Tempo di fiere. Evitiamo i
colpi di fulmine valutando
attentamente prima di comprare.
di Franco Liboa
Le manifestazioni espositive mostrano l’intera gamma produttiva (o quasi) delle varie aziende, con proposte non di rado abbinate ad offerte temporanee, allettanti per molti visitatori. Vedere tanti veicoli insieme, in bella mostra, stimola il desiderio dell’acquisto, e la voglia di possedere quel mezzo spesso porta con troppa fretta alla stipula del contratto.
Però varie volte quel veicolo non è consono alle nostre esigenze; ce ne accorgeremo con l’uso e cominceremo a recriminare. Nel frattempo se n’è andata una barca di soldi e cambiarlo significa non solo rimetterci, ma spenderne altri.
Purtroppo è una realtà che si ripete ogni anno, colpendo soprattutto neofiti e meno esperti.
Permetteci di consigliarvi
Si, bisogna fare molta attenzione prima, per non piangere poi.
Noi vogliamo essere chiari essendo utenti come voi e perché non siamo vincolati da contratti pubblicitari.
Una rivista di settore deve insegnare, spiegando in modo esplicito, ed il lettore non deve leggere tra le righe, indovinando ciò che non si ha avuto il coraggio di dire, o, se volete, la possibilità di scrivere.
Basta con le parole inutili, buone solo a riempire spazi; basta con frasi come: nell’equilibrio prezzo qualità, ecc. Occorre raccontare le cose come stanno, francamente, senza timore di dispiacere a qualcuno, perché il lettore è la ragione di vita della testata e chi compra spesso firma pacchi di sudate cambiali.
Entriamo in argomento.
Avvertenze preliminari
Ecco alcune regole di base per evitare errori grossolani.
1) il camper è un veicolo concepito per l’uso nell’intero arco dell’anno, anche in pieno inverno. Tenerlo fermo a lungo significa rovinarlo ed un utilizzo solamente estivo è sbagliato, spendereste male i vostri soldi. Allora è meglio noleggiarlo, o orientarsi su altre soluzioni. Comunque l’autocaravan non offre una vacanza economica; pensate a quanto costa comperarlo, mantenerlo e andarci in giro.
2) dentro un camper la privacy è solo apparente; pertanto è idoneo ad accogliere un solo nucleo familiare, scartando l’aggiunta di parenti, amici e conoscenti. Meglio eliminare l’ipotesi di fare vacanze in società sullo stesso veicolo. Quindi orientarsi verso un mezzo a misura di equipaggio, prevedendo l’arrivo di qualche figlio, se gli acquirenti sono sposini.
3) un veicolo compatto si muove più agilmente su tracciati stretti e tortuosi; è ideale per viaggiare, ma offre minor spazio all’interno; tutto non si può avere. Comunque è bene confrontare modelli con diverse disposizioni ma con dimensioni simili.
4) troppi letti rubano spazio a vani preziosi: toilette, cucina, armadi, pensili e ripostigli vari sono necessari.
5) i posti omologati prevedono altrettante persone in viaggio, in sosta diurna e notturna, con il loro vestiario (anche invernale, perciò voluminoso), le attrezzature varie e le provviste. Ci sono adeguati ripostigli, ove riporre il tutto ordinatamente? E ci sono altrettanti posti a tavola? Il camper non è la mensa aziendale, dove si mangia a turni. Controllate, è nel vostro interesse.
6) il vano garage allunga sensibilmente il veicolo, però oggi è di gran moda ed è presente su un’alta percentuale di modelli. Ma è un invito a caricare, quindi attenzione al peso che può sopportare. Dovrebbe esserci una targhetta con il valore limite riportato, che non solo non deve essere superato, ma è bene non sia neppure sfiorato, perché il peso statico è una cosa, quello dinamico (in marcia) è tutt’altra. Non trasformiamolo in una cantina, o ripostiglio, che dir si voglia. Scrutiamo con severità la struttura di supporto, non dimenticando che ci sono anche scocche e/o telai che si sono deformati per un peso eccessivo, e pensiamo a cosa potrebbe succedere se in viaggio, con sobbalzi e sollecitazioni varie, si sfondasse il pavimento.
7) la portata è la capacità di carico. Si ottiene sottraendo la tara (peso a vuoto) da quello a pieno carico. Sono due dati che dovrebbero essere scritti e conosciuti prima di firmare il contratto. In non pochi casi si rischia che l’equipaggio al completo non possa salire a bordo, neppure nudo e senza provviste di sorta. Si considerino bene anche gli accessori che si intendono installare; spesso stravolgono la situazione.
8) lo sbalzo posteriore purtroppo è quasi sempre al limite, esagerato, soprattutto sulle trazioni anteriori, ma anche su quelle posteriori, specie se a ruota singola. Tanti mezzi sono già seduti pur se totalmente vuoti, basta osservarli di fianco. Attenzione: non di rado quando sono esposti hanno i piedini abbassati, come puntelli, o, in alcuni casi, il retro treno appoggia anche su cavalletti. Occhio all’altezza da terra dello scalino sulla porta di ingresso della cellula. Spesso ci sono pedane espositive per mascherare la scomodità di accesso.
