Un avvenimento come
l’Expo2015Milano
abbiamo deciso di
raccontarlo con tante
immagini come
un Grande Viaggio
di Luciano Tancredi
L’Expo ha aperto le sue porte al pubblico il 1° Maggio, ad alcuni amici camperisti che l’avevano visitata abbiamo chiesto quali fossero le loro impressioni sull’esposizione internazionale che in quest’edizione è stata incentrata sull’alimentazione e l’ambiente.
Ognuno di noi però quando visita questo tipo di manifestazioni lo fa con un approccio personale, meglio allora non seguire alla lettera i consigli di amici e conoscenti di privilegiare alcuni paesi e di non visitarne altri.
La scelta da inviato di una testata come iTimoni che da oltre 23 anni si occupa di viaggi di ogni tipo, è stata dettata dalle mie curiositá verso l’architettura e l’arredamento, e verso le scelte comunicative dei singoli stati attraverso le quali hanno voluto raccontare cosa stanno facendo per risolvere i problemi della fame nel mondo e della difesa dell’ambiente.
Molti stati hanno, infatti, deciso di mostrare dei filmati nei propri stand, riuscendo a incuriosire il pubblico con un approccio simile a quello di un turista o di un camperista.
Particolarmente
interessante quello
nel padiglione dell’Iran.
Il video mostra
in modo
dettagliato
le incredibili
bellezze naturali,
archeologiche
e artigianali
del paese.
Così incuriositi dal filmato abbiamo scoperto che all’interno dello stand c’è tra le altre, la scultura del poeta, scienzato matematico e musicista Omar Khayyam.
https://youtu.be/5hcLHJ9SoTw
Il poeta persiano
del XII secolo
famoso per
la frase che forse meglio di tutte incarna lo spirito dei camperisti:
La vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte…
Personalmente ho visitato in tre giorni oltre 26 padiglioni:
Azerbaijan, Bangladesh, Camerun, Cina, Cuba, EAU, Francia,
Germania, GB, Italia, Israele,
Il tesoro d’Italia, Kazakistan, Kuwait, Lindt Maître Chocolatier, Myanmar
(Birmania), Olanda, Repubblica Ceca, Regioni italiane, Save the Children,
Sierra Leone, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Vietnam, Venezuela.
Ho trovato più interessanti i padiglioni della: Cina, EAU,
Francia, Germania, Italia, Save the Children, Turchia.
La Cina
ha presentato
un padiglione
particolarmente
grandioso
con un’architettura
che ricorda le
antiche costruzioni
cinesi in legno,
con un percorso
tra piante e
prodotti tipici
di quella terra.
Hanno inserito degli steli alti in alluminio colorato di marrone per ricordare la tradizione cinese del bambù. Questi erano sormontati da un elemento luminoso in fibra ottica che ricordava solo vagamente una lampada.
In realtà salendo lungo una scalinata che portava al piano superiore, c’era una distesa di queste luci, che con un gioco programmato creavano delle figure colorate, e muovendosi davano vita a delle costruzioni che salivano dal basso fino a diventare delle moderne città con dei grattacieli altissimi. Molto bello e ben riuscito l’evolversi di quest’antico paese.
Qui i filmati mostrano la coltivazione a terrazzo del riso, che anticamente serviva anche a contenere i danni che può fare l’acqua in certe zone del mondo, se l’uomo non usasse l’ingegno per gestirle a proprio beneficio con l’intelligenza e la creatività.
Gli Emirati Arabi Uniti, hanno realizzato a mio parere uno degli stand più belli.
Gli architetti hanno voluto con il movimento, il colore ed
il percorso ricordare la natura aspra e desertica di questo paese utilizzando delle imponenti strutture di 12 metri le quali
rievocano sia le stradine messe in ombra degli insediamenti
storici degli Emirati Arabi Uniti che le magnifiche dune
di sabbia dei suoi deserti.
