Nino ha iniziato a viaggiare per lavoro e per piacere negli anni ‘60. Antesignano dell’Autocaravan e dello stesso camper del quale è stato un precursore, utilizzando spesso furgoni adattati quando c’era poco e niente sul mercato, ha fatto della sua esperienza di viaggiatore uno strumento prezioso per scrivere, assumendo un punto di vista sempre attento alle esigenze dei camperisti. La sua innata attitudine ad individuare ed a reperire notizie di attualità in particolare del nostro settore, il contatto telefonico quasi quotidiano, la sua carica di entusiasmo nel dedicarsi ad argomenti piacevoli per i camperisti, ci ha arricchito come redazione trasmettendoci la sua capacità di sintesi, e di centrare il nocciolo della notizia. Riproponiamo quanto scrivemmo sul n. 31 de iTimoni, salutandolo come esimio Direttore Responsabile della rivista, prima di andare in stampa gli chiesi: scrivi due righe di saluto ai lettori; mi rispose: con la sua ironia, non scriverò mai il mio necrologio! Nino era un grande (Nella foto sopra Giordania 1997 il retro del camper di Nino, mentre incrociamo una colonna delle forze di pace Onu proveniente da Aqaba).
di Luciano Tancredi
Nino è stato il nostro Direttore Responsabile fino al n. 30 di aprile 2007. In primavera gli dissi che mio figlio Andrea dopo il praticantato in un giornale sportivo aveva ottenuto l’iscrizione come pubblicista all’ordine dei giornalisti di Roma. Così in uno dei nostri week-end a Santagostino mi disse: “è giunto il momento di passare il testimone, dal prossimo numero fai firmare il giornale ad Andrea”, il quale era alquanto imbarazzato e rispettoso, conosceva Nino dall’età di 12 anni, ma Nino gli disse: “sei un giovane, oggi si deve dare spazio ai giovani, ti sarò vicino, non devi aver timore e poi questo è solo un trampolino di lancio. Auguri”
Si è spento il 3 gennaio 2008 alle ore 11,20 dopo meno di 45 giorni di malattia, gli ultimi 10 di grande sofferenza, affrontati sempre con grande dignità, forza e consapevolezza di quello che stava accadendo. Già nel primo ricovero all’ospedale S. Giacomo mi aveva detto del male che aveva.
Come tutti sperava in una possibile cura, che purtroppo non è stato possibile neanche iniziare.
Ho fatto il quadro della situazione per tutti coloro che lo conoscevano, nel mondo del camperismo non solo a Roma ma in tutta Italia.
Anche in questo frangente non aveva perso il suo modo di fare schietto che per chi lo conosceva bene, in fondo era anche il suo buon umore, come quando rivolgendosi a me, parlando dell’amata Teresa, mi diceva: “non è colpa sua se non riesce ad organizzarmi il mobiletto a fianco al letto in ospedale, lei è una signora non ha iniziato come noi dalla tenda canadese, dove ogni cosa deve essere precisamente al suo posto, per poterla ritrovare rapidamente”.
Nel cassetto aveva la sua preziosa e inseparabile radio ad onde corte della Sony, della quale devo essere sincero sono stato anche un po’ “invidioso”, quando durante il viaggio in Siria Giordania nel lontano 1997, eravamo a Madaba e lui mi disse. “gli israeliani stanno facendo dei raid aerei di ritorsione contro la Siria dopo un attentato”, nessuno di noi sapeva nulla, all’ora non cerano i cellulari per l’estero.
Un paio di giorni prima avevamo incontrato strani spostamenti di carri armati trasportati su autocarri in Siria. Lui grazie a quella radio ad onde corte era l’unico ad avere notizie fresche dal resto del mondo.
Ho conosciuto Nino al ritorno del suo ultradecennale soggiorno a Berlino Est dove lavorava come corrispondente tra l’altro di Paese Sera e de L’Unità, li è nata ed ha vissuto per anni sua figlia Mara, anche all’ora mi raccontava facevo l’itinerante “a Mara piaceva la mozzarella introvabile ad Est ed io puntualmente diverse volte alla settimana passavo per il Checkpoint Charlie per andare ad acquistarla”.
Era stato Direttore Responsabile de La Farfalla dell’Assocampi dal n. 7 del dicembre 1993 fino al n. 56 del febbraio 2002. Nel lontano 1994 decisi in qualità di responsabile editoriale dell’associazione insieme ai dirigenti dell’epoca il segretario organizzativo Sergio Stentella, e al presidente Andrea Fioretti di partecipare alla Fiera di Rimini, quando all’ora non esisteva ancora l’Uca né tantomeno era ancora risorto l’Acti, la Federcampeggio era poco organizzata, non esistevano neanche la miriade di associazioni di camperisti di oggi, qualcosa faceva il Coordinamento, ma nessuno era presente a Rimini.
