Islanda terra affascinante, costretta ad un continuo
mutamento geologico che cambia la sua
fisionomia ad ogni eruzione o ad ogni
nuova pressione vulcanica.
di Luca Berchicci
Finalmente siamo arrivati! Dopo un anno di progetti, di ipotesi, di rotte studiate su nuove mappe digitali, unendo la decennale abilità ed esperienza dei fuoristradisti dell’Associazione Dimensione Avventura e le conoscenze delle loro guide trekkers in Islanda, iniziamo questa avventura alla scoperta del più grande parco naturale incontaminato d’Europa. Obiettivo del progetto è quello di effettuare escursioni inedite, fuori dalle normali rotte turistiche, per stabilire un contatto più vicino possibile a questa natura primordiale, viva ed in continuo mutamento.
Eccoci, così, il 14 agosto, a Bergen (Norvegia) per l’imbarco sulla mitica nave Norrona che da quasi trent’anni conduce i viaggiatori di tutto il mondo a destinazione. Dopo 1 giorno e mezzo di viaggio lo sbarco a Seydisfjordur, dove svolgiamo senza difficoltà le pratiche doganali e prendiamo la Ring-road (F1) in direzione sud. Ci rendiamo subito conto che non sarà un viaggio qualunque.
Dopo circa 300 Km appare davanti ai nostri occhi uno degli spettacoli più affascinanti dell’intero viaggio: la laguna di Jokulsarlon. Dal ghiacciaio Breidamerkurjokull si staccano enormi icebergs che invadono la laguna. La varietà di forme e le sfumature di colore del ghiaccio sono veramente impressionanti. Concludiamo la giornata con il primo bagno caldo nel campeggio dello Svinafell: l’inizio non poteva essere migliore.
La mattina seguente ci dà il buongiorno uno splendido sole che ci permette di ammirare in tutta la sua bellezza lo spettacolo offerto dal Vatnajokull, il più grande ghiacciaio d’Europa, che incombe sul parco naturale dello Skaftafell, probabilmente il più conosciuto e amato dei parchi islandesi, e sulla piana di Skeidararsandur. La zona, nel 1996, dopo un’eruzione subglaciale durata diversi giorni, fu sconvolta dall’onda di piena dell’acqua che tracimò improvvisamente da sotto il ghiacciaio.
Mentre enormi blocchi di ghiaccio si staccavano dal Vatnajokull l’acqua travolgeva ogni cosa modificando per sempre la conformazione della valle. Ancora oggi alcune zone sono interdette al transito per il pericolo di sabbie mobili. Fu un’esibizione di forza naturale veramente impressionante che può oggi essere rivissuta presso il centro informazioni dello Skaftafell dove viene proiettato un interessante documentario dell’evento e dove è disponibile la cartina del parco.
Dall’attiguo campeggio partono numerosi e facili sentieri che permettono, tra l’altro, di raggiungere la famosa cascata di Svartifoss, dove l’acqua precipita in un singolare anfiteatro di colonne basaltiche e di portarsi a quota 1200 m. dove, da un balcone panoramico, si può godere di un panorama a perdita d’occhio sul Vatnajokull.
Il luogo è molto bello e suggestivo e merita una sosta di uno o due giorni per visitarlo con tranquillità. Essendo abbastanza vicino all’imbarco (circa 350 Km da Seydisfjordur), che si raggiunge facilmente con la Ring Road, consigliamo di effettuare la tappa a fine viaggio in modo da poter usufruire di almeno un giorno jolly, che potrebbe risultare preziosissimo in caso di imprevisti. Proseguendo verso Reykjavik è obbligatorio concedersi un fantastico e rilassante bagno presso la struttura termale della “Laguna blu”.
Si tratta di una grande vasca realizzata nei pressi della centrale geotermica di recente arricchita con uno stabilimento balneare dotato di tutti i comfort. L’azzurro intenso dell’acqua, dalla quale si levano densi fumi di vapore, ed il singolare impatto visivo della centrale, con le sue ciminiere e tubature cromate, lo rendono sicuramente un luogo unico nel suo genere, ideale per un “battesimo dell’acqua” e per entrare nel clima islandese. Dalla capitale ci dirigiamo verso nord est per visitare alcune attrazioni “classiche”. Giungiamo a Pingvellir dove la faglia terrestre della dorsale medio atlantica affiora in superficie dividendo il continente europeo da quello americano e dando origine a profonde fratture. Lì si riuniva il primo parlamento che la storia occidentale ricordi. È poi la volta di Geysir, con i suoi celeberrimi getti d’acqua bollente, e di Gulfoss, una delle cascate più spettacolari.
Il campo viene montato presso il rifugio di Hveravellir, una zona geotermica di fumarole e piscine multicolori, dove, la mattina seguente, faremo il più bel bagno dell’intero viaggio. Una piccola vasca di acqua caldissima accoglie le nostre membra infreddolite e dopo pochi minuti nessuno vuole più uscire. Un vento gelido costringe chi è fuori ad una completa tenuta invernale, sciarpe comprese, ma quando, nostro malgrado, siamo costretti a porre fine al bagno scopriamo con grande sorpresa di poter rimanere esposti al vento senza avere freddo. Ripartiamo rinvigoriti e di ottimo umore.
La pista di Kjolur (F35) attraversa l’isola da sud a nord e si snoda lungo un altopiano desertico di straordinaria bellezza. Hveravellir è un po’ il suo cuore. Abitata tutto l’anno dagli scienziati che studiano i fenomeni geotermici essa rappresenta la tappa ideale per interrompere la traversata ed è anche il punto di arrivo di un frequentato percorso di trekking della durata di tre giorni. Dopo una breve visita ad Akureyri, la seconda città dell’Islanda, eccoci sulle sponde del lago Myvatn, un’incredibile bacino di 37 Kmq di superfice profondo appena 2,5 m.
