Cupramontana, singolare il museo dell’etichetta.
Dal mare alle dolci colline ove si coltivano le uve
che danno il “Verdicchio de solar claritate et virtù
eccellentissime“, fino ai più aspri paesaggi umbri.
di Andrea Fioretti
Riprendendo da Ancona (vedi iTimoni n° 4) ci dirigiamo ad Osimo; la città antica, sulla cresta di un colle, circondata dalle mura romane e medievali, conserva palazzi nobiliari del seicento, antiche chiese ed abitazioni altrettanto vetuste. su tutto domina il rosso del materiale “principe” da costruzione della zona, il mattone cotto.
Una passeggiata in centro ci permetterà di ammirare, in poche centinaia di metri, il Palazzo Comunale, il Duomo, Palazzo Campagna, il Santuario di S. Giuseppe da Copertino.
Se capitiamo in zona nella terza settimana di luglio, non manchiamo una deviazione di una decina di Km alla Rocca di Offagna; in quei giorni si svolgono le Feste Medievali, manifestazioni in costume di carattere teatrale, musicale e rievocazioni storiche.
Jesi, merita una sosta almeno per le sue mura trecentesche. Io non vorrei comunque mancare la galleria rococò di Palazzo Pianetti e chiederei al custode la possibilità di visitare il settecentesco Teatro Pergolesi.
Cupramontana, cuore della zona di produzione del Verdicchio, presenta un’interessante Collegiata ed un singolare Museo dell’etichetta. A Maiolati Spontini tutto ricorda il musicista Gaspare Spontini che qui è nato, dal Museo a lui dedicato alla sua tomba nella chiesa di S. Giovanni, ornata da un medaglione del Canova.
La visita alle Grotte di Frasassi, il maggior complesso carsico del quale si ha conoscenza in Italia, ci introduce in un mondo sotterraneo fantastico che partendo dalla Grotta Grande del Vento (sala abisso Ancona), ci condurrà alle altre sale che mutuano il nome dalla forma che hanno assunto le concrezioni stalattitiche e stalagmitiche nel corso dei millenni. troveremo così la sala dei Giganti, quella delle Candeline, il laghetto cristallizzato, la sala dell’Orsa, ed ancora quelle dell’Infinito, dei Duecento, del Pagliaio, della Cascata.
Fabriano, apparentemente così appartata tra gli appennini, già nel 1300 era città di grande importanza manifatturiera, non solo per la carta che prodotta in oltre un milione di fogli raggiungeva le capitali italiane e di oltremare attraverso il porto di Talamone, ma anche per la lavorazione del ferro, della lana e per la concia del pellame. Portiamoci nella Piazza del Comune, ed un colpo d’occhio circolare ci porta ad apprezzare la fontana Sturialto, il palazzo del Podestà, il loggiato di S. Francesco, il palazzo Vescovile e la torre dell’Orologio.
Sulla piazza Umberto I, proprio dietro la precedente, si affacciano il Duomo ed il quattrocentesco ex ospedale di S. Maria del Buon Gesù con, degni di nota, un bel portico ed un chiostro in mattoni.
Nel convento adiacente la trecentesca chiesa di S. Domenico, troviamo probabilmente la ragione prima della nostra sosta a Fabriano, il Museo della Carta e della Filigrana, con la rappresentazione delle varie fasi della lavorazione della carta nel corso dei secoli, una esposizione delle attrezzature ed in determinati orari i mastri cartai che dimostrano la produzione della “carta a mano”. Una facile tappa ci conduce a Gubbio; (vedi foto in alto) le “tavole eugubine”, con la tripla iscrizione in etrusco, umbro antico e latino sono la testimonianza delle antichissime origini di questa città che non ha perso d’importanza nel corso di oltre due millenni. Come sempre per le località più cariche di storia e di bellezze monumentali ed artistiche, il riferimento di visita è la Guida Touring ma desideriamo invitarvi a prestare attenzione, percorrendo la via dei Consoli ad alcune botteghe specializzate nella produzione del bucchero nero con metodi che risalgono agli etruschi.
Notizie pratiche
Itinerario:
Ancona-Osimo: SS 16 fino ad Osimo Stazione poi a dx seguendo le indicazioni; Km 22. Osimo-Jesi: Provinciale panoramica seguendo le indicazioni per S. Paterniano, Croce di S. Vincenzo, S. Maria Nuova; Km 30. Jesi-Cupramontana: torniamo sulla SS 76 fino a Pianello Monte Roberto poi seguire le indicazioni; Km 22. Cupramontana-Maiolati Spontini: ben indicato; Km 3. Maiolati Spontini-Grotte di Frasassi: tornati sulla SS 76, seguirla fino al bivio che segnala le grotte; Km 25. Grotte di Frasassi-Fabriano: SS 76; Km 20. Fabriano-Gubbio: ancora la SS 76 fino ad inserirsi sulla SS 3 verso Roma, ad Osteria del Gatto a dx sulla SS 218 fino a destinazione; Km 35. Km totali circa 160 con una spesa di gasolio intorno ai 25 Euro.
Anche il palato vuole la sua parte (ed anche questo è cultura). Partiamo dal mare pertanto il pesce dell’Adriatico la fa da padrone, particolarmente nel “brodetto”, poi nell’interno cominceremo a trovare i prosciutti ed i salumi della valle dell’Esino, il “ciarimboldo”, anche noto come “buzzico” o “ciambudeo”, ed a Fabriano il “mazzafegato”, il salame e la “soppressata”. Non scordiamo i pecorini ed il pregiato tartufo.
Indirizzi ghiotti: Bontà delle Marche ad Ancona Corso Mazzini 96, tante specialità di formaggi, salumi, olii prodotti nella regione, la pasta del Pastificio Latini di Osimo e diversi piatti pronti da asporto. Marinelli ad Ancona Via Rodi 15, anche qui salumeria tipica di alto livello e da asporto trippa all’anconetana, stoccafisso, cappone tartufato, coniglio in porchetta, fritture. Frantoio Gianni Giacani a Jesi via Ancona 124bis, lavorando in maniera impeccabile solo olive locali, diversi extravergini che differiscono per la gamma dei sapori, dal delicato fruttato a quello più deciso.Cooperativa Agroittica Fabrianese a Fabriano frazione Campodegoli 33D, da provare le trote salmonate sfilettate ed affumicate su fuoco di legno di ginepro. Salumeria Caio Bilei a Fabriano via Cialdini 5-7, niente additivi chimici, preparazione e stagionatura tradizionali, suini allevati in zona, questi gli ingredienti che i Bilei usano per i loro salami, i capocolli, le salsicce, i lombetti; se lo chiderete, vi faranno visitare il laboratorio. Agricola Biodinamica Conca d’Oro a Gubbio località Montanaldo, frutta, verdura, cereali da coltivazione biodinamica, carni dell’allevamento, pane cotto nel forno a legna.