Il portale ricorda il frontale di un tempio
greco, ed è l’elemento strutturale
più spettacolare per l’epoca. Ancora
oggi se fosse rimesso in efficienza, con il
gigantesco sistema di chiusura costituito da un
dispositivo a soffietto formato da 14 elementi metallici
alti oltre 30 metri mossi da potenti motori elettrici.
di Andrea Tancredi
Uno dei vantaggi di viaggiare in camper è la possibilità di imbattersi all’improvviso in qualcosa d’inaspettato. Ciò è esattamente quanto è accaduto in un recente viaggio in Sicilia.
Ci stavamo recando a visitare la zona storica d’Augusta quando dalla rada megarese abbiamo visto sbucare un’imponente figura, che si erge quasi a contrapporsi al Castello Svevo costruito da Federico II, si trattava di un Hangar. La zona su cui sorge si trova a 32 m s.l.m. su un’area di circa 32 ettari, nel territorio d’Augusta tra le contrade Pastandrea e Costa dei Conti.
La struttura militare è unica in Europa e forse al mondo sia per le sue dimensioni, sia per le strutture dei telai in cemento armato. L’imponente opera iniziata nel 1917, con lo scopo di concluderla e renderla operativa il prima possibile, venne terminata a guerra finita vanificando così gli sforzi da un punto di vista strategico-militare.
La costruzione rientrava nel programma italiano di difesa aerea e in particolare fu prediletta questa zona per la posizione strategica al centro del Mediterraneo.
Durante la prima Guerra Mondiale fu bersagliata da continui attacchi da parte degli u-boat tedeschi.
Nel 1920 si passò alla fase operativa, e fu inaugurato il complesso militare che oltre all’hangar fu dotato di caserme, officine, abitazioni per ufficiali. Il primo dirigibile che fece la sua apparizione nella zona d’Augusta era un modello O.S. da 5000 m3 che volava ad una velocità di 50 Km/h, e ad una quota di 150 metri.
Alcuni anni dopo l’ingegnere Nobile (famoso in tutto il mondo per le sue trasvolate con dirigibile) progettò un nuovo esemplare N2 da 7000 m3.
Negli anni che seguirono furono iniziati i lavori per la costruzione di un idroscalo nella zona sottostante la collina dell’Hangar.
Sorsero capannoni, officine e magazzini, adibiti all’assistenza della squadriglia di ricognitori e aero-siluranti.
La zona riservata per l’ammaraggio era una striscia di mare lunga circa 1200 metri nei pressi dei forti Garcia e Vittoria.
Con l’entrata in guerra da parte dell’Italia la zona d’Augusta fu scenario di battaglie aere-navali d’eccezionale durezza, più volte la città fu bombardata subendo gravissimi danni.
Tuttavia le opere militari, quali Torre Avalos, i Forti Garcia e Vittoria, il Castello Svevo e l’Hangar con il suo Idroscalo furono risparmiati.
La zona interessava alla BOAC (una compagnia inglese di trasporti aerei) come base per la linea aerea Inghilterra-Italia-Nord Africa.
I potenti idrovolanti ammararono per molti anni nella rada megarase trasportando merci e passeggeri, sino al 1958.
Da quell’anno l’Hangar e l’idroscalo non videro più un solo dirigibile o idrovolante.
Solo nel 1987 con un’ordinanza dell’Assessorato Beni Culturali della regione Sicilia l’Hangar viene dichiarato Opera di alto interesse storico-monumentale.
Per colpa della lentezza burocratica, e dell’indifferenza si è rischiato di perdere per sempre l’unico esemplare al mondo di Hangar in cemento armato.
L’augurio è che il 2007 possa finalmente essere l’anno per il consolidamento statico del monumento, grazie ad un progetto finanziato dalla Protezione Civile con i fondi della legge 433 del 1990 per le zone colpite dal terremoto.
Nei prossimi anni, per ragioni sia economiche sia ambientali, i dirigibili sono destinati a sostituire, almeno in parte, gli altri mezzi di trasporto a partire dagli aerei. I dirigibili hanno un costo di fabbricazione più basso, richiedono meno manutenzione, non hanno bisogno d’aeroporti, sono molto più silenziosi e sicuri e consumano meno carburante, anche se sono più lenti, circa 150 km l’ora.
I primi dirigibili saranno destinati al trasporto delle merci e di carichi eccezionali.
Il consumo d’un aereo è talmente alto che già per distanze medie il peso del carburante supera quello delle merci trasportate! Le prospettive nel settore del turismo si presentano non meno interessanti.
Il dirigibile è un punto d’osservazione privilegiato del paesaggio e degli ambienti naturali più impervi e difficili da raggiungere, può percorrerli lentamente, abbassarsi, stare sospeso a mezz’aria e trasformarsi in un osservatorio ideale.
Gli aerei volano troppo veloci, gli elicotteri sono troppo costosi e rumorosi.
Numerose ditte, sia in America che in Europa, stanno iniziando a costruire dirigibili, e nel giro di qualche anno ci dovremo abituare alla loro presenza.
Sistemi di propulsione più leggeri ed efficienti, insieme ad una forma più aerodinamica che aumenti la velocità, renderanno il dirigibile un mezzo conveniente anche per il trasporto di persone.
Forse fra dieci o vent’anni viaggiare in dirigibile sarà ancora più comune che prendere l’aereo.
In Italia non ci siamo ancora accorti dei dirigibili, pur avendo storicamente una grande tradizione, e mentre negli altri paesi si comincia di nuovo a costruirli, noi li scopriremo solo quando ce li troveremo sopra la testa?
Partendo come al solito da buoni ultimi, e poi, forse, recupereremo lo svantaggio.