Contribuiamo a ridurre l’inquinamento
atmosferico. Economizzare sui
consumi si puo’, si deve e conviene.
Consentiteci qualche suggerimento
dettato dall’esperienza.
di Franco Liboa
Utilizzare meno acqua significa poterne imbarcare meno, quindi viaggiare più leggeri. Economizzare la corrente consente di avere più ampere a disposizione, aumenta l’autonomia in sosta libera e giova alla salute delle batterie. Risparmiare il gas ne riduce il consumo ed il tempo ai fornelli, dedicando più ore ad attività più piacevoli ed invitanti. Anche in questo caso può diminuire il peso a bordo ed avere più spazio disponibile. Viceversa bruciare meno carburante è soprattutto un beneficio tangibile per il portafogli, e contribuisce a ridurre l’inquinamento atmosferico. Comunque l’insieme di questi risparmi, oltre a contenere sostanzialmente le spese, si traduce anche in leggerezza e maggior autonomia del veicolo. Vediamo come fare e quali accorgimenti adottare per ottenere risultati concreti.
L’ IMPIANTO IDRICO – In genere la capacità del serbatoio delle acque pulite, installato di serie, contiene circa 100 litri, spesso considerati insufficienti, tanto che molti si affrettano a montarne un secondo, di capacità pressoché analoga, se c’è lo spazio.
Ma averne due induce a riempirli entrambi; così si dispone di un quantitativo maggiore e si è più tranquilli, senza considerare che sono raddoppiati i pesi, e non è cosa di poco conto! Non solo, per alcuni vale la teoria che alla capienza delle acque pulite debba corrispondere quella delle grigie, altrimenti si rischia di veder traboccare le acque di recupero, per cui occorre un ulteriore contenitore e di buona capienza naturalmente.
Ma non si considera che ogni litro d’acqua equivale a 1 Kg; ed in questo modo si moltiplicano i pesi a bordo, esaurendo la già risicatissima portata utile (se ancora ce ne fosse con il solo equipaggio a bordo). È vero quattro persone necessitano di più acqua rispetto a due; ma è altrettanto vero che occorre saperla usare, centellinandola oculatamente.
Quindi strozzare drasticamente il flusso dai rubinetti, per fare uscire solo un “filino”d’acqua. Ma normalmente la pompa inizia a singhiozzare, attacca e stacca “a raffica”, come una mitragliatrice, un fenomeno che influisce negativamente sulla vita della pompa stessa.
Nel frattempo salgono i consumi elettrici, perché quando la pompa “parte” ha notevoli picchi di assorbimento, che si ripercuotono anche sulla batteria dei servizi. Inoltre si creano tanti colpi d’ariete nelle tubazioni idriche, che non giovano alla salute dell’impianto ed infine il flusso idrico non è regolare.
Per eliminare tutti questi inconvenienti occorre installare un vaso di espansione nell’impianto idrico (una piccola autoclave), che inspiegabilmente quasi nessun costruttore monta di serie.
È un accessorio, o meglio un componente, che costa pochissimo, (intorno ai 25 euro l’A 20 della Fiamma) per un utente che ne acquisti un singolo pezzo, e i vantaggi che offre sono enormi. In primis consente di poter avere una minima quantità d’acqua con flusso costante dai rubinetti (risparmio idrico); evita continui interventi della pompa, si economizza corrente eliminando i picchi elevati negli assorbimenti elettrici.
Poi riduce drasticamente i colpi d’ariete nell’impianto idrico, con miglior salute dello stesso. Di conseguenza la riduzione del flusso si traduce visibilmente in minori quantità d’acqua. Il vaso di espansione va inserito a valle della pompa, sul tubo dell’acqua fredda, prima della biforcazione tra cucina e toilette. Montarlo è semplice e averlo equivale quasi al raddoppio di un serbatoio. Inoltre nelle operazioni di igiene personale e lavaggi vari, bisogna abituarsi a non lasciare fluire sempre acqua dai rubinetti, ma solo nei momenti in cui serve.
Qui possono aiutarci validamente le fotocellule (anche queste da installare), che fanno uscire l’acqua solo quando poniamo le mani sotto ai rubinetti. Ma esistono anche gli interruttori meccanici di flusso (del costo di una decina di euro l’uno), che si avvitano alla bocca dei rubinetti stessi. In pratica sono terminali dotati di un’appendice plastica flessibile e pendula, che in stato di riposo impedisce l’uscita del fluido.
