Risparmi energetici (seconda parte).
Economizzare il carburante oggi è
d’obbligo, ma conviene pure con il gas.
di Franco Liboa
Dopo esserci occupati di risparmio idrico, soprattutto per ridurre i pesi, e di quello elettrico per aumentare l’autonomia e la salute delle batterie, oggi parliamo di carburanti perché il costo della mobilità è arrivato alle stelle.
La dimostrazione è nei rimessaggi, sempre più affollati anche nei giorni festivi, mentre sulle strade circolano meno veicoli ricreazionali.
Quindi vediamo come ridurre il costo delle uscite, per non fermarci del tutto.
IL CONSUMO DI CARBURANTE – È la spesa più alta nell’uso quotidiano, perché, oltre al costo spropositato dello stesso, le meccaniche attuali decisamente più potenti e veloci, “bevono” di più, sia per le potenze e le masse in gioco, sia perché l’utente è portato a premere sull’acceleratore, come se fosse in una gara, dimenticando lo scopo dei veicoli “ricreazionali”.
Perciò è bene valutare tutti i fattori che incidono sul consumo, per adottare gli accorgimenti più convenienti.
AERODINAMICA E RESISTENZA – Per inquadrare bene il problema occorre partire dalla formula della resistenza aerodinamica, di fondamentale importanza. Eccola: R = 1/2 r moltiplicato per S, moltiplicato per V (al quadrato), dove R è appunto il risultato della resistenza totale che si oppone all’avanzamento e che incide non poco sul consumo di carburante.
Si ottiene moltiplicando 1/2 di r, ossia la densità dell’aria in cui si muove il mezzo, per S che è la superficie esposta al moto e per il quadrato della velocità del veicolo stesso.
Valutiamo i singoli parametri. La densità dell’aria (r) non ha una variazione notevole tra il livello del mare ed i 2000 metri: altitudini entro le quali di solito viaggiamo, tanto più che questo valore è da inserire dimezzato nella formula; quindi possiamo considerarla una costante.
Invece S cambia notevolmente in base all’aerodinamicità del veicolo.
I mansardati sono i più penalizzati in assoluto, proprio per la protuberanza anteriore: una “gobba” che incrementa l’altezza (la superficie esposta) e che inspiegabilmente vari costruttori oggi tendono ad accentuare, peggiorando anche l’estetica del mezzo.
Poi vengono i motorhome, che pur avendo una miglior aerodinamicità, mostrano un frontale piuttosto imponente ed un’altezza non indifferente.
A seguire abbiamo i camper puri ed i semintegrali, che in genere sono i più filanti, con minor superficie esposta e un miglior coefficiente di penetrazione.
Quindi il profilo anteriore del veicolo va considerato attentamente in fase di scelta pre acquisto, per privilegiare quelli più aerodinamici, anche se spesso motivi più importanti e necessari impongono una tipologia piuttosto che un’altra, oltre ai gusti personali (sui quali non si discute).
Inoltre occorre preventivare l’eventualità di successive aggiunte di carabattole varie sul tetto: bauli, parabole, antenne varie, portabagagli, ecc. valutandone seriamente la reale necessità.
Infine ecco l’ultimo fattore della formula, ma il più importante per il consumo: la velocità, una vera sanguisuga, anche perché va elevata al quadrato nel calcolo.
È vero contenere la velocità non è facile sui mezzi moderni, primo perché sono realizzati per viaggiare ad andature più spedite, utilizzando potenze notevoli alle quali corrispondono adeguati rapporti al cambio, per cui allo stesso numero di giri corrispondono velocità più alte rispetto ad un vecchio veicolo con motore aspirato; secondo perché il piacere della velocità è estremamente contagioso, specie quando si viene sorpassati da mezzi analoghi.
Ma è molto pericolosa, oltre che notevolmente costosa. Personalmente da anni faccio vari conti sui consumi e cito un esempio diretto.
Ho un mansardato su meccanica Ford Transit 350, trazione posteriore a ruote gemellate.