9) le meccaniche oggi hanno tutte motori turbo, potenti (fin troppo). Ma è bene che i cavalli scaturiscano da una cilindrata elevata, anziché essere spremuti come limoni da una inferiore. A noi servono muli da soma, non puledri da corsa.
10) trazione anteriore o posteriore? Ognuna ha pregi e difetti ed i suoi fautori. Non vogliamo essere polemici; vi forniamo solo alcuni parametri di confronto. Poi deciderete voi.
La trazione anteriore, a parità di dimensioni di mezzo, è più leggera: manca il lungo albero di trasmissione, il differenziale non è quello classico, più pesante e voluminoso; lo stesso dicasi per i semiassi.
Di conseguenza una tara inferiore equivale a maggior portata. Facilità di allestimento per il costruttore, avendo il sottoscocca con più spazi disponibili. Minor costo. Consumi carburante inferiori.
Però maggior raggio di sterzata. Risente di più degli sbalzi posteriori elevati; richiede più attenzione alla distribuzione dei pesi sui due assi. Minor aderenza sulle ruote di trazione su strade innevate, ghiacciate, sterrate, su erba, ecc. Freno motore sulle ruote anteriori: attenzione alle discese su strade di montagna, specie in inverno.
Trazione posteriore: più pesante, ma possibilità di assale posteriore a ruote gemellate (sei ruote che poggiano a terra, in tutto), quindi più aderenza sul terreno; più stabilità in marcia, anche se i maggiori attriti aumentano i consumi. Sterzata più stretta. Trazione più indicata per la montagna, specie in inverno, e su sterrati.
Più camion e meno auto. Personalmente la preferisco.
Particolari fondamentali
Entriamo in alcuni dettagli molto importanti, anche se per motivi di spazio, non è possibile occuparci di tutto.
La toilette è il vano per le necessità fisiologiche quotidiane e le operazioni di pulizia.
L’accesso sia sempre agibile, specie di notte, anche con eventuali letti trasformabili aperti a matrimoniale, nelle adiacenze.
L’ingresso consenta di entrare e uscire senza contorsioni e le dimensioni interne di muoversi senza urtare ovunque.
Per motivi di impermeabilità dovrebbe avere un rivestimento totalmente in materie plastiche, pavimento compreso.
Lo stesso vale per la doccia, spesso in uno spazio laterale, separabile e chiudibile tramite tenda, o divisorio a soffietto. Il foro per il deflusso dell’acqua dal piatto doccia sia al centro del catino e meglio ancora se più basso rispetto al pavimento.
I WC oggi sono quasi in toto a cassetta estraibile, sormontati da una tazza mobile, orientabile. Il sistema è valido, ma l’ubicazione spesso crea problemi.
Attenzione all’altezza della tazza, spesso troppo alta da terra, specie per chi è basso, o di media statura (quella dei WC domestici è di cm 40 circa). Se i piedi non appoggiano bene sul pavimento la seduta è scomoda (provare per credere). Sbagliato pensare di sedersi più in avanti, perché il peso del corpo è decentrato verso l’esterno, creando sollecitazioni anomale (la struttura è in plastica!).
Inoltre si rischia di non centrare il buco, cosa molto importante, perché si sporcherebbe la tazza, con maggiori operazioni di pulizia, consumo d’acqua e di carta, riducendo un’autonomia già limitata. Non è tutto. Verificare che stando seduti correttamente le ginocchia non urtino contro la parete opposta, specie per chi è alto. Farla stando solo accucciati è una penitenza, ma non ci si può neppure sedere di traverso, contravvenendo all’ergonomia e sporcando ancor di più l’invaso. Ci sia pure lo spazio per aprire giustamente le cosce, perché farla a gambe strette è una vera tortura, se non impossibile.
E non è ancora finita; arriva il momento di pulirsi! Non ditemi che sono prosaico! Lo so, di questi dettagli nessuno scrive, ma sono necessità quotidiane, realtà e pecche che vanno affrontate.
Tra la tazza e la parete retrostante deve esserci sufficiente spazio per il passaggio agevole del braccio, della mano, e della carta ovviamente, senza correre il rischio di dipingere la parete, né se stessi. Datemi retta: fate tutte queste prove sedendovi e simulando la reale situazione; è vostro interesse per non imprecare dopo. E sarebbe da cretini spendere una tombola per non poterla neppure fare come si deve!
Il lavabo non sia una minuscola acquasantiera, dovè già problematico lavarsi le sole mani senza bagnare per terra. Non sia installato sotto una finestra, magari pure trasparente, ma sia sormontato da uno specchio di normali dimensioni.
La giusta aerazione sia assicurata dalla finestra e da un oblò, meglio se dotato di aspiratore e posto sul soffitto del vano doccia.
