Viaggiare in sicurezza (parte terza). È una reale necessità.
Ma da ciò che si vede in circolazione pare sia una
pratica poco conosciuta e spesso disattesa.
di Franco Liboa
Significa innanzitutto rimanere nella portata utile e non “stracaricare”; ma anche distribuire ciò che imbarchiamo, attenendoci, per quanto possibile, alla ripartizione dei pesi sugli assi, stabilita dal costruttore della meccanica, nonché alle eventuali limitazioni ed indicazioni dell’allestitore.
Quindi nel programmare cosa mettere a bordo, decidere dove ubicare e come fissare il tutto in sicurezza. Insomma occorre fare un “piano di stivaggio”: uno studio, che non è mai definitivo, ma varierà nel tempo, al mutare delle esigenze in base alle mete, alle attrezzature, ai materiali ed alle provviste che pensiamo di portare.
È un programma non esente da errori dovuti all’inesperienza iniziale.
PRIMA DI COMPRARE UN MEZZO – È fondamentale non lasciarsi sedurre da un determinato modello, che a colpo d’occhio ci piace più di altri. Invece, come punto di partenza occorre considerare il numero dei componenti dell’equipaggio e la loro età.
Attenzione: i bambini di oggi crescono rapidamente e cambiare un camper dopo pochi anni non è conveniente. non dimenticando neppure la regola che in un mezzo omologato per sei si sta bene in non più di quattro. A questo punto valutare attentamente la portata utile reale, sottraendo la tara al peso a pieno carico per cui quella meccanica è abilitata. Il peso massimo ammissibile è sempre dichiarato; la tara non altrettanto, comunque è conosciuta dai concessionari, perciò chiedere di vedere la situazione.
Adesso, divisa la portata utile per il numero dei componenti l’equipaggio, è da ponderare oculatamente il risultato. In un mezzo omologato per sei persone (sono la maggior parte), dovremmo avere una portata di 500 Kg, o superiore, in teoria. Ma la realtà spesso è ben diversa e non è raro trovare veicoli che non arrivano neppure a 400; magari dotati anche di vano garage! In tal caso se l’equipaggio fosse proprio di sei persone, dovrebbe viaggiare nudo, o quasi, senza nulla al seguito, neppure un minimo di rifornimento idrico; ma se pure fosse di cinque non ci sarebbe da stare troppo allegri.
Quindi nel vostro interesse fate per bene tutti questi ed altri conti prima, per non recriminare dopo. Inoltre tenete presente che l’essere pesati non è più una novità.
Ciò avviene frequentemente al confine con paesi limitrofi, quali Svizzera ed Austria, con sanzioni amministrative di non poco conto. Ma può accadere anche a casa nostra. Fra l’altro ogni due anni (dopo i primi quattro di vita del mezzo) c’è la revisione. Viene pesato il veicolo sui due assi separatamente, così oltre ad avere i pesi sugli assi si ottiene il totale. Superando il valore riportato sulla carta di circolazione si può essere bocciati (e neppure questa è una novità); tanto è vero che alcuni mezzi “a rischio” vengono drasticamente “purgati”, con dispendio di tempo, fatica, e costi, prima di affrontare tale esame.
Ma si potrebbe anche essere pesati per strada; esistendo minuscole bilance portatili.
Fra l’altro il superamento del peso previsto può comportare una doppia infrazione, se oltre ad eccedere il valore specifico per quel camper, si superano i 3.500 Kg, limite imposto dalla patente “B”. Inoltre c’è anche una sottrazione di punti dalla patente.
Se poi il controllo è fatto in seguito ad un incidente (magari con danni di un certo rilievo) esiste pure il rischio che la nostra assicurazione non paghi, o successivamente si rivalga su di noi per quanto sborsato. Attenzione anche al carico massimo sopportabile dai pneumatici, impresso sugli stessi dalla dicitura “max load” seguita dal valore in libbre (moltiplicato per 0,453 si trasforma in Kg). C’è il rischio che il carico eccessivo, unito alle sollecitazioni dinamiche dovute al moto ed alle irregolarità del fondo stradale, possano portare all’esplosione della gomma, o almeno ad un suo logorio anomalo e precoce. Non tralasciamo neppure di considerare il super lavoro di sospensioni, ammortizzatori, freni, frizione, ecc. Insomma, perché viaggiare in condizioni di pericolo, mettendo a repentaglio la nostra e l’altrui incolumità? I “veicoli ricreazionali”, sono concepiti per viaggi di piacere, non a rischio!
LA DISTRIBUZIONE DEI CARICHI – Le tipologie abitative, la disposizione di armadi, pensili, cassapanche e gavoni, spesso impongono soluzioni obbligate, lasciando poche scelte.
Comunque la regola base, da rispettare sempre, vuole i fardelli più pesanti assolutamente in basso, a livello del pavimento, o addirittura inferiore se esistono adeguati ripostigli, e, ove possibile, in zona centrale, tra gli assali. Gli oggetti pesanti in basso contribuiscono ad abbassare il baricentro, incrementando la stabilità in marcia e la conseguente tenuta di strada. Inoltre evitano inutili e dannose sollecitazioni al mobilio. Pertanto cerchiamo di riservare i pensili a capi di abbigliamento e biancheria, forse ingombranti, ma leggeri. Ad ogni modo a parte il vestiario, che ha alloggiamenti quasi obbligati e non è pesantissimo, il problema si pone per tutto il resto. Le scorte idriche, l’acqua da bere, non di rado in quantità esagerate, tali da poter attraversare un deserto; le provviste alimentari (talvolta sproporzionate), le attrezzature per svaghi e sport, quelle video fotografiche, la TV e le relative antenne (satellitari e non), il video registratore, le cassette degli attrezzi, le immancabili biciclette, le bagagliere a tetto, i bauli, la veranda, i pannelli fotovoltaici, gli sci, il surf, la canoa e quant’altro possa sfiorare la mente umana. Insomma le centinaia di Kg aggiunti e sempre a bordo, come le attrezzature per il mare (anche se stiamo andando a sciare in pieno inverno, o viceversa) non solo non si contano, ma sono quasi all’ordine del giorno. come possiamo sperare di essere entro le portate previste, spesso già tanto risicate ancor prima di cominciare a caricare? L’ho già detto più volte, ma non mi stanco di ripeterlo: il camper non è un magazzino ove depositare di tutto.
