Il risparmiatore incallito. A volte
ho il sospetto che riesca a visitare
(si fa per dire) un paese straniero
senza cambiare mai la valuta.
di Giuseppe Bacci
Questa categoria di viaggiatori colpisce soprattutto i camperisti ed i viaggiatori fai da te.
Per loro la cosa più importante del viaggio è ritornare e dire agli amici quanto poco costava quello e quell’altro, quanto hanno speso in tutto per un mese di vacanza, o come siano riusciti a trattare sul prezzo con il commerciante locale. A sentirli al ritorno fanno anche una certa invidia e destano a volte incredulità, ma in genere non raccontano balle.
Chi ha viaggiato con loro sa quale è il rovescio della medaglia. Infatti lo sparagnino (il risparmiatore incallito) è sempre a caccia del prezzo più basso, non si accontenta mai del primo albergo ma pretende che si cerchi la peggiore stamberga, ed anche se poi si scopre che costa 5 euro a notte meno di un alberghetto decente con aria condizionata, insiste per sistemarsi in una topaia con camere con finestre che danno sul corridoio (quando il clima è torrido).
E così non bada a condizioni igieniche e qualità del cibo ai ristoranti, ma solo al prezzo del pasto, perché il suo scopo è quello di stupire il turista incontrato per caso il giorno dopo dicendo che ha mangiato spendendo la metà di lui. La cosa più incredibile è che mentre i suoi compagni di viaggio, che per quieto vivere lo assecondano, sopportano le conseguenze con dissenterie, colpi di calore, attacchi di gastrite ecc. a lui fila sempre tutto liscio. Nel caso dei camperisti i sintomi sono diversi: si riconoscono abbastanza facilmente dalle sospensioni schiacciate dei loro mezzi: infatti hanno caricato alla partenza tutto, ma proprio tutto, quello che gli serve in un mese di viaggio, anche se la destinazione è la Francia, l’Inghilterra, la Spagna o l’Italia.
Hanno non solo scatolette, pasta, biscotti, caffè ecc. ma anche pane, bottiglie di acqua minerale, verdure surgelate, uova liofilizzate, il prosciutto fatto dallo zio, succo di limone concentrato, birre e vino tutto in quantità sufficiente all’intero viaggio e regolarmente acquistato presso un hard-discount.
Naturalmente quando vengono invitati ad andare a provare nuove emozioni con la cucina locale, in qualche ristorantino, declinano l’invito magnificando il piatto che si cucineranno nel camper. Rifuggono parimenti i campeggi, i traghetti, musei ed ogni cosa che non si possa acquistare in un discount prima di partire; li si incontra spesso ben piazzati, su qualche spiaggia in campeggio libero.
A volte ho il sospetto che riescano a visitare (si fa per dire) un paese straniero senza cambiare mai la valuta. Penso che tutti i lettori abbiano riconosciuto qualche propria caratteristica in questa carrellata, ma si possono consolare perché il viaggiatore perfetto non esiste.
Se vogliamo migliorare non ci rimane che esercitarci e… continuare a viaggiare tutte le volte che è possibile.