Dotto, eppure molto popolare. Classico, eppure (oppure proprio per questo) lontano dal conformismo contemporaneo. Roberto Gervaso, colonna del nostro giornalismo, è diventato per molti italiani un punto di riferimento morale e valoriale. La sua rubrica delle lettere sul “Messaggero” è ormai un luogo di ritrovo e di pensiero per chi non si sente a proprio agio nel modernismo accelerato o nel postmodernismo smidollato dei nostri tempi. Il libro anche se non condivisibile al 100% è sicuramente da leggere, è scritto da un autore liberale si, ma, che non lesina stoccate a tutta una serie di modi di affrontare la nostra società forse anticipando una forza politica trasversale, fatta da persone oneste di destra e di sinistra, alternativa all’Italia dei furbi che si arricchiscono sia a destra che a sinistra fregandosene del prossimo e pensando solo al loro tornaconto.
“L’Italia: un Paese che sta in piedi perché non sa da che parte cadere. Un Paese dove le maschere hanno sostituito i volti. Dove “la legge è uguale per tutti”, ma non tutti sono uguali davanti alla legge. Un Paese dove d’insormontabile ci sono solo i cavilli. Un Paese di fedeli “praticanti”, non di credenti. Un Paese che crede nei santi solo se gli fanno il miracolo. Un Paese dove quel che è pubblico, non è di tutti: è degli altri. Un Paese che vive alla giornata in attesa di passare la nottata. Un Paese di furbi che trovano sempre qualcuno più furbo che li fa fessi. Un Paese dove non è tanto la serietà dei problemi che preoccupa, quanto la mancanza di serietà di chi dovrebbe risolverli.
Un Paese diretto da una classe politica senza classe. Un Paese, come diceva Longanesi, dove si è “estremisti per prudenza” Un Paese anarchico, conformista e trasformista. Il Paese di Arlecchino, Pulcinella, Fregoli, Pinocchio, Bertoldo, Maramaldo, Cagliostro. Un Paese di furbi, che tirano l’acqua al proprio mulino, infischiandosene degli “interessi generali”, che saranno anche “caciocavalli appesi”, ma senza i quali un Paese rischia il naufragio. Un Paese poco serio, ma creativo, fantasioso, intelligente, maestro nell’arte di arrangiarsi, versione bizantina del pragmatismo sassone.
Io la penso così Contro l’Italia dei disvalori di Roberto Gervaso (pagg. 258 Edizioni Mondadori).