Monossido di carbonio, gpl e gas narcotizzanti.
Come scoprirli e difendersi, con gli
apparecchi rivelatori di presenze letali.
di Franco Liboa
Nella stagione invernale sui veicoli ricreazionali l’impiego di stufa e boiler è quotidiano. Ma si incrementa anche l’uso dei fornelli, le cui fiamme, a differenza di quelle dei sistemi di riscaldamento (in camere a combustione stagna), bruciano libere nell’ambiente consumando ossigeno. Il tutto avviene con un minor ricambio d’aria a bordo, a causa del freddo, che induce a tenere chiuse porte e finestre. Così potrebbe aumentare il rischio di formazione e ristagno di gas nocivi, anche letali. Esaminiamo i problemi per trovare le soluzioni migliori.
IL MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) – È un gas inodore, incolore ed insapore, non irritante (quindi non percepibile); è un asfissiante chimico, che si sostituisce all’ossigeno presente nel sangue e può portare rapidamente alla morte. Ha una densità inferiore a quella dell’aria (densità relativa = 0,967), quindi tende a stratificarsi verso l’alto.
In un ambiente la concentrazione di CO può diventare pericolosa, talvolta letale, in caso di malfunzionamento di apparecchi a combustione (caldaie, boiler, stufe, caminetti, fornelli, ecc. che bruciano combustibili fossili: gas, kerosene, gasolio, carbone, legna, ecc). Ciò può succedere a causa di canne fumarie lesionate, ostruite in parte o in toto, o per un guasto all’apparecchio, o per la diffusione nell’ambiente dei gas residui della combustione.
Nei veicoli ricreazionali a motore il rischio può derivare pure dall’infiltrazione e/o dal rientro nella cellula abitativa dei gas di scarico del propulsore stesso, o per un guasto, o per difetto, o se il terminale dello scappamento è vicino a qualche apertura del mezzo (apertura che può essere anche sul pavimento o su una parete); o ancora, provenire da un mezzo adiacente al nostro.
Il CO è assorbito rapidamente dai polmoni, si diffonde nella membrana alveolare ed arrivando al sangue si combina con l’emoglobina, sostituendosi all’ossigeno. Ecco un esempio di sintomi ed effetti su persone sottoposte ad inalazioni di CO, a diverse concentrazioni, in base alle p.p.m. (parti per milione) e per periodi prolungati. 200 p.p.m. lieve emicrania, stanchezza, capogiri; nausea dopo 2-3 ore.
400 p.p.m. Emicrania frontale entro 1- 2 ore; pericolo di morte dopo 3 ore. 800 p.p.m. Capogiri, nausea e convulsioni entro 45 minuti; stato di incoscienza entro 2 ore; morte entro 3 ore. 1600 p.p.m. Emicrania, capogiri e nausea entro 20 minuti: morte entro 1 ora. 6400 p.p.m. Emicrania, capogiri e nausea entro1-2 minuti; morte entro 10-15 minuti. Il legame di CO con l’emoglobina è spontaneamente reversibile una volta interrotta l’esposizione allo stesso.
La percentuale di presenza nel sangue si dimezza in 320 min. con respirazione in aria libera; in 80 min. respirando ossigeno puro a 1 atm. In 23 min. circa con ossigeno puro a 3 atm.
Precauzioni generali – Innanzitutto evitare assolutamente di chiudere totalmente porte e finestre, specie quando si sta cucinando. Lasciare sempre aperti (pure la notte), almeno in parte, oblò ed aeratori a tetto, anche in pieno inverno in montagna e con temperature sottozero. Di notte 18°C circa ambientali sono ampiamente sufficienti. Meglio usare un buon sacco letto, ma avere sempre un minimo ricambio d’aria; è molto più salutare. Prima del periodo invernale, fare controllare gli impianti di riscaldamento di bordo da personale specializzato.
