Il Parco Nazionale d’Abruzzo montagne, laghi, orsi, lupi e camosci.
di Andrea Fioretti
Avezzano, città di struttura moderna, risorta dal terremoto del 1915 e dalle distruzioni dell’ultima guerra, non presenta grandi attrattive se non, alla sua periferia i resti della colonia romana di Alba Fucens. La strada costeggia la Piana del Fucino, antica palude che gli antichi proprietari bonificarono investendo tali risorse da far nascere il detto “o i Barberini prosciugano il Fucino o il Fucino prosciugherà i Barberini” Quasi al centro della pianura famosa per la coltivazione di ottime patate, gigantesche parabole puntate verso lo spazio, colloquiano con satelliti e spedizioni planetarie rinviandone i messaggi in tutto il mondo.
Dopo Trasacco con la chiesa dei SS. Rufino e Cesidio, e superato il suggestivo Passo del Diavolo (1400 m.) scendiamo a Pescasseroli, sede del Museo del Parco, centro di turismo invernale ed estivo nonché città natale di Benedetto Croce. Opi, paesino avvinghiato ad uno sperone roccioso, merita una passeggiata anche per la vista sul Monte Marsicano ed il Monte Petroso.
Civitella Alfedena ci offre il meglio del Parco nazionale D’Abruzzo con il Parco Faunistico, il museo del lupo, il grande recinto nel quale osservare il lupo in una relativa semilibertà.
Di grande impatto la vallata della Camosciara ove al tramonto o all’alba, osservando il più assoluto silenzio, potrete avere la fortuna di vedere i camosci che si avvicinano fin quasi al piazzale terminale della strada.
Altra escursione da non perdere è quella tra i boschi della Val Fondillo. Barrea e Villetta Barrea, sulle sponde dell’omonimo lago artificiale ci portano verso Scanno con le sue case antiche affacciate su stradine e scalinate ed una parte moderna attrezzata per l’accoglienza ai villeggianti estivi ed agli appassionati degli sport invernali. Proseguendo costeggeremo il Lago di Scanno, originato da una frana del monte Genzano, poi completata da una diga per la produzione di energia, per arrivare alle Gole del Sagittario, a strapiombo sul fondovalle che, attraversando più volte il fiume omonimo, ci porteranno fino ad Anversa degli Abruzzi e da qui a Sulmona.
Se, girando per la città vi verrà da chiedervi il significato dell’acronimo SMPE che vedrete sullo stemma municipale, non lambiccatevi il cervello, sappiate che lo stesso ha nobili origini: risale ad una frase del poeta Ovidio “Sulmo mihi patria est”, Sulmona mi è patria.
Nella parte antica della città, stretta tra il fiume Gizio ed il torrente Vella, lungo il Corso Ovidio e nelle traverse che sullo stesso si affacciano, troveremo il splendido complesso monumentale/ museale dell’Annunziata che nei sotterranei conserva anche i resti di una villa romana, i Palazzi Tabassi, de’ Sardi e Giovanni delle Palle testimoni dell’opulenza della città nel XIV secolo.
Un po’ più avanti l’acquedotto del XII secolo e le chiese di S. Francesco della Scarpa e S. Maria della Tomba. Ci siamo voluti prolungare maggiormente sui motivi di una sosta a Sulmona, perché normalmente viene saltata o fatta meta di un rapido viaggio in vista di nozze, comunioni o cresime in famiglia per l’acquisto, a prezzi di fabrica, dei celebrati confetti, dei quali in città esistono alcune delle migiori e meritatamente famose fabbriche.
Usciti da Sulmona, pochi chilometri ci conducono alla Badia Morronese, sulle pendici del monte omonimo, fondata nel XIII sec. da Pietro da Morrone divenuto Papa col nome di Celestino V e reso famoso da Dante.
Da qui poca strada ci conduce al santuario di Ercole Curino ed alla chiesa di S. Onofrio, eremo di Pietro da Morrone con notevoli affreschi e dalla quale si gode uno splendido panorama.
Superata Caramanico Terme con la sua struttura che conserva resti di porte e mura medievali, raggiungamo il termine del nostro percorso a Popoli, ove il fiume Pescara si è aperto un varco nelle gole che separano i massicci del Gran Sasso e della Maiella.
NOTIZIE PRATICHE
ITINERARIO:
Avezzano-Trasacco: indicazione per Luco dei Marsi; Km 16. Trasacco-Pescasseroli: indicazione per Gioia dei Marsi poi SS 83; Km 41. Pescasseroli-Opi: sempre sulla SS 83; Km 6. Opi-Villetta Barrea-Civitella Alfedena: ancora SS 83; Km 14. Villetta Barrea-Scanno: SS 479 Km 27. Scanno-Sulmona: ancora SS 479; Km 31. Sulmona-Badia Morronese: SS 17 fino alla segnalazione; Km 6. Badia Morronese-Popoli: SS 17 poi SS 5; Km 21. Km totali circa 162.
Anche il palato vuole la sua parte (ed anche questo è cultura).
È questa una delle patrie del pecorino ma non trascureremo i caciocavalli, le ricotte e tutti i derivati dal latte di pecora. Per coloro che comunque prima assaggiano poi decidono se piace o meno, il Marcetto, rosato, odore pronunciato, piccantino, caratterizzato dalla presenza di piccole larve bianche. Tra i salumi segnaliamo la Mortadella di Campotosto, meglio conosciuta come “coglion di mulo”, salame a grana fine con all’interno una stecca di lardo. Da non dimenticare anche i fegattazzi, salsiccia di fegato di maiale. Tra i primi i maccheroni alla chitarra conditi con ragù i più vari ma il migliore sarà quello di castrato o di pecora. per i secondi l’agnello o le scamorze alla brace e se doveste incontrare una vecchia pastora che vi voglia bene, la pecora bollita. Se dovesse capitarvi di trovare del vero zafferano dell’altopiano di Navelli, fate un investimento e compratene qualche grammo; capirete che quello che avete finora assaggiato è tutt’altra cosa.
Indirizzi ghiotti: La Dispensa di Gregorio a Scanno Via Abrami 21. Le specialità regionali, dal farro ai sottoli ai salumi ma il massimo si raggiunge nella; produzione casearia dell’appennino abruzzese, con i pecorini dal fresco ai vari livelli di stagionatura, ed aromatizzazioni alle erbe. Eccezionale la ricotta al ginepro e per i meno schizzinosi, il Marcetto. Confetti William Di Carlo a Sulmona Viale del Lavoro.
I classici confetti di Sulmona con la finissima copertura bianca ed all’interno l’eccellente mandorla rigorosamente di Avola. Di Marzio a Sulmona Corso Ovidio 164. Se avete bisogno di una pausa e di un gelato dai gusti rigorosamente di stagione.