La cultura tradizionale e i valori che essa ispira, il calore e l’ospitalità degli Emirati, la convivialità del cibo e un tecnologico ambiente multimediale si combinano per offrire un’esperienza divertente e stimolante.
Con questo filmato degli EAU, viene raccontata la storia di Sara e della sua la famiglia, mostrando come quest’antico paese riesce a rapportarsi bene con il suo sviluppo e con quello del resto del mondo.
Con l’utilizzo dell’acqua del mare desalinizzata,
o di tecniche particolari per il risparmio dell’acqua
come l’irrigazione a goccia,
gli Emirati Arabi Uniti
non solo hanno voluto
informare ma anche
ispirare il mondo
per un impegno
verso il cambiamento.
All’interno dello stand inoltre è possibile scoprire gli interessanti progetti in vista del World Expo del 2020 che verrà ospitato proprio dagli Emirati Arabi Uniti.
La Francia ha presentato
la propria agricoltura,
la pesca e i prodotti
agroalimentari, intesi
come risposta scientifica,
tecnologica e sostenibile
al tema generale
dell’Esposizione
Universale
“Nutrire il Pianeta.
Energia per la vita”.
Oltre ad essere
un luogo simbolico
per lo scambio
e la produzione,
la Francia
è anche un esempio
d’innovazione
architettonica e sta
affrontando la sfida
“produrre di più” e
“produrre meglio”.
Il design del Pavilion (video) trae ispirazione da Les Halles e dai padiglioni di Baltard, realizzati nella seconda metà dell’Ottocento su volere di Napoleone III per il grande mercato coperto parigino.
Il padiglione è realizzato interamente in legno, si sviluppa su tre piani e sui soffitti sono appesi i prodotti agroalimentari tipici per ricreare l’ambientazione “rovesciata” del territorio modellato dagli agricoltori. Infatti, la configurazione del padiglione deriva da un’immagine tridimensionale di un terreno con rilievi e depressioni, sezionata e rovesciata per mostrarne l’interno ricco di concavità e convessità.
Il tour del padiglione inizia dal labirintico giardino, dove sono in mostra la diversità e la molteplicità dei paesaggi delle regioni francesi. All’interno il viaggio si sviluppa tra i pilastri della grande volta centrale, in cui il visitatore può vivere esperienze sensoriali, tattili e olfattive. Una grande e panoramica terrazza invece ospita una vasta varietà di piante aromatiche.
L’agricoltura di domani consentirà quindi di aumentare la produzione alimentare preservando le risorse naturali. Oltre alla qualità del suolo e dell’aria, particolare attenzione dovrà essere prestata alla gestione delle risorse idriche sia da un punto di vista quantitativo che qualitativo.
Infine, spesso trascurato o sottovalutato, verrà preso in considerazione il ruolo vitale dei microrganismi (nella vita del suolo, nel rafforzamento delle difese naturali negli esseri umani o negli animali, o nella produzione di alimenti come il formaggio, il pane o il vino).
Il progetto vuole
affermare quindi come
la tecnologia e l’innovazione
non sono in conflitto con
la produzione di cibo
di qualità, né con la
salvaguardia del gusto
e della tradizione.
L’esposizione
inoltre mostra anche
vari aspetti della chimica
organica, la cui ricerca
mira in particolare ad ottenere il livello “rifiuti zero” basato sulla trasformazione dei vegetali o dei prodotti di origine animale e a valorizzare le materie prime agricole provenienti da altri settori.
Il padiglione della Germania intitolato
“campi di idee” è immenso e si sviluppa su una superficie di
quasi 5000 mq.
Entrando ci hanno consegnato un cartoncino simile a quelli da imballaggio, e aspettando l’ingresso tutti cercavamo di capire a cosa servisse.
Abbiamo scoperto che il foglio pieghevole “intelligente” in cartone, chiamato “seedboard”, serviva per interagire con una serie di tavoli elettronici, sopra i quali aprendolo (non più di 3 persone per volta) venivano proiettate delle immagini.
