È opportuno dotarsi degli arnesi giusti.
Un’operazione da fare con
attenzione, precisione e senza fretta.
di Franco Liboa
Dopo aver studiato le possibili ubicazioni delle bici a bordo del nostro mezzo, abbiamo optato per la soluzione classica e più diffusa: il portabici posteriore esterno.
Esaminato lo spazio disponibile sulla parete del veicolo (Mobilvetta mod. Opera) e seguendo le direttive della casa costruttrice dello stesso, era necessario un portabici con struttura di aggancio molto compatta, soprattutto di altezza ridotta. Tra i prodotti oggi in commercio abbiamo scelto il CARRY-BIKE PRO C, della FIAMMA, un modello robusto, che rientra, come punti di ancoraggio, nelle direttive della Mobilvetta per questo mezzo.
ISPEZIONI PREVENTIVE – Comunque prima di procedere abbiamo fatto le dovute verifiche.
1) Con l’ausilio di un martelletto a testa sottile e slanciata abbiamo “radiografato” esternamente la parete, riscontrando che la posizione dei punti nei quali esistevano regoli di legno in intercapedine corrispondesse con i disegni forniti dalla casa.
2) Poi abbiamo esaminato la situazione dal lato interno del mezzo, per accertarci dei possibili impedimenti. La metà destra della parte posteriore (guardando da dietro) è occupata dal vano toilette, rivestito in termoformato in materia plastica, da non forare; quindi non utilizzabile. Di conseguenza il portabici va decentrato ed ancorato sulla metà sinistra della parete.
3) I fori per i bulloni degli attacchi rimangono sotto al letto matrimoniale, in posizione libera, agevole per posizionare le contropiastre interne e stringere i relativi dadi.
4) Misure alla mano, abbiamo controllato che il punto prescelto per il montaggio fosse idoneo, senza correre il rischio che a lavoro ultimato le bici potessero debordare minimamente dalla sagoma della parete.
Ciò in considerazione del decentramento a sinistra; anche se questo ed altri modelli prevedono il possibile slittamento laterale delle canaline sulla struttura di supporto.
ULTERIORI ACCORGIMENTI – Considerando che questo modello ha una superficie di aggancio molto compatta rispetto allo sviluppo dell’intera struttura, abbiamo voluto interporre tra la parete e ogni punto di ancoraggio una piastra in alluminio (mm 150 x 60, spessore mm 3) che ci siamo fatti tagliare da un’officina.
Ciò allo scopo di aumentare la superficie di appoggio, distribuendo meglio il carico e gli sforzi che si creano per le sollecitazioni dovute al moto, in viaggio. Inoltre tra la parte esterna della parete e queste piastre abbiamo messo una striscia di Terostat, un sigillante autoadesivo particolarmente tenace, per un’ulteriore impermeabilizzazione, inalterabile nel tempo, nei punti di penetrazione dei bulloni.
Anche dal lato interno abbiamo utilizzato altrettante contropiastre in alluminio, oltre a quelle in ferro già comprese nel kit in dotazione al portabici.
Così, a nostro avviso, abbiamo incrementato la robustezza complessiva. Inoltre abbiamo preparato una dima di cartone, grande quanto la base del portabici, sulla quale abbiamo riportato le impronte dei piedini di ancoraggio, con le indicazioni dei punti da forare.
L’OCCORRENTE PER IL MONTAGGIO – Non serve una specifica attrezzatura; bastano poche cose.
Un doppio metro flessibile metallico, o uno rigido, a segmenti.
È utile pure una riga lunga circa un metro. Una squadra di media grandezza ed una livella a bolla. Una matita morbida, con punta affilata, una gomma ed un notes.
Un trapano elettrico con il mandrino a rotazione variabile, in grado di lavorare a basso numero di giri. È sufficiente un tipo a batteria, che non richiede la corrente di rete, compatto e leggero.
Un piccolo set di punte da ferro, di misura idonea a quanto previsto dalle istruzioni allegate al portabici.
Una lima a sezione tonda ed una piana, per togliere eventuali sbavature lasciate dai fori, e/o per altre necessità. Un robusto chiodo d’acciaio, appuntito, quale bulino, per segnare ed incidere esattamente i punti da forare ed un martello. Alcune chiavi per serrare i dadi dei bulloni; n° 10 nel nostro caso.
Un rotolino di nastro adesivo in carta, da carrozziere.
Qualche straccetto ed un po’ d’alcol, per pulizie varie.
NOTA: conviene essere in due persone, per vari motivi.
L’ESECUZIONE DEL LAVORO
1) Stabilita esattamente la posizione in cui andrà montato il portabici, abbiamo appoggiato la dima di cartone alla parete, fissandola momentaneamente con il nastro adesivo.
2) Con la matita segniamo con precisione gli 8 punti da forare: 4 per le due staffe superiori e 4 per le inferiori. Poi si toglie la dima. Quindi con la riga rigida controlliamo l’allineamento dei 4 punti e con la bolla verifichiamo l’orizzontalità del tutto in rapporto a quella del camper.
3) Con il bulino “punzoniamo” solo i punti per gli agganci superiori, perché precauzionalmente prima montiamo le due staffe in alto. Dopo presenteremo il portabici e verificheremo che tutto coincida per installare quelle inferiori. 4) Conviene fare i fori prima con una punta piccola (noi abbiamo usato una da 3 mm), successivamente, con un paio di diametro maggiore si arriva a quella prevista dal disegno di montaggio. In questo modo si può rimediare a qualche piccolo errore nell’esecuzione dei buchi.
ATTENZIONE: uno dei motivi di essere in due è perché mentre chi usa il trapano cura che la punta sia perpendicolare alla parete in senso laterale (destra sinistra), l’altro osserva la perpendicolarità in senso verticale (alto basso).
5) Fatti i 4 fori eseguiamo un montaggio di prova (a secco), per accertarci che tutto collimi: bulloni, supporti di aggancio, piastre supplementari, contropiastre e dadi.
A questo punto, messo il Terostat sulla piastra in alluminio, passiamo all’installazione definitiva.
Quindi stringiamo i dadi, ma senza serrare “a morte”. Intanto il sigillante, stretto tra piastra e parete, si espande e comincia a debordare leggermente.
Verrà poi tolto tra qualche giorno, dopo la stretta definitiva,con molta calma ed attenzione, utilizzando un taglierino molto affilato (a lama nuova).
6) Appendiamo il portabici e controlliamo che la posizione degli agganci inferiori corrisponda con i punti segnati per l’applicazione delle relative staffe ad “U”. 7).
Ripetiamo la procedura di foratura ed installazione degli attacchi inferiori. Il nostro portabici è in opera e praticamente pronto all’uso, perché a distanza di un paio di giorni si stringeranno definitivamente i dadi.
NOTA: come consigliato dalla casa prima di ogni partenza e in viaggio, conviene controllare periodicamente che tutto sia a posto.
QUALCHE CONSIGLIO UTILE – Le bici devono essere ben bloccate alla struttura, anche con sistemi supplementari, quali robusti elastici o cinghie per bagagli, specifici cavi d’acciaio plastificati e chiusi con lucchetti. Inoltre per proteggere il carico è quanto mai consigliabile utilizzare appositi copribici.
Non si sporcheranno, saranno al riparo da smog ed agenti atmosferici e da… sguardi indiscreti, tenendo presente che occhio non vede…
Da non dimenticare il cartello dei carichi sporgenti, che il codice prevede sia tutto catadiottrico. Infine non superare mai il limite di peso previsto e moderare la velocità. Buon viaggio!