Viaggiando in pianura, in autostrada, se mantengo i 90 Km/h (e non di più) riesco ad arrivare a una percorrenza di 8 Km/l. Ma se vado a 110 scendo drasticamente a 6,5 Km/l circa, e anche meno.
Ciò significa che su una distanza di soli 500 Km nel primo caso occorrono 62,5 l; nel secondo 77; una differenza di ben 5 litri e mezzo. E non è facile viaggiare a soli 90 Km /h in autostrada! Ma di necessità occorre fare virtù.
ALTRI FATTORI DETERMINANTI – Oltre a quanto appena detto, occorre valutare una serie di parametri che entrano in gioco. Alcuni sono oggettivi, mentre altri dipendono dal nostro modo di guidare.
Cominciamo con i primi.
1) A parità di forme, dimensioni e velocità, un veicolo più leggero dovrebbe consumare meno carburante. Quindi una “trazione anteriore”, non avendo il lungo albero di trasmissione, il differenziale classico ed i due semiassi posteriori contenenti la trasmissione, è più leggera. Inoltre avendo ruote singole posteriori pesa meno rispetto ad una trazione posteriore con ruote gemellate.
2) Sei ruote che appoggiano al suolo offrono maggior stabilità (e sicurezza), ma creano più attrito, richiedendo più potenza per l’avanzamento.
3) Un pneumatico sottogonfiato, oltre a deteriorarsi prima ed essere pericoloso, perché si surriscalda e potrebbe poi scoppiare, presenta una maggior resistenza al rotolamento, aumentando il consumo di carburante. Pertanto tenere sotto controllo la pressione delle gomme; operazione da fare sempre a freddo, prima di partire.
4) Di solito più elevata è la portata utile, più corti sono i rapporti al cambio, quindi un consumo maggiore, anche se oggi le marce spesso sono diventate sei. Comunque conviene sempre utilizzare il rapporto più alto, compatibilmente con il percorso e le prestazioni del mezzo.
5) Un motore sempre a punto è più brillante e consuma meno. Un controllo da fare spesso è la pulizia del filtro dell’aria. Se è sporco soffoca l’aspirazione del propulsore, che rende meno e consuma di più.
GLI ACCORGIMENTI NELLA GUIDA – Il modo di guidare influisce non poco sui consumi. Come già detto la “sportività” non si addice ai veicoli ricreazionali. Ecco un piccolo decalogo che aiuta la “tasca”.
1) Dopo aver acceso il motore è inutile stare fermi a lungo per attendere di raggiungere la temperatura di esercizio, salvo non doversi immettere subito in un traffico veloce, come quello dell’autostrada, o su tracciati di montagna con bassissime temperature. Ad ogni modo evitare assolutamente inutili quanto dannose accelerate. Meglio partire tranquillamente, come consigliato anche nei manuali delle case.
2) Non affondare mai il piede sull’acceleratore, ed evitare di “tirare” le marce, specie quelle basse. Oltre a sentire il motore solo a orecchio, almeno nella fase iniziale di guida sul camper, buttare pure un occhio al contagiri, ormai di serie su tutti i veicoli, quasi a cercare una conferma al momento giusto per cambiare. Poi il tutto diviene automatico. Raggiunta l’andatura desiderata sollevare impercettibilmente il piede dall’acceleratore; in genere la velocità rimane costante.
3) Mantenere una buona distanza da chi precede, oltre ad essere una buona regola per la sicurezza, evita decelerazioni e frenate per ripristinare lo spazio precedente. Ma al contempo elimina successive inutili accelerazioni, con risparmio di carburante. Fra l’altro la marcia è più fluida ed omogenea.
4) Oltre a controllare chi ci precede immediatamente, è bene osservare l’andamento del traffico più avanti, in modo da conoscere la situazione generale e prevenire il da farsi.
5) Rilasciare in anticipo il piede dall’acceleratore se il traffico è fermo ad un semaforo, o se lo stesso, verde da parecchio, quasi sicuramente cambierà colore prima del nostro passaggio.