I rivelatori di presenza di monossido di carbonio – Sono ausili importanti, a patto che siano prodotti tecnologici ed omologati in conformità alla norma europea EN50291, efficienti ed in corso di validità, poiché è necessario saper che il sensore elettrochimico ha una durata di 5 anni, poi si esaurisce perdendo la propria funzione. In commercio si trovano parecchi apparati rivelatori, ma pochi sono validi davvero.
Bisogna precisare che date le caratteristiche comportamentali di questo gas il rivelatore va posizionato in alto, ad una distanza di circa 1,5 -1,7 mt dal pavimento. Sarebbe consigliabile installarlo lontano dai fornelli e il più possibile vicino alla zona notte, o dove si soggiorna più a lungo.
Le caratteristiche necessarie – Deve disporre di autodiagnostica eseguita da un microprocessore, avere un tasto di prova per una verifica manuale; la rivelazione deve essere di precisione grazie ad una cella elettrochimica. Inoltre deve avere vari livelli di soglia di allarme luminosa ed acustica in presenza di differenti percentuali di CO e del tempo di esposizione, iniziando da un minimo piuttosto basso (50 p.p.m). È importante che sia autoalimentato da batterie di ottima qualità, abbia una spia di presenza di alimentazione, la segnalazione di possibili guasti e stati funzionali e quella di rivelatore esaurito.
La garanzia dovrebbe coprire tutto il periodo di vita sia della cella che della batteria (5 anni), riportando al contempo la data prevista stampigliata sull’apparato. Tra i vari prodotti oggi in commercio si evidenzia il segnalatore elettronico GUARDIAN SF350EN, della SECURCAMPER, che oltre ad avere i requisiti sopraccitati, è l’unico prodotto certificato oggi sul mercato, dopo aver superato le prove tecniche di certificazione eseguite dal BSI (British Standard Institute), ente notificato dalla Comunità Europea.
Ha ottenuto l’omologazione in conformità alla norma europea EN50291:2001 KM36020 (Rivelatori Monossido di Carbonio). È in grado di rilevare e segnalare mediante un forte segnale acustico (> 85dB a 1m), la presenza del monossido di carbonio prima che abbia effetto.
IL GAS COMBUSTIBILE PER GLI USI DI BORDO – La sigla GPL (gas petrolio liquefatto) comprende sia il propano che il butano, entrambe usati sui veicoli ricreazionali per la cucina e per gli impianti di riscaldamento aria ed acqua.
Le bombole che lo contengono e le relative tubazioni devono essere a perfetta tenuta e revisionate periodicamente, mentre tutti i relativi bruciatori devono essere dotati di termocoppie, che interrompono l’erogazione del gas in caso di accidentale spegnimento della fiamma (entro 30 secondi circa) con i rubinetti aperti, o comunque quando noi intenzionalmente chiudiamo le utenze.
Quindi non dovrebbero sussistere problemi di sorta, ma è consigliabile adottare tutte le precauzioni possibili. Inoltre, pur essendo altamente infiammabile, questo gas non è letale come il CO, salvo non si arrivi ad una concentrazione tale da poter creare un’esplosione a causa di una scintilla o di una fiammella, o comunque ad un incendio. Questo gas ha un comportamento ambientale opposto a quello del CO, in quanto essendo più pesante dell’aria tende a depositarsi in basso.
Precauzioni generali – È buona norma chiudere i rubinetti sezionatori delle varie utenze, quando queste non sono in uso, anche se il veicolo è abitato. Ma quando ci si allontana e/o si rimessa il mezzo è consigliabile chiudere pure la bombola del gas. Inoltre in occasione della sostituzione del contenitore si deve cambiare la relativa guarnizione. Occorre verificare pure la data di scadenza dei segmenti di tubo che collegano il recipiente alla tubazione dell’impianto metallico di bordo, come pure accertarsi che le condutture metalliche non presentino tracce di ruggine, né altri tipi di corrosione, o schiacciamento.