Fra l’altro il proliferare dei “vani garage” ha peggiorato enormemente la situazione. Un’ulteriore dimostrazione si è vista a settembre a Mondo Natura, con grosse moto in bella vista in questi ripostigli. Si aggiungano poi gli accessori specifici, i pezzi di ricambio, ecc.
Ma in fiera, nei “garage”, oltre alle già citate moto non c’era la pletora di mercanzie più svariate, che l’utente riesce a concepire. Personalmente ho visto in più occasioni vere e proprie scaffalature, cassetti vari, serbatoi di carburante, di tutto insomma.
Qualcuno a completare l’opera, non soddisfatto di tante carabattole ha installato anche il portabici esterno.
Anzi per essere sincero ho già notato due mezzi, ognuno dei quali aveva ben due portabici: uno in alto e l’altro più in basso; assurdo! D’altra parte sono state abolite le limitazioni che fino a qualche anno addietro erano decisamente penalizzanti, così si da sfogo al libero arbitrio, spudoratamente.
Vi invito ad osservare con attenzione i mezzi più lunghi, che ovviamente hanno sbalzi mostruosi. Fate attenzione perché in vari casi si nota la scocca incurvata verso il basso, dall’assale posteriore in poi. Non sto raccontando favole, non è mia abitudine. E questa situazione è più diffusa di quanto non si creda. Ma nessuno parla, nessuno scrive, nessuno pubblica.
È disdicevole, tutto passa sotto silenzio! Non vorrei fare l’uccello del malaugurio, ma ho timore di leggere che qualcuno ha lasciato un pezzo di camper in autostrada, con moto, biciclette ed altro. Né voglio pensare quale terribile incidente potrebbe provocare. Mi rivolgo per l’ennesima volta alle riviste di settore, con una preghiera. Perché non si fa scuola, non si spiega a chiare lettere come stanno le cose, non si evidenziano tanti errori costruttivi, indottrinando al contempo i lettori, che sono l’obiettivo principale, o meglio la ragion d’essere delle riviste stesse?
Perché non si criticano apertamente certi modelli, evidenziandone gli errori concettuali?
Forse perché più di un costruttore potrebbe risentirsi di quanto denunciato e ridurre la pubblicità verso le riviste che hanno osato tanto? Penso che sia proprio così. D’altra parte i costruttori affermano di produrre ciò che la gente vuole. In effetti non è così. Ma la mancanza di un’informazione adeguata e giustamente critica offre esempi distorti e fuorvianti, che non di rado inducono a scelte sbagliate.
GLI SBALZI POSTERIORI – Nella norma sono da sempre eccessivi, al massimo del consentito.
Oggi tutte le meccaniche hanno passi più lunghi, che consentirebbero di ridurre gli sbalzi in modo consistente. Invece si persiste, tanto è vero che la media delle lunghezze dei veicoli si è allungata fino ad arrivare ai limiti di legge. Sono veramente pochi i mezzi con sbalzi contenuti.
Così queste appendici sono sfruttate per dilatare gli spazi abitativi, ma anche per realizzare grossi gavoni, garage, per sistemare serbatoi fin troppo capienti al di sotto del pavimento, non considerando che ogni litro d’acqua è un Kg di peso. E non tenendo presente che tutti gli spazi rimasti liberi saranno poi utilizzati da parecchi utenti e con poco criterio, per creare ripostigli, installare altri serbatoi, gruppi elettrogeni, ecc., aggiungendo altri pesi a peggiorare una situazione già critica.
Non solo, ma bisogna notare che la maggioranza delle meccaniche è a trazione anteriore, per cui caricare in coda, già da fermi alleggerisce notevolmente l’avantreno, con minor aderenza delle ruote motrici.
Basta osservare lateralmente i veicoli, con un minimo di attenzione, per vedere come si presentino “seduti” con un assetto già “cabrato”. In marcia poi il lato inferiore delle mansarde diventa una vera ala, che in velocità diviene portante, tendendo ad alleggerire ulteriormente l’avantreno.
E qui la situazione diventa pericolosa, soprattutto in presenza di vento e/o di pioggia, o peggio di neve.
Viceversa le maggiori sollecitazioni si concentrano sul retrotreno e sui pneumatici, a ruota singola sulle trazioni anteriori, ma non di rado anche su alcune posteriori. Così le sospensioni si deformano permanentemente (talvolta anche qualche assale).
E quelle gomme, che a torto chiamiamo sempre in causa, sono costrette a fornire prestazioni assolutamente non previste, ben superiori ai requisiti per cui sono state realizzate. Di conseguenza è logico e normale che possano scoppiare; non ce ne meravigliamo! Meditate gente! Per ora ci fermiamo qui, anche se l’argomento non è concluso. Proseguiremo nel prossimo numero. Buon viaggio!