Tira tranquillamente fuori il portafoglio
nei mercatini boliviani. Alle Maldive è
pericoloso raccogliere in acqua conchiglie
e coralli con le mani nude, finchè con un
urlo esce ustionato dall’acqua, quando
incautamente tocca un corallo di fuoco.
di Giuseppe Bacci
Spesso questo tipo di turista è pericoloso per se e per gli altri, anche se la causa di tanto male è da attribuire non tanto a lui, quanto alla fiducia accordata alla sua agenzia di viaggio. Per non spaventare i clienti infatti gli operatori turistici tacciono su pericoli, peraltro spesso evitabili con qualche precauzione.
Così il disinformato lo si vede passeggiare il giorno dopo l’arrivo in aereo per i mercatini in Bolivia, tirando fuori tranquillamente il portafoglio colmo di dollari come se fosse in compagnia degli ospiti della festa di beneficenza di Caroline di Monaco. Inutile dire che la fortuna lo può proteggere per poco tempo in una delle nazioni dove i turisti sono più facilmente derubati. Oppure lo si vede correre a piedi nudi verso la barriera corallina sulla spiaggia delle Maldive o raccogliere in acqua conchiglie e coralli con le mani nude, finchè con un urlo esce ustionato dall’acqua, quando incautamente tocca un corallo di fuoco. Ed è da considerarsi fortunato perché nella barriera corallina molti sono i pericoli anche mortali. Solo la prudenza, le protezioni adeguate (scarpe chiuse e guanti se permessi) e l’evitare ogni contatto con la barriera ed i suoi ospiti permette di godere di questo fantastico ambiente in tranquillità. Altra trappola per il disinformato è la malaria. Questa malattia che purtroppo uccide ancora moltissime persone nel mondo, anche turisti, non ha una profilassi certificabile facilmente come un vaccino e quindi non è mai richiesta documentazione obbligatoria dai paesi visitati. Su questo equivoco le agenzie di viaggio non informano praticamente mai il turista delle destinazioni a rischio malarico.
E così mentre i turisti più esperti si imbottiscono di clorochina e si cospargono di repellenti, il disinformato dichiara tranquillo che a lui le zanzare locali non danno fastidio perché gli lasciano punture piccolissime che non prudono. Ricordo un episodio che mi è capitato al campeggio di Ouarzazate in Marocco, dove avevamo conosciuto un milanese che ci aveva mostrato orgoglioso due scorpioni vivi, uno bianco ed uno nero, che aveva catturato sul muretto del campeggio e che avrebbero abbellito la sua collezione di insetti.
L’anno prima in Tunisia ci era capitato di trovarci la sera in mezzo ai piedi questi simpatici animaletti dalla puntura a volte mortale, e ponevamo attenzione a dove camminavamo, specie di notte. Il giorno dopo tornando al campeggio troviamo un camper di Perugia i cui occupanti, attirati dal bel prato all’inglese, si erano beatamente sdraiati direttamente sull’erba per riposarsi del viaggio.
Ci siamo avvicinati per salutarli cordialmente e buttare là con noncuranza una frase del tipo “Certo o siete molto coraggiosi o non sapete che anche nel campeggio vi sono molti scorpioni…”.
Penso di non aver mai più visto due persone rizzarsi in piedi così velocemente.