Munirsi preventivamente de “La cinque terre
card” consente molte agevolazioni.
Non si possono raccontare, bisogna vederle.
L’innamoramento sara’ automatico.
Permetteteci solo qualche pillola e i consigli per l’uso.
di Franco Liboa
Basterebbe un fine settimana per una visita alle Cinque Terre, splendila porzione della costa ligure e patrimonio mondiale dall’Unesco; diventate da anni Parco Nazionale.
Ma per chi proviene da altre regioni, magari non limitrofe, conviene preventivare qualche giorno in più, in modo da fare tutto con calma ed abbinare pure altre mete di sicuro interesse, come: La Spezia ed il suo golfo, con Portovenere e Le Grazie da un lato, Lerici, Tellaro, Fiascherino e Montemarcello dall’altro. Ma allargandosi un po’ si potrebbe includere San Fruttuoso di Camogli e Genova con l’acquario ed il museo del mare. Perciò sarebbe il caso di pensare ad una settimana circa.
Avvertenze preliminari
Diciamo subito che il comprensorio delle 5 Terre non è un itinerario ideale per i camper, perché le strade: strette, tortuose e con dislivelli pronunciati, creerebbero, laddove si riesce ad arrivare, non pochi problemi di viabilità e di parcheggio a noi e agli altri.
Di conseguenza è quasi d’obbligo, e comunque consigliabile, fermarsi e sostare in zone adiacenti, utilizzando poi i mezzi pubblici: treni, vaporetti, e/o bus complementari, per le escursioni.
Sarà più semplice, rilassante e piacevole ammirare tranquillamente gli incantevoli scorci che quei luoghi ci offrono.
Quando andare
Le 5 Terre sono di interesse internazionale, visitate durante l’intero arco dell’anno.
Per motivi di affollamento sono da evitare i mesi estivi, il periodo pasquale, i vari ponti, e anche i giorni festivi. Perciò suggeriamo (potendolo fare) i feriali, meglio verso metà settimana, e nelle stagioni intermedie.
Anzi, volendo assaporare in toto la genuinità delle 5 Terre non invase dai turisti, forse sarebbe meglio andare in inverno, trovando comunque temperature accettabili.
Certo molti negozietti e punti di ristoro probabilmente saranno chiusi; ma avremo modo di gustare questi borghi deliziosi, simili a come erano una volta.
Dove fare base
Se vogliamo “accamparci” il più vicino possibile per ridurre i tempi dei trasferimenti, possiamo scegliere tra due località limitrofe: Levanto ad Est, o La Spezia ad ovest. Levanto ha una capiente area attrezzata, a pagamento, proprio adiacente alla stazione ferroviaria, all’inizio della strada che collega il paese all’autostrada A12.
Quindi vicinissima, anche se la presenza della ferrovia (linea Roma, Genova, Torino, ecc.) può non essere gradita nelle ore notturne.
Ma in assoluto resta la più comoda. Malagevole è il pozzetto di scarico, talvolta impossibile con il nautico. Invece, ma più distante, a Bonassola, c’è un’area attrezzata sul lungomare Discovolo, a pagamento, ma consentita solo da ottobre a maggio.
Viceversa a La Spezia una buona possibilità è offerta dall’area attrezzata nei pressi dello scalo portuale turistico Tirrenia (zona cantieri navali), ben segnalata già dall’uscita dello svincolo autostradale di La Spezia (A12). L’area è recintata, illuminata e custodita, con pozzetto di scarico, comodo per tutti e rifornimento d’acqua potabile, gestita dall’Associazione Camperisti Spezzini.
Non è prevista alcuna tariffa, ma si può lasciare un’offerta libera. Sosta max prevista 48 h.
È in una zona silenziosa e tranquilla e pur essendo in periferia è collegata con il centro città e la stazione ferroviaria da due autobus cittadini ( linee “S” e “L”, percorso in 15 minuti circa), con fermata a 100 m dall’area. Comunque esistono anche possibilità di sosta libera in altri punti della città.
Oppure nei pressi di Portovenere, in località Cavo c’è un’area attrezzata (sosta max 36 h), collegata a Portovenere e a Spezia, con autobus, ma più scomoda e decentrata rispetto alla precedente.
Come visitare
Scartato a priori il camper, tre sono le possibilità: a piedi, in treno, via mare in battello.
A piedi è indubbiamente il modo più lungo e faticoso, ma l’unico che ci permette di visitare a fondo e scoprire ogni angolo di tutto il comprensorio, con panorami unici e, in ottime condizioni di visibilità avvistare la Corsica, la Capraia e la Gorgona.
Il percorso, denominato “sentiero azzurro” tocca tutti i cinque borghi, si snoda parallelo al mare, a mezza costa, con dislivelli fino a 500 metri e notevoli saliscendi, con tanti scalini da fare su e giù.
