Un’esigenza quotidiana, o quasi.
Non sempre di facile soluzione
e che talvolta puo’ indurre a
comportamenti molto scorretti.
di Franco Liboa
Scaricare è una necessità, è vero, ma occorre pensarci con il maggior anticipo possibile, per farlo correttamente.
Quindi è bene non rimandare, per non trovarsi poi con l’acqua alla gola e non essere costretti al famigerato “molla e fuggi”.
Queste considerazioni, assolutamente di rigore per le acque nere, valgono anche per le “grigie”, non considerando le vigenti disposizioni di legge, che prevedono pesanti ammende, in Italia e all’estero.
Perciò l’ineccepibilità sia sempre la regola quotidiana, ovunque ci si trovi.
AUTONOMIA E PESI – I serbatoi in dotazione pare siano sempre insufficienti, tanto che molti ne fanno installare un secondo, supplementare.
E non soddisfatti di aver spesso raddoppiato la scorta delle acque chiare adottano lo stesso provvedimento per quelle grigie. Magari l’equipaggio è di due sole persone e va esclusivamente in camping. Pare che oggi disporre di un’autonomia esagerata sia quasi la norma, o una moda.
Ma la conseguenza peggiore è la tendenza a viaggiare sempre con i serbatoi pieni, o quasi, come se ogni giorno si dovesse attraversare un deserto, non considerando che ogni litro d’acqua pesa 1 Kg e 100 litri sono altrettanti chili imbarcati! Un carico inutile che grava sulla non indifferente massa totale del veicolo e contribuisce ad aumentare i consumi di carburante.
È meglio abituarsi a centellinarla con parsimonia e razionalità; così non serve avere tanta acqua a bordo. Inoltre, con rifornimenti più frequenti, si evitano ristagni nei serbatoi, a favore di una miglior igiene.
Lo stesso, a maggior ragione, vale per le acque nere e grigie, pesi assolutamente negativi da portare appresso ogni giorno, puzzolenti e possibili fonti di batteri.
Per questo è bene fare spesso accurati lavaggi dei contenitori, utilizzando pure specifici additivi, oltre a cercare di svuotare quotidianamente i serbatoi. Non è difficile; basta entrare in questo ordine di idee e dotarsi di qualche valido ausilio che agevoli le operazioni da fare.
LE ACQUE NERE – Sono prodotte dall’uso del wc e la problematicità del loro smaltimento deriva dal tipo di installazione in dotazione e dal serbatoio di raccolta ad esso associato.
Nelle toilette con cassetta estraibile, oggi le più diffuse, il problema non esiste.
Si prende il serbatoio di raccolta e lo si scarica in un apposito pozzetto (se presente), o negli svuotatoi dei campeggi, o in un qualsiasi gabinetto.
L’unica scomodità può essere il peso nel trasporto manuale, anche se al massimo siamo nell’ordine di una ventina di chili. Comunque l’inconveniente è facilmente superabile.
Basta dotarsi di un carrellino su cui appoggiare il serbatoio in questione e si elimina qualsiasi sforzo, tanto che potrebbe trasportarlo tranquillamente anche un ragazzino.
NOTA: è conveniente che il sopraccitato carrello abbia un’adeguata superficie d’appoggio per accogliere il serbatoio in posizione orizzontale, ad evitare possibili gocciolii dagli sfiati, che nel tempo possono verificarsi, specie traslocandolo in verticale. Occorre pure un robusto elastico, o una cinghia per fissarlo durante il trasporto.
Non serve un articolo specifico; è sufficiente un carrellino per valigie, o simile a quelli per la spesa, a patto che:
1) Sia robusto ma leggero, e, se possibile, non arrugginisca.
2) Sia pieghevole, per riporlo agevolmente in qualsiasi gavone quando non in uso, senza rubare troppo spazio.
3) Abbia un impugnatura estensibile, ergonomica, per camminare in posizione eretta durante il trasporto.
4) Le ruote siano di buon diametro e larga sezione, per non sprofondare su sabbia, terreni cedevoli, o ghiaiosi. Un attrezzo di questo genere è un ausilio valido per molteplici impieghi: rifornimento d’acqua, taniche di smaltimento delle acque grigie, nere, per la spesa, per attrezzature sportive, fotografiche, ed altro. Insomma per mille impieghi diversi. Personalmente ne uso uno da oltre vent’anni, acquistato in un supermercato con poca spesa. Comunque, lo ripeto, la toilette a cassetta (oggi disponibile anche in versione con ruote), o quelle più anziane, totalmente mobili (Bi Pot, Porta Potti, o simili) costituiscono il sistema più semplice, igienico e di più agevole svuotamento.