GLI SPRAY NARCOTIZZANTI – I furti ai danni degli equipaggi a bordo dei camper, utilizzando questi prodotti chimici, avvengono già da diversi anni e purtroppo sono in costante aumento. Fra l’altro il reperimento in commercio di questi gas è facilissimo, poiché si utilizzano le comuni bombolette per l’avviamento dei motori alle basse temperature, reperibili ovunque: stazioni di servizio, autoaccessori, ferramenta,supermercati, ecc. Il 70% circa del contenuto è etere etilico (dietil etere) con l’aggiunta di altri propellenti, quali il propano. L’etere è un liquido volatile e molto infiammabile che di norma richiede da 10 a 15 minuti circa per produrre l’effetto soporifero. Però oltre alla narcosi può causare anche nausea, vomito, cefalea, difficoltà respiratorie ed altro. Comunque in soggetti ipersensibili o allergici, oltre all’azione anestetica possono manifestarsi reazioni di diversa entità fino ad arrivare allo shock anafilattico.
Chi è vittima di furti attuati con l’impiego di questa sostanza in genere si risveglierà con un senso di torpore, mal di testa e nausea e non sarà in grado di guidare in sicurezza per parecchie ore. Se lo facesse aumenterebbe il rischio di incidenti, a causa di distrazione e stanchezza. Occorre precisare che i ladri, per garantirsi la sicurezza dell’effetto desiderato, spesso non esitano a introdurre una quantità di etere superiore al necessario, con maggior pericolo per le persone a bordo.
I RIVELATORI DI GPL E GAS NARCOTIZZANTI – In sostanza si tratta di apparati atti ad individuare gas esplosivi con comportamenti ambientali simili, nel senso che ambedue tendono a stratificare in basso. Quindi è possibile avere un rivelatore per entrambi i gas. La SECURCAMPER produce appunto un dispositivo denominato Narco-Block, nella versione 100 e 110 sensibile ad entrambe, con una sonda che rileva butano e propano.
La selettività della sonda è sensibilmente ridotta al dietil-etere, però la sua combinazione con il propano (presente nelle bombolette come propellente), ha dimostrato una buona efficacia. Inoltre tale tipologia di sonda è disponibile in forma di “modulo calibrato” e con la compensazione in temperatura. Inoltre questi aspetti, combinati ad un’opportuna elaborazione del segnale, consentono una buona immunità da allarmi impropri, dovuti a sostanze interferenti.
Comunque è bene sapere che l’eventuale presenza di vapori detergenti alcolici, profumi/deodoranti spray, vapori di solventi per vernici, insetticidi ed altri spray, possono interferire sul corretto funzionamento del sensore, e/o alterarlo. Nelle operazioni di pulizia abitacolo e cruscotto con spray detergenti e lucidanti occorre proteggere il dispositivo con una pellicola trasparente per alimenti, per evitare che tali sostanze si depositino sul rivelatore. Inoltre se si devono fare lavori con sigillanti al silicone, è consigliabile rimuovere l’apparato dal mezzo, per i tempo necessario (36-48 ore) a far dissolvere i vapori dall’abitacolo. I rilevatori segnalano la presenza di gas esplosivo se il loro livello è superiore al 10% della concentrazione minima di gas oltre la quale una miscela di aria-gas diviene esplosiva, in conformità alla norma europea EN50194 ed EN 50194-2 (rivelatori di gas combustibili). Inoltre sono applicabili le Direttive 95/54CE e 2004/104 “Automotive”.
I rivelatori Narco-Block st 100 e st 110 hanno ottenuto il marchio di omologazione obbligatorio “E” da parte di Organismi Europei Notificati, quali IMQ (Istituto Italiano del marchio di Qualità) ed il NSAI (National Standard Autority of Ireland). Questi prodotti sono dotati di altre particolari caratteristiche, quali l’autodiagnostica funzionale, la segnalazione di tensione di ingresso insufficiente ed il conteggio delle ore di funzionamento, con esclusione automatica a fine vita della sonda. In conclusione ritengo che la vita e la sicurezza a bordo valgano ben più di due dispositivi validi, ma che siano realmente tali.