Il tempo di percorrenza è dato in 5 ore, ma credo che, salvo non essere efficienti ed allenati escursionisti, occorra ben di più. Se si opta per tale soluzione è bene essere in buona salute e perfetta forma fisica, adeguatamente attrezzati con scarpe, o meglio scarponcini idonei, bastone, zaino, borraccia e quanto altro possa servire, muovendoci in aperta campagna.
Così si attraversano vigneti e boschetti, si scoprono angoli impensabili e stupendi, assaporando i profumi che ci offre la natura e “radiografando” tutte le 5 Terre.
In treno è il modo più semplice e rilassante.
Si può partire da Levanto o da La Spezia, ma attenzione, solo i treni locali fermano in questi paesi.
Comunque nell’arco della giornata ci sono tante possibilità.
Si sale ad una stazione e si scende alla successiva, visitando e sostando a piacimento, poi si prosegue.
In questo modo si può frazionare la nostra esplorazione scaglionandola anche in due o più giorni, in base al tempo disponibile.
Ma muovendosi con la massima calma due giorni bastano.
Il tragitto ferroviario è quasi tutto in galleria, salvo brevissimi scorci, quasi dei lampi, attraverso piccole aperture sul mare.
Anche le stazioni, minuscole quanto i borghi, in genere sono tra due gallerie contigue, tanto che l’intero convoglio non trova spazio all’aperto.
In battello è il modo più caratteristico e simpatico (se il mare è calmo) per una rapida carrellata, toccando, con brevi soste per le visite, i vari borghi.
Attenzione: lo sbarco può essere “movimentato” se il mare si muove leggermente (dalle mie parti si dice: c’è un po’ di “bulesumme”) perché i punti di approdo non sono in porto ma all’esterno, con ormeggio temporaneo ed elastico di prua, da dove si cala su un piccolo molo (a volte sciacquato pure da qualche ondetta), la passerella per i passeggeri, con possibilità di un pediluvio (gratuito, si intende).
Se il mare è mosso è meglio rinunciare, specie se siete di stomaco delicato.
Comunque, se posso permettermi un consiglio personale, suggerirei il treno, e poi, mare permettendo, una minicrociera il giorno successivo, per ammirare le 5 Terre anche dal mare.
È uno spettacolo magnifico. Tanti possono essere i punti di partenza.
I più vicini da La Spezia o Portovenere da un lato; da Levanto o Monterosso dall’altro. Ma ci sono anche collegamenti da Genova.
Qualche “acino” sulle Cinque Terre, zone di ottimo vino.
Monterosso, a ridosso del promontorio del Mesco, che la divide da Levanto, è la prima procedendo da Genova verso Spezia.
Si differenzia dalle altre perché è la più grande estendendosi in zona aperta, sul mare.
Si compone di un borgo antico e di una parte più moderna (Fegina). È l’unica ad avere una serie di spiagge sabbiose, intercalanti con calette e scogliere, ma tutte fruibili.
Di conseguenza è un noto e frequentato centro balneare.
Da vedere è la chiesa parrocchiale, risalente agli inizi del 1300, posta in riva al mare, con facciata a strisce alternate in marmo bianco e pietra serpentina, su cui è incastonato un bel rosone di raro pregio e valore. Tra tutte è la meno caratteristica delle 5 Terre.
Vernazza è un antichissimo borgo marinaro, si dice risalente addirittura all’epoca romana.
È situata sulle pendici di uno sperone roccioso a picco sul mare, sul quale svettano i ruderi di un’antica costruzione difensiva, denominata il Castello, risalente al 1100 circa, al quale si arriva dopo una ripida, lunga e tortuosa scalinata entro il paese.
È visitabile a pagamento, ma ne vale la pena.
Da qui si ammira uno splendido panorama che si apre a 360° dal mare alle montagne retrostanti, i cui scoscesi pendii sono tutti terrazzati, con enorme fatica umana, e coltivati a vigneti, produzione tipica delle 5 Terre, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.
Famoso è il bianco secco delle 5 Terre, già gustato nei banchetti degli antichi romani, e maggiormente lo “Sciacchetrà”: un passito ambrato e liquoroso, di buona gradazione alcolica; un nettare ottenuto proprio dalla spremitura dell’uva “passa”.
Da Vernazza si dice tragga origine il nome del vino Vernaccia. Questo splendido borgo marinaro ha uno stupendo porticciolo sul quale si affaccia la piazzetta, sovrastata dall’antica chiesa in stile gotico ligure.
Il paese si sviluppa a cavallo dell’unica vera strada, di poche centinaia di metri, dalla quale partono perpendicolari tanti “carruggi” che si inerpicano con ripide scalinate intersecanti le varie case, dai colori vivaci e contrastanti. Vernazza merita davvero una visita accurata.
