Novità:
quest’anno
percorsi
paralleli
di prova
in bicicletta
e in nordic
walking.
di Andrea Tancredi
Dal 25 aprile al 1° maggio da Città di Castello a Roma prenderà il via la “XXIX Discesa Internazionale del Tevere in canoa”.
La manifestazione è un camping nautico con finalità sportive, ecologiche e turistico-culturali, con cadenza annuale, e radici lontane. La prima discesa del Tevere in canoa, con il percorso che è poi diventato l’attuale da Città di Castello a Roma, risale addirittura al 1969. L’organizzatore fu il milanese Granacci, autore anche di una prima guida del fiume in cui venivano segnalati le varie rapide e i passaggi invalicabili.
Dopo quella del 1969, nel 1973 fu organizzata una seconda discesa del Tevere da Città di Castello fino a Roma, promossa dal Canoa Club Milano in collaborazione con il Canoa Club Città di Castello.
Per motivi organizzativi però la discesa arrivò solo fino al lago di Corbara, e per questa ragione non ne fu tenuto conto nella numerazione delle edizioni successive.
L’edizione del 1982 fu la prima discesa organizzata da colui che viene considerato, a tutti gli effetti, il padre della manifestazione, ovvero Francesco Bartolozzi. Quell’anno la partecipazione alla discesa fu scarsa ma va data atto a Bartolozzi d’aver insistito nella manifestazione pur dopo un avvio deludente, e i risultati non tardarono ad arrivare. L’anno dopo, il 1983, si svolse la IV, che cominciò ad avere i connotati delle ultime.
A questa discesa partecipò, per la prima volta, un altro personaggio che ha dato un grande impulso alla manifestazione: Mauro Marsilii. Per la prima volta venne utilizzato un camion dell’esercito per il trasporto dei bagagli e cominciò a crescere il numero dei partecipanti (che spesso salivano in canoa per la prima volta, con conseguenti “bagni” a ripetizione). Nel 1984 la Discesa del Tevere era ormai diventata adulta.
I partecipanti arrivarono a circa duecento e vi fu l’assistenza dell’esercito che fornì due camion con i quali veniva effettuato il recupero degli autisti delle canoe ed il trasporto dei bagagli.
Cominciò inoltre ad essere nutrita la partecipazione d’equipaggi tedeschi, attirati anche dalle zone artisticamente interessanti attraversate dal Tevere. Negli anni successivi la manifestazione si è standardizzata ed è diventata ormai un classico degli appuntamenti canoistici europei. Il numero di partecipanti è variabile, ma generalmente attestato intorno alle 100-200 iscrizioni.
Partecipano singoli e famiglie, dai 10 agli 80 anni, dall’Italia, ma anche tanti dalla Germania, Austria, Svizzera e da altri paesi.
La manifestazione ha anche un importante valore ecologico, poiché com’è noto, nei corsi d’acqua confluiscono tutti gli elementi inquinanti del territorio e poiché il canoista si bagna dell’acqua che percorre, egli è portato a rivendicare che rispettosi dell’ambiente lo siano anche gli altri: dunque è un ambientalista “per sua natura” specie se non è motivato dalla vittoria di una gara, ma dalla predilezione che usa accordare alla qualità della vita, alla semplicità, al contatto con la natura. Il canoista, specie se indigeno, effettua – anche inconsapevolmente – un monitoraggio continuo e periodico del corso di un fiume.
Difficilmente gli sfuggono fenomeni e aggressioni come l’erosione delle sponde, i prelievi illegali d’acqua, le immissioni inquinanti, le morie di pesci, l’invasione di specie alloctone, gli sbarramenti non autorizzati, la presenza di non biodegradabili.
Tutti fenomeni che un monitoraggio tradizionale attuerebbe con grande difficoltà.
Nel tipico paesaggio collinare della Valle del Tevere, il fiume scorre tra storiche cittadelle arroccate sui poggi ed in prossimità d’insediamenti archeologici di epoche diverse. Inserendosi in questo contesto, la manifestazione unisce alla semplicità e alla frugalità aspetti di notevole dimensione culturale – per la verità apprezzati più dagli stranieri che dagli italiani! – e propone un uso del tempo libero a contatto con la natura e con i centri minori, lontano dagli schemi dominanti del consumismo e della selezione in vincitori e perdenti.