Invece toccandola e spostandola con le mani l’acqua sgorga. Poi, tolte le mani, torna nella posizione centrale e si arresta l’uscita dell’acqua.
Di conseguenza per un sensibile risparmio idrico il vaso di espansione dovrebbe essere sempre presente, e in aggiunta adottare anche le fotocellule, o gli “interruttori di flusso”.
Comunque abituiamoci al risparmio. I grossi rifornimenti d’acqua non occorrono, ci sono tante fontane per strada, salvo non si debbano attraversare deserti. Per un fine settimana (non estivo) possono essere sufficienti una sessantina di litri, o poco più,in base all’equipaggio.
Inoltre cerchiamo di scaricare quotidianamente le acque grigie; è meno complicato di quanto non si pensi ed evita di portarci appresso un fardello tanto pesante quanto inutile. Infine facciamo attenzione pure nell’uso del WC; occhio alla… mira!
Risparmieremo acqua, carta e fatica inutile per pulire la tazza. Teniamo anche presente che per togliere residui organici nel vaso, conviene usare la carta igienica con le mani e non lo spazzolino, come a casa; così non avremo un altro attrezzo da pulire (e altra acqua da consumare). Soprattutto insegnamo le procedure corrette ai bambini; apprendono velocemente e, una volta imparato, si comportano meglio di tanti adulti, credetemi!
Con tutti questi accorgimenti evitiamo di montare serbatoi, tubazioni, giunzioni, rubinetterie, indicatori di livello, ecc., che oltre ad essere inutili e costosi, inducono a caricare, a consumare senza risparmio e… pesare esageratamente. Ricordiamo che i 35 Q sono il limite della patente B. Superarlo, oltre al sovraccarico, significa guidare un veicolo per il quale non si è abilitati.
L’IMPIANTO ELETTRICO – TV megagalattiche, autoradio stereo con una pletora di altoparlanti (ovviamente), videoregistratori, lettori di DVD, computer, giochi elettronici vari, asciugacapelli potenti, forni a microonde e non, condizionatori, e chi più ne ha più ne metta. Oggi a bordo c’è veramente di tutto, anzi troppo. Se siamo allacciati alla corrente di rete di un campeggio forse potremmo farcela (condizionatori a parte), ma se dobbiamo contare sulle batterie la musica cambia. In compenso ci sono i gruppi elettrogeni, che sono rumorosi, puzzano, inquinano, disturbano i vicini, e sono anche vietati. Per carità fermiamoci qui, anzi facciamo parecchi passi indietro e torniamo a cose semplici, considerando innanzitutto le utenze essenziali: illuminazione, pompa dell’acqua, riscaldamento (con circolazione forzata dell’aria calda), cappa aspirante, e qualche ventola. Ma, volendo essere magnanimi, anche un TV color di modesto consumo.
L’illuminazione di bordo un tempo era affidata a lampadine ad incandescenza a 12 V c.c. di tipo automobilistico (come quelle degli stop), che assorbivano circa 1,8 A. Poi ecco i primi tubi fluorescenti, non troppo belli ma di minor consumo, diciamo da 0,8 a 1,5 A. Però rapidamente si sono evoluti migliorando le prestazioni ma incrementando gli assorbimenti, che arrivano anche a superare i 2 – 3 A. Ma il passo successivo (catastrofico) si ha con i faretti alogeni, di varia potenza. I più diffusi sono quelli da 10 W ma ne esistono di più potenti. È vero, fanno molta luce ma consumano più di 2 A ognuno, scaldano molto, anzi troppo, con il rischio di ustioni a toccarli (specie per i bambini) e, non di rado quelli ad incasso nelle pareti, o nel tetto, tendono a “squagliare” la coibentazione. Ma sono belli a vedersi, specie se ne accendiamo più di uno; fanno molta scena. Peccato che succhino energia come sanguisughe, con effetto negativo sulle batterie di bordo. Ma sono di moda e costituiscono il sistema di illuminazione prevalente. Infine ecco la rivoluzione (questa volta positiva): i Led, punti luce molto luminosi e dal consumo irrisorio; basti pensare che un “faretto”composto da 12 Led assorbe solo 0.21 A. Si, 10 faretti di questo tipo consumano quanto uno solo alogeno. Inoltre i Led non scaldano, hanno una vita che può arrivare anche a 100.000 ore e possono sostituire con estrema semplicità i complessi alogeni. In commercio esistono appositi kit, grazie ai quali l’utente può effettuare l’intervento. L’importante è verificare, prima dell’acquisto, che le dimensioni del faretto siano identiche a quelle del kit sostitutivo. Comunque qualche lampada fluorescente conviene lasciarla, in quanto emettono una luce diffusa ed in genere più calda. I led invece hanno un fascio più stretto e direzionale. Comunque, a parte il tipo di lampade, permetteteci qualche suggerimento.