Chiudendo ed aprendo questa copertina o allontanandola dal proiettore, si riusciva in vari modi ad approfondire i contenuti della mostra e ottenere ulteriori informazioni sui temi presentati.
Il design del padiglione si ispira alla morfologia del territorio tedesco. L’area esterna dolcemente inclinata è concepita per alludere alle coltivazioni che segnano il paesaggio, ed è definita dal volume del padiglione e da fiori stilizzati che germogliano come fossero “piantine di idee” sbucando e perforando la base del padiglione. Queste poi crescono e si sviluppano fino a formare una grande copertura che costituisce l’elemento di connessione fra l’interno e l’esterno.
L’intera struttura è stata progettata riservando una particolare attenzione alla sostenibilità ambientale. Il legname usato proviene da foreste a gestione controllata, la ventilazione è naturale e usa soluzioni tecnologiche d’avanguardia. I moduli fotovoltaici sono flessibili e posati sui grandi “fiori”.
All’interno invece il volume organico del padiglione ospita una mostra su due piani che tratta temi legati alla terra, all’acqua, al cibo, al clima e alla biodiversità.
Il padiglione
dell’Italia
a nostro avviso
è il migliore in assoluto
per architettura, arredamento,
e scelta dei temi.
Molto interessante il percorso “Dialogo nel buio” che permette di scoprire come la vita per un non vedente non sia né vuota né triste come una persona vedente potrebbe pensare.
Di cosa si tratta? È una mostra percorso allestita già presso l’Istituto dei Ciechi di Milano.
Si differenzia da un’esposizione tradizionale per l’assenza totale di luce e per il fatto che i visitatori per esplorare gli ambienti devono affidarsi esclusivamente ai sensi del tatto, dell’udito, dell’olfatto, del gusto. Una sfida insomma, alla portata di chiunque abbia voglia di provarci.
Gruppi di 8-10 persone, accompagnate da una guida non vedente, attraversano ambienti senza luce che riproducono situazioni reali con odori e rumori. Dopo pochi minuti ci si rende conto di essere immersi nel famoso mercato rionale della “Vucciria di Palermo”, può sembrare banale, ma non lo è.
Varcato l’ingresso,
la linea di confine
fra la luce e il buio
mette il visitatore
immediatamente
alle prese con una
condizione mai sperimentata
nella quale bisognerà
imparare a vedere
in modo diverso.
In un primo momento
un buio così
profondo
disorienta
e sconcerta
chi è abituato
da sempre a fare
affidamento sulla vista.
Ma con l’aiuto della guida che ti invita a toccare con la mano gli oggetti che hai accanto e chiamandoti per nome ti chiede di riconoscerli al tatto e dall’odore oltre che dalla dimensione.
Così dopo qualche minuto non è difficile iniziare ad orientarsi e scoprire nuove dimensioni in un modo sorprendentemente semplice. Non si tratta di scoprire una realtà differente, è piuttosto una riscoperta, con modalità diverse, dello stesso mondo che già conosciamo.
Ci sarebbe molto da raccontare sul padiglione Italia, ma preferiamo focalizzarci solo su alcune cusiosità.
Molto belli ad esempio sono tutti i giochi grafici che fanno vedere i particolari di opere d’arte che altrimenti non sarebbero visibili, come l’architettura o i dipinti che decorano i soffitti di tante Chiese, Castelli, o dimore.
Ci ha colpito anche il plastico che fa vedere come l‘ultima terra emersa nel Mediterraneo sia stata proprio la nostra penisola, quasi suggerendo come Dio abbia voluto creare per ultimo un luogo dove concentrare le bellezze naturali e artistiche di civiltà che hanno dato tanto al mondo.
Molto semplice ma dignitoso è il padiglione di Save the Children, presente all’Expo per sensibilizzare sul tema della mortalità infantile.
La testimonianza diretta attraverso un filmato di alcuni bambini che dai campi profughi sparsi in ogni continente raccontano la propria esperienza è molto toccante.
