Un giovane ingegnere ci ha introdotto all’interno
del laboratorio di fisica nucleare, dove è
allestito un museo che illustra gli esperimenti.
di Francesca Tania Tancredi
Percorrendo la galleria dell’autostrada che passa sotto il Gran Sasso vi è mai capitato di notare una porta con la scritta: “vietato l’accesso”?
E se l’avete notata vi siete mai chiesti cosa ci fosse dietro? Alcuni camperisti hanno avuto l’opportunità di varcare quell’immenso portone.
Una volta all’interno, superato il primo impatto con l’aria gelida ed umida, la nostra guida (un giovane ingegnere molto preparato) ci ha introdotto all’interno del laboratorio di fisica nucleare.
Questo laboratorio, unico al mondo, fu scavato nel cuore della montagna, in occasione della costruzione dell’autostrada Roma-L’Aquila, e fu fortemente voluto dall’astro-fisico Zichichi, una delle nostre menti più brillanti.
È proprio la sua collocazione a rendere particolare questo laboratorio, tanto ambito che, da più parti del mondo, vengono in Italia scienziati che vogliono realizzare esperimenti sui neutrini (particelle nucleari che viaggiano ad una velocità prossima a quella della luce e provengono da corpi celesti).
Sono gli strati di roccia che sovrastano il laboratorio a neutralizzare particelle nucleari che costituirebbero variabili di disturbo nell’osservazione di alcuni fenomeni e nell’esecuzione di esperimenti.
La presenza dei neutrini, le uniche particelle provenienti dallo spazio a riuscire a superare lo spesso strato di roccia (qualche migliaio di metri), viene registrata attraverso un esperimento che utilizza la traccia lasciata al loro passaggio attraverso il gallio (elemento chimico).
Chi di voi pensasse di poter osservare ad occhio nudo gli esperimenti che vengono eseguiti, temo resterebbe deluso, poiché molto è lasciato all’immaginazione del visitatore (infatti un neutrino è infinitamente più piccolo di un atomo).
In superficie, sulla montagna è stato allestito un museo che illustra gli esperimenti che vengono eseguiti nel laboratorio ed è sicuramente la parte più interessante della visita, anche perchè è la più comprensibile.
Al termine della visita si resta con l’amaro in bocca, si ha la sensazione di aver sfiorato qualcosa di grandioso ma non di averlo compreso.
Gli esperimenti sono molto lontani dall’essere capiti da un visitatore, desideroso di capire, ma completamente digiuno di fisica nucleare; sarebbe certamente utile e gradito se questo mondo affascinante potesse essere svelato anche a noi.