Noi, con un accordo editoriale tra Assocampi e T&D per la vendita in fiera del Diario di Bordo fummo in grado di organizzare per alcuni anni lo stand Assocampi a costi zero, anzi ricavandone anche un utile per dare un contributo sia ai soci che si avvicendavano a presidiare lo stand, sia per offrire a tutti i soci la festa del rientro che si svolgeva in autunno.
Nino si entusiasmò immediatamente all’idea di partecipare alla 1ª Fiera del Mondo Natura, come sempre aveva un sesto senso per queste cose sia per la sua grande esperienza come giornalista esperto di comunicazione, che per aver viaggiato non solo in camper, ma in tutti i continenti e con qualsiasi mezzo.
Parlo di questo perchè Nino fu il primo a portare alla Fiera di Rimini personaggi politici di un certo rilievo interessati al turismo itinerante, per sviluppare temi e affrontare problemi legati alla mobilità ed alla sosta partecipando attivamente ai dibattiti.
In un articolo del 1999 Nino sosteneva che i camperisti non sono turisti di serie B, “Al contrario quando siamo in giro per l’Italia e per il mondo spendiamo molto di più del turista da pacchetto holiday tutto compreso.
Facciamo spesso acquisti anche importanti di prodotti locali, andiamo tutti i giorni a far la spesa e visitiamo, grazie alla nostra mobilità, più luoghi nella stessa zona; musei, mostre, rassegne, mercati, andiamo a teatro e al cinema”. Nino era sempre stimolante e portatore anche di novità come quella volta che scrisse: “Sognando il campercargo, per i camperisti si stanno aprendo nuovi orizzonti!” (si divertiva a creare anche dei neologismi) ci segnalava questa affascinante notizia in attesa che si potesse realizzare concretamente, ricordo che si era informato anche presso la compagnia Grimaldi per fare delle partenze dal porto di Gioia Tauro in Calabria, con destinazione Libano, Israele, ed Egitto.
Forse non sono molti a sapere, e qualcuno ha vantato in altri tempi la primogenitura, che Nino tra le altre cose fatte durante la sua vita di camperista si è molto battuto per l’eliminazione del super bollo sui camper, abolito con la finanziaria nel gennaio del 1996.
Certo molti camperisti neofiti non sanno neanche di cosa stiamo parlando, ma quando tutti erano sordi all’eliminazione di questo balzello che colpiva le autocaravan come “beni di lusso” come scriveva nel n. 21 de la Farfalla l’allora presidente Andrea Fioretti ed anche testate nazionali che non se ne occupavano, Nino seguendo l’iter legislativo della proposta di legge del Sen. Fausto Giovanelli (amico dei camperisti, del quale abbiamo avuto il piacere di pubblicare tra l’altro il viaggio sul Nanga Parbat in trekking sul K2 su i Timoni n. 19 a marzo del 2005) intervenne con tempestività quando, nei momenti di bufera parlamentare, le poche parole del decreto di nostro interesse potevano essere cancellate o dimenticate, travolte da interessi di altro spessore.”
Nino tra l’altro era un’ottimo compagno di viaggio e nelle emergenze conoscendo in maniera egregia diverse lingue, come quella volta che ad Hama in Siria l’amico Tonino Bianchin si accorse che il mio camper perdeva olio dalla coppa, facendo continui rabbocchi riuscimmo a raggiungere Afyon in Turchia.
Riparammo il mio camper, ed il suo che nel frattempo aveva dato segni di stanchezza la pompa dell’acqua del motore. Per fortuna c’era Nino che parlando con il Turco in tedesco riuscì a fargli capire di cosa avevamo bisogno, mentre riparavano il mio camper fu accompagnato da un altro turco in un altro paese a cercare la pompa dell’acqua.
Sempre in Siria, all’epoca non c’era l’aria condizionata sui camper, quando faceva caldo e si guidava di giorno a volte l’aria era irrespirabile, durante una sosta non voleva più ripartire, ci avvicinammo io e Peppe Truini il quale gli disse devi ripartire, lui ci rispose non voglio più guidare lasciatemi morire qui, e Peppe di rimando noi ce ne andiamo, dopo qualche istante lui era il 2° della fila dietro a Peppe.
E parlando al baracchino disse: questa è l’ultima volta che viaggiamo dopo mangiato, “alla contr’ora si fa la pennica!”
Una cosa che avevamo in comune viaggiando insieme era la curiosità di cercare cose particolari, come quando a Damasco trovammo la stazione dov’erano le carrozze dell’Orient Express trasformate in bar.
Fu anche uno dei pochi camperisti a viaggiare in Algeria (vedi la fotografia sopra del suo visto sul passaporto), stimolando un altro amico camperista Walter Romani a seguire il suo esempio.
