La prefazione del libro è a cura di Margherita Hack, l’autrice Luisa Rossi ci racconta di donne viaggiatrici, esploratrici e geografe che fra il 1500 e il 1900 sono state capaci di smentire l’antico pregiudizio che il gentil sesso non è in grado di leggere una mappa ed è assolutamente privo di senso dell’orientamento.
Ciò che la tredicenne allieva aveva completato non era una carta geografica a inchiostro su carta, ma una mappa ricamata. È vero che “le donne non sanno leggere le carte” e che le loro attitudini territoriali sono molto meno sviluppate, per natura, di quelle degli uomini? Davvero rispetto a essi, come afferma un solido pregiudizio, le donne hanno un minore senso di orientamento?
E, infine, perché le donne sono rimaste, fino a tempi recentissimi, al di fuori delle istituzioni geografiche? La storia della geografia risulta essere fino ad oggi una “storia senza donne”. Eppure dagli interstizi di una storia della geografia, della cartografia e del territorio scritte al maschile emerge, con Luisa Rossi, un quadro diverso, un’altra mappa del mondo.
“Altra”, perché i risultati delle ricerche mettono in luce una partecipazione femminile assai più ampia di quella conosciuta. “Altra”, in quanto, anche per il sapere territoriale, vale la teoria del posizionamento, su cui si fonda l’analisi di genere. Dopo un’ampia introduzione teorica, il libro affronta una galleria di casi significativi della partecipazione delle donne al viaggio, alla scoperta e alla rappresentazione del mondo (sia in spazi esotici che vicini), concludendosi alle soglie del secolo scorso, con il primo, ma non timido, ingresso di una geografa nell’Università.
L’altra mappa di Luisa Rossi (pagg. 352 Diabasis Editore).