Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa fu l’unico figlio maschio di Giulio Maria Tomasi e Beatrice Mastrogiovanni Tasca di Cutò. Alle lettere arrivò tardi, dopo un’esistenza fatta di
viaggi all’estero e solitari, lunghi soggiorni a Palermo e nella grande casa di campagna di Santa Margherita Belicea. Qui apprese a leggere e scrivere, in italiano e in francese. Frequentò il liceo classico prima a Roma, poi a Palermo. Partecipò alle 2 guerre mondiali e, fatto prigioniero nella prima, riuscì tuttavia a fuggire, traversando a piedi l’intera Europa. Nel 1925 si ritirò Sicilia, allontanandosi da essa solo per compiere viaggi finalizzati alla conoscenza delle letterature straniere.
di Tania e Antonio Catalano
A pochi chilometri dal mar d’africa, nell’immediato retroterra delle spiagge di Sciacca, Selinunte e Porto Palo di Menfi, si trova il grande Parco Regionale delle Terre Sicane, (dal nome d’antichi abitanti di Sicilia), all’interno del quale, come in una grande e spettacolare Matrioska, si trovano il parco naturalistico ed oasi WWF delle foci del Belice con le sue piccole dune di sabbia finissima, punteggiate dalla macchia mediterranea ed il parco letterario del Gattopardo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, colmo di suggestioni ottocentesche ispirate da uno fra i più appassionati romanzi – racconti ambientati in quest’angolo di Sicilia.
Arriviamo il primo giorno dell’anno con il nostro camper sull’altopiano di Montevago (365 metri) dove, a 100 m dal centro abitato omonimo, sorge Villa dei Pini.
Una pineta punteggiata da ulivi e d’eucaliptus su di una superfice del tutto pianeggiante di circa 30.000 mq e la festosa egenerosa accoglienza di Giacomo Giuffrida ci offre una tranquilla e piacevole sosta.
Addentrandoci verso l’interno ecco i ruderi dell’antica Montevago, distrutta dal terremoto del Belice il 15 Gennaio 1968, distesi sull’altopiano come una piccola Pompei dei nostri tempi.
Gli imponenti ruderi dell’antica cattedrale dedicata ai santi Pietro e Paolo si affacciano su di una terrazza naturale dalla quale la vista spazia lontano per tutta la valle del Belice, sino all’azzurro mare selinuntino, uno scenario mozzafiato che da solo vale una rilassante passeggiata.
Nel nuovo centro poco distante dal sito originario, abbiamo visitato l’anfiteatro comunale, un’interessante scultura di Giò Pomodoro “sole deposto” che campeggia nella piazza della Repubblica, “l’abbraccio” del maestro Lorenzo Cascio, i mosaici dell’artista rumeno Marin Deaconu.
Nella nuova chiesa del paese è custodito il tesore costituito da pregevoli opere di orificeria del 1600 e del 1800, oltre che di antichi e ricchi paramenti sacri.
Il territorio circostante è ricco di numerose testimonianze che vanno dalla preistoria all’alto medievo, da vedere la necropoli araba di Contrada Caliato, la Villa Romana di Contrada Mastragostino (a 100 metri dall’Agricamper Villa dei Pini) e l’insediamento antichissimo delle grotte dei personaggi che con le stalattiti e stalagmiti crea una sorta d’ambientazione scenica teatrale.
A 7 km dall’abitato, sulle rive del Belice, ecco lo stabilimento termale “Terme Acquapia” che con le proprietà terapeutiche (fanghi, massaggi) le cascatelle alimentate da aqcqua termale che sgorgano alla temperatura di 40°, un salottino ricavato nell’antica “vasca delle donne” dove è possibile emulare gli antichi romani, offre momenti di svago con il semplice relax di una nuotata in piscina.
Ad appena 5 km da Montevago ecco Santa Margherita di Belice.
Percorriamo l’antico quartiere di San Vito, superstite di parte dell’originario abitato distrutto dal sisma del 1968, l’atmosfera è irreale. La mattina grigia ci fà sentire gli unici abitanti sopravvissuti.
Di fronte si staglia, ricco di mistero, il palazzo Filangeri di Cutò che è sede del Parco Letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa e dove, con le sue innumerevoli stanze richiamano i fasti dell’epoca Gattopardiana, mirabilmente ricostruiti nell’ambientazione della sala multimediale “Cere del Gattoppardo” che con filmati ed effetti sonori ci coinvolge e ci fa sognare l’epoca di Don Fabrizio.
Visitando gli ombrosi giardini, per un istante, si sono ricreate le atmosfere Gattopardiane, così da farci immaginare tra gli alberi che il garibaldino Tancredi abbracci una fascinosa Angelica sotto l’occhio complice del Principe di Salina dominante dall’alto dello scalone del palazzo, mentre un leggero valzer di sottofondo duetta con le comlici fronde degli arbusti e l’ombra intrigante dei vialetti.
COME ARRIVARE Da Messina: Autostrada A20 ME-PA
Da PA: SS 624 PA-Sciacca uscita
Santa Margherita di Belice al km 64.
Da CT: Autostrada A19
CT-CL SS 640 CL-Sciacca
SS 115 AG-Sciacca
DOVE SOSTARE Agricamper
Villa dei Pini Contrada Mastragostino Tel.3332091863.
Spazio per 50 camper in un parco custodito,
area attrezzata e illuminata, acqua, pozzetto,
barbecue, si animali, sala ricreazionale al coperto,
trecking in percorsi naturalistici e archeologici.