6) Durante fermate più o meno lunghe spegnere il motore. Oltre a risparmiare si inquina meno.
7) Nelle “cambiate”, sia a salire che a scalare, non di rado si può fare il salto di marcia, come seconda quarta, o terza quinta, o quarta sesta e viceversa. Un ulteriore lieve risparmio.
8) Usare le colonnine self service e non attendere la necessità di dover rifornire, ma abituarsi a farlo là dove costa meno ed è di strada, anche se il serbatoio non lo richiede.
9) Per una verifica costante e corretta dei consumi, quando si rifornisce (da soli) riempire a tappo, azzerare il contachilometri e al successivo rifornimento dividere i chilometri percorsi per i litri immessi. Il risultato è abbastanza preciso e a volte sconvolge.
10) Purtroppo, con l’aumento quotidiano dei prezzi, o quasi, al rientro da un’uscita fare il pieno. Magari poco, ma qualcosa avremo risparmiato sulla successiva.
ECONOMIZZARE IL GAS – Qui i costi sono meno elevati, comunque il risparmio consiste soprattutto nel ridurre il peso, perché una bombola da Kg 10, pesa a vuoto circa 14 Kg e 24 quando è piena. In inverno l’uso della stufa ne consiglia un paio a bordo, che diventano indispensabili in montagna.
Ma nel resto dell’anno i consumi sono inferiori e una potrebbe bastare, salvo esigenze particolari.
Vediamo comunque come ridurli ulteriormente.
Il riscaldamento, utenza di maggior consumo, non superi i 20°C di giorno e i 17-18 di notte, perché non si deve pretendere di stare in mutande a bordo, né dormire con il solo lenzuolo in inverno.
L’acqua calda può essere necessaria anche in estate per lavare e per lavarsi, ma è inutile accendere il boiler la sera se la necessità è per la mattina successiva.
Basta provvedere con mezz’ora di anticipo e spegnerlo poco prima della fine esigenza.
Comunque non impostare mai temperature superiori ai 40-50°C, perché potrebbero danneggiare tubazioni, giunzioni e soprattutto i lavabi in materie plastiche, oltre a correre il rischio di ustioni, specie se usata dai bambini.
Già a 40° occorre miscelarla con quella fredda.
Fornelli e pentole sono i principali obiettivi dei nostri risparmi. Permetteteci qualche suggerimento spicciolo.
1) Le dimensioni di pentole e padelle siano adeguate all’equipaggio, ma pure alla potenza dei bruciatori.
2) La fiamma non debordi mai dal diametro del pentolame sul fuoco. Altrimenti la si riduca, o si usi un fornello più piccolo.
3) Le pentole inox, pur essendo più pesanti, si scaldano prima rispetto a quelle in alluminio e la cottura è più veloce.
4) I parafiamma, oltre ad aumentare la sicurezza a bordo, evitano che colpi d’aria e spifferi disturbino la fiamma (e la cottura).
5) L’uso della pentola a pressione è indispensabile per ridurre notevolmente i tempi di cottura di tanti cibi.
6) Esistono speciali coperchi che, oltre a velocizzare enormemente, rendono possibile la preparazione di piatti particolari, evitando al contempo il diffondersi di odori e schizzi.
7) Utilizzare sempre regolatori di pressione a taratura fissa, in genere a 30 mbr, come previsto dalle utenze di bordo.
8) Esporre al sole, già di primo mattino, la pentola (chiusa) con l’acqua per la pasta; si preriscalda a costo zero e riduce la permanenza sul fuoco.
Ancora meglio se la infiliamo pure in una busta di plastica nera.
9) La cucina italiana è la più varia (e gustosa) del mondo. A bordo non si pretenda di cuocere il ragù alla bolognese, ma ci si orienti su piatti semplici quanto sfiziosi. Ne abbiamo un’infinità.
10) Un piccolo barbecue a carbone (o a legna) consente di gustare cibi saporiti, magari insoliti, e, non ultimo, fa risparmiare il gas. Converrebbe averlo a bordo, o almeno la griglia. Buon viaggio!