Il riscaldamento è fondamentale in un vano dove spesso si sta spogliati.
La bocchetta della canalizzazione sia a livello di pavimento o quasi, e non più su; l’aria calda va dal basso verso l’alto e sentire freddo ai piedi non è piacevole. Un porta asciugamani è necessario e meglio se è accanto al lavabo. Il porta rotolo della carta, se presente, sia in posizione comoda e non dietro alla schiena. Un tubo appendiabiti, in alto nel vano doccia, è utile per far gocciolare capi bagnati, o per appenddervi uno stendino volante, in caso di prolungato maltempo.
I letti
Diciamo subito che i letti pronti (da non dover comporre al momento) sono i più comodi, checché se ne dica, quindi da preferirsi, anche se possono incrementare la lunghezza del veicolo.
Ovviamente ce ne sia uno per ogni componente dell’equipaggio. La prima verifica da fare è sulle dimensioni degli stessi, tenendo presente che la larghezza di un matrimoniale deve essere al minimo non inferiore a cm 120, mentre per il singolo la soglia è a cm 60.
È meglio siano più comodi. Per le lunghezze non si dovrebbe scendere sotto a cm 190 o 200.
Di norma questa misura è superata nei letti matrimoniali trasversali delle mansarde ed in quelli sovrastanti i vani garage, oppure nei letti, sempre trasversali, a castello, in coda. Viceversa in quelli longitudinali spesso si è al disotto, quindi verificate.
Comunque, in caso di dubbi, è sempre bene misurare non fidandosi dei depliant (non manchino mai metro, carta e penna), o provare a sdraiarsi, assumendo la posizione in cui si è abituati a dormire normalmente. Lo spessore dei materassi non risulti mai inferiore a cm 10 – 12 e la densità sia elevata, resistente alla compressione. Un supporto di fondo a doghe di legno è più confortevole rispetto ad un piano compatto.
Nei letti a castello, verificare che non siano troppo vicini e che il superiore abbia una certa distanza dal soffitto. Se sono destinati a bambini è meglio che abbiano la rete anticadute.
Ricordiamo che ogni letto andrà rifatto; controllate che non ci siano contorsioni da affrontare, anche perché, a differenza di quelli domestici, non si può operare girando intorno al letto: anzi spesso bisogna lavorare standoci sopra. Attenzione pure a quelli nei quali le estremità si infilano in spazi angusti. Per salire in mansarda e/o sul castello, occorre una scaletta di lunghezza idonea. Quella per il tetto, se mobile, potrebbe essere eccessiva.
La cucina
È una zona importante le sue dimensioni dipendono da quelle del veicolo e dei posti a bordo.
Oggi la moda le vuole con gruppi di cottura più consoni a quelli domestici che ad un veicolo ricreazionale.
Quattro fuochi sono assolutamente inutili, specie considerando l’eccessiva vicinanza dei fornelli, più indicati ad accogliere le pentoline delle bambole, che una normale pentola ed un tegame (o padella).
Due fuochi sono sufficienti; inutile il forno (meglio il ristorante per menù elaborati); ma anche lo scaldavivande non è indispensabile.
Comunque a piacere vostro. Ci sia invece un discreto piano di lavoro vicino ai fornelli. Attenzione allo spazio intercorrente tra la cannula del rubinetto ed il fondo del lavandino, non di rado insufficiente per lavare una pentola media senza schizzare acqua intorno.
Un cassetto per le posate è indispensabile, lo stesso dicasi per il mobile base, nel quale riporre un minimo di provviste, scatolame ed altri oggetti pesanti. Un pensile (in genere a due ante), con cappa aspirante accoglie pentolame ed altre stoviglie (possibilmente leggere).
Il frigo oggi si vuole capiente (fin troppo) e con freezer separato; neanche se si dovesse attraversare il deserto, o mancassero negozi e supermercati. Da evitare le colonne con il forno sopra il frigo, o, peggio ancora con la stufa sotto! Il frigo ne soffrirebbe, specie in estate.
I ripostigli
Un armadio è indispensabile, ma a volte ne servirebbero anche due, specie in inverno, se l’equipaggio è numeroso. Inutile un enorme vano vuoto extralungo; meglio uno o due piani interni, comodi per pigiami (specie se sotto c’è la stufa), tute, asciugamani, ecc.
I pensili dovrebbero essere uno per persona, oltre a quelli per la cucina.
Sarebbe bene fossero dotati di piani intermedi mobili, anziché avere un grosso scatolone vuoto.
I gavoni sono comodi per oggetti pesanti, lunghi, o ingombranti.
Ma i relativi portelli abbiano dimensioni adeguate, altrimenti penalizzano carico e scarico. Molte altre cose ci sarebbero ancora da dire, ma lo spazio non lo consente.
Sperando di essere stati utili rinnoviamo l’invito a ponderare oculatamente e a paragonare prima dell’acquisto, perché i colpi di fulmine possono costare cari.