Non un romanzo, ma semplicemente l’avvincente racconto di una vita avventurosa, quella di Alexandra David-Nell che fu la prima europea a raggiungere sull’Himalaya la città proibita di Lasa. Nelle gelide mattine d’autunno del 1918 l’ardita signora sedeva sulla terrazza al secondo piano del suo alloggio, nel palazzo del Pegyai Lama…
Diversamente da oggi, in cui si può andare comodamente ovunque, viaggiare non era facile ancora nella prima metà del ‘900: molti piccoli regni erano assolutamente chiusi e proibiti agli occidentali, come il Nepal, il Siam e il Tibet.
Alexandra David-Neel è la più celebre viaggiatrice del Novecento, nota al grande pubblico soprattutto per il suo pellegrinaggio fortunoso in pieno inverno attraverso i passi impervi dell’Himalaya, travestita da mendicante, per penetrare, prima donna europea, nella città proibita di Lhasa (1923-24).
David-Neel aveva trascorso la sua giovinezza nello studio del buddismo e di altre filosofie orientali, soggiornando in India, Indonesia, Indocina, Cina e ai margini del Tibet “che a quell’epoca teneva rigorosamente chiusi i suoi confini agli stranieri “, vivendo per due anni come eremita sulle pendici himalayane e altri due anni nel monastero di Kum Bum. Dopo il viaggio a Lhasa, rientrata in Francia, David-Neel scrisse e pubblicó più di trenta libri che le diedero grande fama internazionale.
Le vite segrete percorre le tappe della sua vita avventurosa, ricostruita anche attraverso fonti raramente consultate in precedenza. Appartiene a quel filone affascinante di libri dedicati a grandi esploratori e a personaggi che hanno trasformato la loro vita in un viaggio senza fine né confini.
Le vite segrete di Alexandra David-Neel di Barbara Foster e Michael Foster (pagg. 352, Cda & Vivalda Editore).