Per cinque sei anni ci siamo visti praticamente quasi tutti i giorni, all’epoca fino al 2002 prima di andare in pensione insegnavo all’ISIA di piazza della Maddalena, sito nel vecchio Convento dei Camilliani, con scale del ‘600 un po’ scomode, le prime volte veniva a trovarmi fino al 4° piano nella mia aula, poi dopo il pace-maker prima mi telefonava e ci incontravamo in piazza, a volte andavo a prendere un aperitivo negli uffici del Senato “all’ex Albergo Bologna” in via di Santa Chiara, prima di entrare mi controllava: “ce l’hai la cravatta altrimenti salgo e ti porto quella di scorta”.
Grazie a lui ho potuto vedere “quasi toccare con mano, dalla finestra del suo ufficio” la spirale della chiesa di Sant’Ivo a La Sapienza, mi fece visitare anche i resti romani sotto il senato, che oggi fanno da collegamento tra i vari edifici. Eravamo di casa anche al Bar Di Rienzo in Piazza della Rotonda al Pantheon, dove spesso incrociavamo anche un altro amico camperista Marino Bonardelli.
Altro punto d’incontro per fare due chiacchiere a volte per prendersi un caffè era la tappezzeria dei fratelli Bucci, che Nino chiamava affettuosamente “la nostra edicola”, il punto di distribuzione della nostra Rivista “free press iTimoni” nel centro storico, in via del Teatro Valle, dove nonno Attilio padre di Luigi e Remo (altro amico camperista) faceva del buon caffè e diceva: “dove ce ne stanno tre se ne fanno uscire anche cinque”.
Il mondo romano di Nino era nel centro storico dove un tempo abitava in una bella casa a Trastevere, talmente piccola che solo un camperista l’avrebbe potuta acquistare, era se non ricordo male di circa 25 mq, ma con un soffitto talmente alto di circa 5 metri che ne aveva ricavato un soppalco nel quale aveva realizzato una mansarda per la camera da letto (come un camper).
Era molto ingegnoso ed essendo un camperista aveva trovato il modo di usare lo spazio in modo molto razionale. Solo successivamente aveva acquistato un locale attiguo e aprendo un tramezzo aveva realizzato un mini appartamento con tutti i crismi, compresa una scala a chiocciola con vista sui tetti di Trastevere.
La casa aveva problemi di umidità non facili da eliminare, così decise di trasferirsi, ma se ne distaccò con amarezza gli piaceva molto vivere a Trastevere e poter andare a piedi da casa al lavoro.
Questo era Nino un giornalista che, come ripeto aveva girato tutto il mondo, conosceva anche tanta gente importante ma, era felice con i suoi amici camperisti, che sono uno spaccato di società di tutti i ceti sociali, però ultimamente era stanco degli ignoranti, di tutti quelli che erano arrivati a questo tipo di turismo non secondo la vecchia trafila: tenda canadese, roulotte e camper, (spesso i più indisciplinati e sporchi), ma direttamente a camper mega galattici (che chiamava grandi frigoriferi per il colore e le dimensioni), pretendono di sostare ovunque togliendo la visuale del paesaggio a volte anche per fare una fotografia.
Un giorno in piazza del Pantheon si mise a discutere con i vigili urbani che, sostando con il loro camper ufficio davanti al monumento impedivano ai turisti di fare liberamente delle foto.
Che devo aggiungere… ciao Nino, e come dicono i camperisti se puoi tienimi un posto vicino a te per quando sarà il mio turno.
Caro Nino Hai terminato il tuo ultimo viaggio, il più importante della tua vita il tuo “Peras” l’al di là degli antichi greci. Per me, per noi, che abbiamo viaggiato in questa vita con te, sappiamo quanto sei stato un compagno unico e particolare. Il tuo modo di relazionarti con noi schiettamente senza giri di parole, senza finzioni e conformismi ti ha reso un insostituibile amico. Per alcuni forse sei stato scomodo, non per noi che ti amiamo e ti avremo sempre nel nostro cuore apprezzando le tue qualità di maturo viaggiatore. Da cardiopatici ogni tanto ci raccontavamo i reciproci acciacchi. Tu hai cercato con il tuo cuore nonostante 4 bypass e 1 pacemaker, di superare il mostro del male che in meno di 45 giorni ti ha stroncato. Ed hai sopportato, hai combattuto fino alla fine, in silenzio, con dolore, ma con dignità. Un mese prima di ammalarti avevi messo in vendita il tuo camper, forse un presentimento inconscio di quello che stava accadendo. Evidentemente non eri il tipo che lasciava le cose a metà, volevi sistemare tutto prima dell’ultimo viaggio. Ti siamo vicini Nino, ti vogliamo bene e come diceva un famoso viaggiatore: Viaggiare è il vero scopo del viaggio. Non importa dove si va. L’importante è andare. Ed io ti dico tu sei andato. Ciao Nino i tuoi amici camperisti. (Così lo abbiamo salutato durante la cerimonia funebre). <Nella foto Anna D’Ortenzi e Nino Grazzani ad Aqaba nel 1997, due grandi amici stroncati dallo stesso male>.