Passeggiare lungo le rive del lago è veramente un’esperienza indimenticabile. Ogni metro percorso propone una nuova prospettiva e lo sguardo scopre incessantemente una delle innumerevoli isole e pseudocrateri che emergono dalle acque in un’infinita varietà di forme. Ottima base per le escursioni nei dintorni anche Myvatn vale una sosta prolungata. Sembra, inoltre, che sia il luogo più asciutto d’Islanda e che sia “facile”, in estate, trovarvi bel tempo. Purtroppo la vostra visita potrebbe essere rovinata dagli sciami di moscerini che danno il nome alla località (Myvatn vuol dire lago del moscerino) ed allora vi troverete ad invocare la comparsa di quel vento gelido che vi ha disturbato per tutta la vacanza.
Nei dintorni il cratere Hverfell offre il miglior panorama sul lago e sulla regione circostante. Dalla cima si gode un panorama a trecentosessanta gradi e se il tempo lo permette sarete storditi dalle variazioni di colori del paesaggio circostante che spesso emerge solo a tratti dalle volute di fumo delle fumarole. Un’altra deviazione porta alla zona vulcanica di Krafla. Qui tra colate laviche ancora fumanti, fanghi bollenti e sorgenti sulfuree si ha la netta sensazione di essere precipitati sulla Luna e si comprende la potenza delle forze primordiali che hanno creato il nostro pianeta. Completa il quadro delle attrazioni la cascata di Dettifoss che, con una portata di 500 metri cubi al secondo ed un salto di 44 metri, è la più imponente dell’isola e ci avvolge in una nube di acqua vaporizzata che forma una miriade di arcobaleni. Lo spettacolo ci ipnotizza e fatichiamo a staccarcene. La pista F88 ci conduce nuovamente verso il centro dell’Islanda fino alla caldera del Vulcano Askja.
Qui con una breve escursione a piedi nel catino del vulcano, dove il nero si alterna al rosso dei depositi ferrosi ed al bianco dei nevai, si giunge sulle rive del grande lago al suo interno. A fianco il piccolo cratere del Viti, con la sua acqua sulfurea, permette ancora una volta di concedersi un bagno caldo. Proseguendo sulla F910 si attraversa un esteso deserto sabbioso che ripropone condizioni di guida africane.
Plateau, dune e rocce si alternano ai piedi del più grande ghiacciaio d’Europa che rimane una presenza costante e si fa sentire abbassando notevolmente la temperatura.
Più a sud ci accoglie quella che è considerata la zona più spettacolare d’Islanda: Landmannalaugar. Effettivamente la varietà cromatica del paesaggio lascia a bocca aperta. Non si può essere preparati ad una simile mutevolezza, assolutamente incomparabile con altri fenomeni naturali. Su tutti domina il verde intenso del muschio che anche nelle giornate più cupe e sotto la pioggia battente sembra illuminato da un’intensa luce artificiale. Dal rifugio con annesso campeggio (e sorgente termale) partono i sentieri per le escursioni giornaliere e per il trekking che in quattro giorni conduce a Porsmork e che è considerato uno dei più belli del mondo. Un articolo a parte varrebbe la pista (prima F233 poi F210) che da Landmannalaugar conduce a Porsmork e che, da sola, vale i 9.000 Km del viaggio. Essa compie un ampio giro verso sud-est attorno al piccolo (rispetto alla media islandese) ghiacciaio TorfaJokull per poi piegare verso ovest e rasentare il più imponente Myrdalsjokull.
Si attraversa un deserto di sabbia nera da cui emergono solamente i coni delle bocche vulcaniche ricoperti di muschio fluorescente mentre l’imponente massa del ghiacciaio interrompe, con il bianco riverbero delle nevi eterne, la linea ideale dell’orizzonte. Abbiamo avuto la fortuna di percorrere questa pista con il sole ed è stata un’esperienza indimenticabile. Colpisce, soprattutto dopo la mutevolezza di Landmannalaugar, la presenza di soli tre colori: il nero della sabbia, il verde intenso del muschio ed il bianco del ghiaccio. È uno scenario talmente bello da sembrare irreale. L’assenza di un vero punto di riferimento nega allo sguardo la prospettiva ed i nostri fuoristrada che si allontanano sulla pista vengono “assorbiti” dal mare di sabbia. La via del ritorno propone ancora innumerevoli bellezze e la estrema variabilità del tempo, assieme alle condizioni di luce sempre diverse, fanno sì che gli stessi luoghi già visitati mostrino ogni volta un volto diverso.
Nella descrizione del viaggio abbiamo preferito però fermarci su quei luoghi che, più di tutti, ci hanno emozionato e che, nei nostri pur recenti ricordi, vanno sempre più diventando “l’immagine” dell’Islanda. In conclusione, non possiamo far altro che consigliare vivamente di visitare quest’isola meravigliosa costretta ad un continuo mutamento geologico dalle immani forze che si agitano al suo interno.
I sacrifici affrontati per far fronte ai capricci del tempo vengono ampiamente ripagati dallo spettacolo naturale che in ogni momento ci viene offerto. Per affrontare i rigori dell’estate islandese noi ci siamo affidati ad una cellula scarrabile prodotta dall’italiana Modulidea e montata su di un pick-up due porte a cabina lunga.
I pesi contenuti ed il baricentro basso ci hanno permesso di affrontare con tranquillità anche passaggi trialistici ed il comfort del modulo abitativo si è rivelato un’arma vincente contro il freddo e la pioggia onnipresenti. Uno speciale ringraziamento va a Dimensione Avventura di Roma che ha ottimamente organizzato il viaggio.