Corniglia è la più atipica delle 5 Terre poiché il paese è in alto, abbarbicato su un pendio scosceso e non a contatto diretto col mare. Invece la stazione ferroviaria è appena sopra la scogliera ed una spiaggia ciottolosa sulla quale si può scendere a fare il bagno, mare permettendo.
Per salire al borgo c’è una scalinata mozzafiato, con circa 400 scalini. Oggi però esiste un piccolo bus navetta di collegamento (per fortuna).
Anche Corniglia ha un’ottima produzione di vini, già decantati dal Boccaccio prima e da Carducci poi.
Da vedere, oltre lo splendido panorama, la bella chiesa dedicata a San Pietro, con uno stupendo rosone inserito nel frontale marmoreo.
Manarola sovrasta uno scoglio a picco sul mare. Da un lato (verso Spezia) c’è la stazione ferroviaria e dall’altro il paese, mentre un tunnel scavato nella roccia e lungo quasi 1 Km le unisce.
È molto caratteristica, con viuzze strette e scale, tante scale ripide, che si insinuano e collegano le case, anche qui tinte a vivaci colori contrastanti, con tetti di ardesia.
Ma la peculiarità più evidente è un ingegnoso scalo, tagliato nella roccia viva, per mettere a mare le imbarcazioni in un microscopico porticciolo e tirarle in secca, tramite piccole gru ed altri sistemi funicolari.
E, sempre particolare curioso quanto insolito, è vedere barche “parcheggiate” sulle viuzze, nei portoni, ed ovunque ci siano minuscoli spazi; barche invece delle auto.
A Manarola, in paese troviamo un piccolo ma interessante museo enologico, mentre poco distante, ma raggiungibile con minibus, c’è appunto un’azienda enologica da visitare.
La via dell’amore è il celeberrimo percorso pedonale che unisce, con una splendida passeggiata di circa 1Km Manarola a Riomaggiore ed è assolutamente imperdibile, perché suonerebbe come una bestemmia spostarsi tra questi due borghi in treno.
Il tracciato completamente pianeggiante in origine era un sentiero, che però a causa delle pareti scoscese, spesso franava.
Adesso è stato completamente ridisegnato, allargato, messo in sicurezza, anche contro possibili cadute di pietre dall’alto, dotato di comodi punti per riposare, con panchine in muratura, ringhiere ed anche discese sulla scogliera sottostante; ma da usare solo con mare calmo.
Non si può assolutamente andare alle 5 Terre senza fare questa meravigliosa passeggiata (a pagamento). Riomaggiore è l’ultima andando verso Spezia. È un magnifico piccolo borgo incastrato a forza tra le rocce circostanti, alte e scoscese, che lo costringono in una specie di gola profonda, dove il sole sembra penetrare a stento, tra le ombre dei monti che, quasi a precipizio lo coronano.
Ma al contempo lo difendono dai freddi venti del nord, regalandogli un clima mite. Volendo si può salire prima in ascensore (a pagamento) e poi con i taxi del Parco fino al punto più alto del paese: su una torre panoramica da dove ammirare tutto il borgo sottostante. Poi riscendere a piedi, passeggiando per i viottoletti, fino ad arrivare ad una magnifica e minuscola marina, dove, nel periodo idoneo ci possiamo concedere un bagno ristoratore. Quindi, sempre con la dovuta calma risaliremo sul treno per rientrare alla base.
Dove mangiare, bere e fare acquisti. In tutte le 5 Terre ci sono ristorantini, trattorie, friggitorie, bar, dove assaggiare le non poche specialità locali, ovviamente accompagnate da un bicchiere di buon bianco secco locale, o da ciò che preferite. I prezzi sono eterogenei in base ai menù. Comunque c’è modo di sfamarsi sfiziosamente spendendo anche poco. Boutique e negozietti di vario genere, ben assortiti, non mancano, per fare acquisti di oggetti, cartoline e souvenir.
La cinque terre card consente molte agevolazioni, tra le quali:
– L’uso dei pulmini ecologici del parco e degli ascensori.
– L’accesso alle aree attrezzate del parco ed i percorsi pedonali.
– Ai musei del territorio, all’acquario virtuale, al centro di salagione delle acciughe.
– La disponibilità gratuita (fino ad esaurimento) per tre ore di biciclette per i percorsi medio alti.
– Uno sconto su ogni prodotto acquistato presso i centri di informazione e i Centri escursionistici del parco.
La cinque terre card treno oltre ai vantaggi sopracitati permette un numero illimitato di viaggi in seconda classe sui treni regionali ed interregionali nella tratta Levanto La Spezia e ritorno.
Queste card esistono in varie tipologie di durata. Per qualsiasi ulteriore informazione ricordarsi che in ogni “Terra” esiste un centro informazioni.
Comunque la sede del parco è in Via Telemaco Signorini 118 19017 Riomaggiore (SP
www.parconazionale5terre.it
A La Spezia presso la stazione FS tel. 0187 743500 c’è un punto di informazioni. Buon viaggio!