte importante l’escursione all’Isola Bisentina.
Anche qui un Palazzo Farnese e la chiesa dei SS. Giacomo e Cristoforo, attribuiti ad Antonio da Sangallo il Giovane; due delle cappelle sulla strada che sale al monte Tabor hanno affreschi della scuola di Benozzo Gozzoli. A Valentano la Rocca Farnese domina il paese; notevole il panorama dal piazzale S. Martino sul quale si affaccia la Collegiata. Ischia di Castro, il palazzo Ducale non è visitabile mentre interessante il Museo Civico con reperti dalle necropoli etrusche di Castro.
Farnese cittadina di architettura in parte medievale ed in parte rinascimentale, merita una passeggiata per poi proseguire per le Rovine di Castro.
Questa cittadina, capitale dell’omonimo ducato, ebbe notevole importanza fino al 1649 quando fu rasa al suolo dall’esercito del Papa. Nelle vicinanze una necropoli etrusca con tombe ipogee ed un cimitero di epoca romana con tombe a colombario. Nell’Abbadia di Vulci, nel medioevo trasformata in castello, ha sede il Museo Nazionale di Vulci che raccoglie, da non perdere, reperti che vanno dall’epoca villanoviana a quelli greco-corinzi, etrusco-corinzi, attici, etruschi a figure nere e rosse nonchè il corredo della tomba detta Partenaica.
All’ingresso dell’Abbadia il medievale Ponte di Vulci, strettissimo, in curva, tanto che sulle spallette profondi incavi segnano il punto dove i mozzi dei carri andavano a strusciare.
I piloni sono di epoca romana mentre per la costruzione è evidente l’uso di materiale etrusco di recupero. Nelle vicinanze gli scavi della città etrusco-romana di Vulci nella quale si riconosce il tracciato del Decumano con la base del tempio grande ed il complesso residenziale conosciuto come domus del criptoportico. Nella necropoli, estesissima, la tomba Francois e quella, di dimensioni imponenti detta la Cuccumella.
Per la visita a Tarquinia riservatevi un po’ di tempo ed affidatevi alla fedele Guida Touring; non ve ne pentirete. Oltre a ciò che potrete vedere a Palazzo Vitelleschi che ospita il Museo Nazionale Tarquiniense, imperdibile, le pitture della Necropoli dei Monterozzi vi lasceranno senza fiato.
Notizie pratiche
Itinerario:
Viterbo-Tuscania: provinciale, indicazioni; Km 24. Tuscania-Marta: provinciale, indicazioni; Km 15. Marta-Capodimonte: provinciale; Km 2,5. Capodimonte-Valentano: provinciale; Km 9. Valentano-Ischia di Castro: provinciale; Km 8. Ischia di Castro-Farnese: ancora sulla provinciale; Km 3,5. Farnese-Rovine di Castro: stessa provinciale fino alla cantoniera, poi indicazioni; Km 7. Rovine di Castro:-Abbadia di Vulci: indietro fino a Ischia di Castro, qui a sx per Montalto fino al bivio a dx con le indicazioni di Vulci; Km 32. Abbadia di Vulci-Vulci: seguire le indicazioni; Km 2. Vulci-Tarquinia: indietro sulla provinciale fino alla SS 312 che imbocchiamo a dx verso Montalto di Castro, qui prendiamo a dx la SS 1 Aurelia; Km 32. Km totali circa 135.
Anche il palato vuole la sua parte (ed anche questo è cultura). La gastronomia della provincia di Viterbo propone piatti basati sui prodotti locali come la cacciagione, l’acquacotta di derivazione maremmana, la pasta e fagioli che qui prende il nome di “imbracata”, le pappardelle al sugo di lepre mutuate dalla confinante Toscana, il “fieno”, tagliatelline all’uovo sottilissime. Sul lago di Bolsena prelibate le ricette dei pesci di lago quali le anguille, il coregone, il persico reale, i lattarini; fortunato chi riesce ad assaggiare la minestra di tinca. Non possono mancare formaggi e salumi. Struffoli, tozzetti, ciambelle all’anice, maritozzi concludono il pasto, magari accompagnati da un buon Aleatico di Gradoli.
Indirizzi ghiotti: Gastronomia Cencioni a Viterbo Via Cairoli 18, prodotti del territorio ed anche tipicità italiane.Gastronomia da asporto. Emporio Enogastronomico F.lli Menghini Viterbo Via C. Dobici 33, sottoli, patè, vini ed oli della provincia di Viterbo.