Consigli utili 1) Non accendere lampade se non indispensabili e cercare di evitare l’uso di più punti luce contemporaneamente. Il camper non è il salone delle feste.
2) Limitare l’uso di radio, TV, audiovisivi, ecc. e tenerne basso il volume. Si economizza corrente, non si danneggia l’orecchio e non si infastidiscono i vicini.
3) Cercare di evitare l’impiego di giochini elettronici, play station e simili, specie ai bambini. Oltre a risparmiare corrente si disintossica il cervello.
4) Controllare spesso l’efficienza e lo stato di carica delle batterie servizi e motore. Una batteria carica, in stato di riposo (quando non eroga corrente) deve avere una tensione di almeno 12,7 V. Attenzione però al suo comportamento in fase di lavoro. Non deve avere notevoli cali di tensione e cessando il funzionamento delle utenze dovrebbe riportarsi al valore precedente, o quasi. È importante che la tensione non scenda mai sotto ai12 V. Fra l’altro più la tensione diminuisce e più aumentano gli assorbimenti di una stessa utenza. Comunque occorre tener presente che una scarica profonda, con tensione a 10 V o peggiore, toglie un 10% circa alla capacità totale della batteria. Se era da 100 A/h diventa da 90. Ma dopo alcune ripetizioni del fenomeno l’accumulatore è seriamente compromesso e da sostituire.
5) Attenzione all’installazione e all’uso degli inverter, perché assorbono corrente (e non poca, anzi troppa se sono di una certa potenza). Quindi prudenza, perché non ci vuole molto per “distruggere” una batteria.
PRODURRE CORRENTE – Due sono i sistemi: il gruppo elettrogeno (o generatore di corrente) e i pannelli fotovoltaici. A voi la scelta. Noi facciamo le nostre considerazioni e ci permettiamo qualche consiglio.
I gruppi elettrogeni “seri” sono di buona potenza, quindi offrono molta corrente e, oltre alle varie utenze, consentono anche di alimentare un condizionatore, altrettanto serio.
Quelli “da poco” sono solo soldi buttati. Il rovescio della medaglia è che puzzano, inquinano (e non poco), sono rumorosi, disturbano i vicini, in diversi campeggi sono vietati, ma la legge non li prevede, dato che è proibito tenere un motore acceso su una macchina ferma. E il generatore è pur sempre un motore. Di conseguenza non ne parliamo e, come opinione personale li sconsigliamo.
I pannelli fotovoltaici costituiscono un sistema assolutamente ecologico, pulito, silenziosissimo, di energia rinnovabile, a costo zero (una volta acquistati ed installati). Sono senza manutenzione, salvo lavarne periodicamente la superficie esposta al sole; hanno una vita in genere superiore a quella del camper, (oggi li garantiscono per “un quarto di secolo”). Qui il rovescio della medaglia è che la corrente prodotta non è sufficiente per il funzionamento di un condizionatore.
In ogni caso con un buon pannello da 100 W, una buona centralina di regolazione e carica, un impianto fatto a regola d’arte, due batterie servizi valide, uguali in capacità ed età, poste in parallelo, sapendo usare con attenzione le utenze di bordo ed economizzando al massimo l’energia, si riesce ad ottenere quasi l’autosufficienza del camper.
Sono in grado di affermarlo con cognizione di causa, occupandomi ed usando i pannelli con piena soddisfazione, fin dal 1985. Ad ogni modo al sistema fotovoltaico dedicheremo un ampio servizio in autunno.
Per il momento, per ragioni di spazio, ci dobbiamo fermare qui. Nel prossimo numero ci occuperemo di risparmio di gas e di carburante. Buon Viaggio.