Il tema dell’Esposizione Universale “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita” del resto è in linea con il forte impegno della Ong sul versante della nutrizione.
Più di 6 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie curabili e prevenibili come una diarrea o una polmonite. Oltre 3 milioni di tali morti infantili sono correlate alla malnutrizione, problema che riguarda oltre 200 milioni di bambini al mondo.
Tutto ciò è inammissibile e bisogna fare molto più di quanto si sta facendo per fermare queste morti. Purtroppo infatti dobbiamo ammettere il parziale fallimento dei cosiddetti Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
8 goal fissati nel 2000 da tutti i paesi del mondo, con l’obiettivo di azzerare o ridurre sensibilmente i grandi problemi che affliggono l’umanità proprio entro il 2015 non sono stati raggiunti. Benché diminuita negli anni, la mortalità infantile riguarda ancora troppi neonati e bambini, e bisogna fare decisamente di più.
Torniamo alla nostra visita
ci dirigiamo al padiglione
della Turchia.
Il paese grazie alla
“fusione” creata dall’intreccio
della sua cultura con la
posizione geografica,
il clima, la natura e
la cordialità della sua gente, occupa
un posto molto
speciale nel campo
dell’agricoltura e
dell’alimentazione.
Il Padiglione è costruito
su uno spazio aperto,
semiaperto e chiuso,
di 4170 metri quadrati
e contiene tre sezioni
principali e
sette camere
semiaperte ognuna
diversa dall’altra.
L’entrata principale
è localizzata
nell’area
aperta ma
coperta
da un tetto di acciaio che riporta una moderna interpretazione del disegno della “Stella di Selçuk”.
I valori che hanno caratterizzato il passato ma anche il presente della Turchia prendono vita attraverso il design e le decorazioni tipici della cultura turca raffigurati nella fontana, nelle pietre naturali, nella famosa casa turca e nell’ineguagliabile capolavoro turco dell’arte del vetro.
https://youtu.be/t8cS0vH3a70
Il Çesm-i Bülbül è visivamente raffigurato dal melograno “Nar” che è il simbolo della fertilità.
“Nar”, una delle ricchezze dell’agricoltura turca, simboleggia l’essenza dell’essere diverso all’interno dell’unità e la ricchezza della diversità. In tutto il mondo esso rappresenta l’unità e la molteplicità, la fertilità e l’abbondanza.
Interessante la parte fotografica e digitale che mette in risalto le ultime scoperte ad Istanbul di un porto bizantino ed il ritrovamento di varie suppellettili come ancore e ceramiche.
La scoperta è avvenuta durante la costruzione di nuovi edifici nel 2004, in parte riprogettati per consentire la fruizione dei reperti archeologici anche sul luogo. Sono stati già rinvenuti 35 relitti del IV secolo e circa trentamila reperti, molti dei quali già in mostra al Museo archeologico di Istanbul.
La nave da carico è la più grande mai scoperta – unico esempio al mondo di relitto con fasciame ligneo e carico ritrovati in condizioni a dir poco eccellenti – e fa parte dell’antico Porto di Teodosio, una delle aree commerciali più influenti del Mediterraneo.
La nostra visita è avvenuta a fine settembre e dobbiamo dire che c’era talmente tanto pubblico a qualsiasi ora del giorno, che era necessario fare una scelta dettata oltre che dai propri interessi anche delle file chilometriche.
Curiosità
Alcuni stand non permettevano più di mettersi in fila già alle 19 della sera, consigliando di rimandare la visita al giorno successivo. Si è arrivati ad avere delle file anche di circa 7 ore (pavilion giapponese), mentre per altri la fila media era di 3-4 ore.
Concluderemo con il consiglio a tutti coloro che possono fare una visita all’Expo di dedicargli almeno 2 giorni, per i camperisti è comodo parcheggiare nel park della concessionaria Farina via Giovanni Battista Grassi 98 (ingresso Roserio a circa 15 minuti a piedi), costo 20 € a notte H 24.