Un libro che è reportage di viaggio, un’inchiesta dettagliata, ma pure un romanzo dove sfilano persone con tante storie vere, vissute. In Siberia è il resoconto di questo grande scrittore inglese che ha percorso 24 mila km nell’inferno ghiacciato di una delle regioni più belle e selvagge del pianeta, regalandoci con una prosa limpida ed evocativa un affresco storico unico.
Lo ha fatto come piace a noi, viaggiatori di un altro tempo: solo, uno zaino di poche cose soltanto sulle spalle, un taccuino per fermare il tempo e le emozioni vissute sulla Transiberiana, in aereo per arrivare al Circolo Polare artico, nella città lager di Vorkuta dove i sogni del comunismo morivano a frotte come le persone che ci avevano creduto.
Si è spinto sino alla terra dell’oro e dell’uranio, la regione della Kolyma: lì due milioni di uomini persero la vita, vittime dello stalinismo. E poi ancora verso i monti Altaj per scoprire le tombe degli antichi sciiti. “Un uomo in catene attraversa le distese ghiacciate per l’eternità. In lontananza, forse, si muove un branco di renne, o un cacciatore getta un’ombra sulla neve. Ed è tutto.
La Siberia occupa 1/12 delle terre emerse dell’intero pianeta, ma questa è l’unica certezza che ci lascia nella mente. Una bellezza desolata, una paura indelebile. Di questo straordinario libro, Ryzsard Kapuscinski, uno dei più grandi reporter ha detto: “Thubron descrive splendori e bassezze di una parte sconosciuta della terra, con il racconto chiarisce la sofferenza delle vittime dei gulag”. Ma a rendere unica quest’opera è soprattutto la gente comune: quella che lo scrittore incontra e racconta per far vivere a noi lettori la loro storia che tratteggia all’orizzonte la grande storia della sterminata Siberia.
In Siberia di Colin Thubron (pagg: 180 Editore Tea).