Shelomo DovGoitein studiò e scrisse cinque volumi sulla società ebraica mediterranea del Medioevo. Lassner nel 1999 estrasse un volume che ci restituisce un interessante e quanto mai affascinante quadro delle comunità ebraiche egiziane di quel periodo. Due secoli di storia, due secoli di vita di una società: cosa mangiavano, bevevano, pensavano, come pregavano, viaggiavano, si divertivano. La storia di una comunità che pur essendo una minoranza conquistò più potere e privilegi della maggioranza araba.
Gli ebrei erano infatti: alti funzionari, agenti governativi, medici di corte, uomini d’affari, facevano parte dell’esercito e della marina. Tutta la vita della comunità ruotava attorno alla sinagoga: centro del rito, tribunale, scuola, ostello, granaio, luogo di incontro, assemblea. La comunità era retta dal consiglio che assisteva gli orfani, le vedove, i poveri. Singolare all’interno della comunità era la figura della donna assai più autorevole di quella araba.
Poteva essere medico o dedicarsi al commercio. Veniva definita: signora dei cancellieri, signora dei mercati, signora della casa, colei che governa tutti. Restava però nei confronti del marito sempre e solo una donna, infatti egli si riferiva a lei con l’appellatico di “colei che sta con me”. Ho cominciato da individuo sostanzialmente medioevale, vale a dire uno per il quale esiste solo un unico vero pensiero nella mente, sopra tutti gli altri, la religione. Sono rimasto, credo, un homo religiosus, ma sono anche diventato un uomo totalmente moderno, con tutte le implicazioni di tale cambiamento.
Una società mediterranea di Jacob Lassner (pag. 640, Bompiani Editore).