Fra l’altro, avendo i serbatoi all’interno del mezzo, in inverno non sono soggetti al gelo, con temperature molto basse. Il wc “nautico”, che ha imperato per molti anni, ma oggi non viene più installato, invece ha creato parecchi problemi per lo scarico corretto, avendo un serbatoio fisso, di grande capienza, che offre una lunga autonomia, ma per lo svuotamento necessita del pozzetto classico (a volte realizzato male) e che può richiedere particolari manovre per il “centraggio”.
Ma, se in Italia i pozzetti non abbondano, all’estero talvolta sono proprio pochi. Comunque scaricare correttamente è possibile, anche se non comodissimo, avvalendosi di specifici ausili.
Un serbatoio mobile di raccolta è la giusta alternativa, purché abbia, o sia corredabile, di apposito tubo di raccordo per accoppiarsi con quello fisso del veicolo.
Ciò consente di frazionare lo scarico in varie operazioni, perché la capacità del nautico può arrivare anche a 100 litri. Di conseguenza è impensabile portare appresso un contenitore mobile di tale stazza, che sarebbe pure difficile da stivare.
Quindi meglio avvalersi di un serbatoio più piccolo, più facile da trasportare e riporre. Tra tutte le possibilità che offre il mercato, uno tra i più capienti è il Roll Tank 40 w, della Fiamma, da 40 l, dotato di ruote e disponibile anche nella versione per acque potabili.
Scendendo verso modelli più piccoli abbiamo il Roll Tank 23 w da 23 l, anche qui con versione per acqua potabile, oppure i tank 21 e 18 l. Inoltre il nautico, avendo il contenitore di bordo all’esterno, in inverno creava problemi di gelo. Per questi motivi già da anni è stato soppiantato da quelli a cassetta, tanto che oggi si trova solo su mezzi piuttosto anziani.
Le “proboscidi” sono i naturali quanto indispensabili cordoni ombelicali per lo svuotamento, tramite travaso, dai serbatoi fissi. In genere sono tubi flessibili, lisci o corrugati, e magari estensibili a soffietto, dotati dei necessari bocchettoni di raccordo. Le prime, quando non in uso si ripiegano per essere riposte; le seconde si comprimono a “fisarmonica”.
Ovviamente dopo l’uso occorre un’accurata pulizia. Per le acque nere in genere si usano conduttore di diametro maggiore, data la specificità dell’utilizzo e le misure dei bocchettoni (diametro 3 pollici, pari a circa 6,62 cm).
LE ACQUE GRIGIE – sono prodotte dai lavandini e dalla doccia e rispetto alle nere hanno meno problemi per lo svuotamento, perché meno inquinanti.
Comunque non è consentito scaricarle dove capita: non nei tombini destinati alla raccolta delle pluviali, tanto meno sulla sede stradale, o a margine. Se non c’è il solito pozzetto si deve ricorrere ai serbatoi mobili di raccolta (ne esistono tanti e di varia capienza); quindi si versano in un gabinetto.
Un valido accorgimento consiste nel travasarle nel serbatoio del wc a cassetta, dopo averlo scaricato del suo contenuto; quindi si vanno a svuotare.
Così abbiamo cominciato a pulire anche questo contenitore. Anche per le acque grigie ci sono specifiche “proboscidi”, con diametri inferiori, intorno ai 30 mm, Oppure si può utilizzare un segmento di tubo ed una tanica a bocca un po’ più larga rispetto a quelle classiche.
LE SONDE DI LIVELLO – ormai sono una dotazione di bordo abbastanza standard, ma, attenzione, nel tempo non sempre danno indicazioni corrette.
A volte misurano per difetto, altre per eccesso, altre ancora danno solo l’allarme del troppo pieno e magari anche troppo… tardi! Per il wc a cassetta è meglio osservare attraverso il foro con la saracinesca aperta.
Per quelle grigie abituarsi a scaricarle quotidianamente, che significa conoscere quante se ne producono e regolarsi di conseguenza. Buon viaggio! .