Contrariamente al credo popolare, durante
i 12 anni del Terzo Reich, il Palazzo del Reichstag
non venne usato affatto per le sessioni
parlamentari.
Invece, le poche volte che il Reichstag si riunì,
lo fece nel Kroll Oper, un ex palazzo dell’opera
posto di fronte al
Palazzo del Reichstag.
di Andrea Tancredi
Berlino è tra le metropoli europee che gode di maggior fascino.
Città, che ha saputo contrapporre al vasto patrimonio storico e culturale, la modernità tipica del nuovo millennio, rappresentando, senza dubbio, l’ultimo grido in fatto d’architettura, moda, musica ed arte.
Dal 1989, anno in cui il muro è stato abbattuto, Berlino è divenuta un crogiolo di concezioni urbanistiche decisamente innovative.
Agli architetti è stata concessa la libertà di progettare spazi futuristici, come l’oramai famosa Potsdamer Platz, piazza di vetro ed acciaio sede del festival del cinema “Berlinale”.
Agli artisti la possibilità di esprimersi, e di dipingere i 1300 metri di muro rimasti ancora in piedi con pittoreschi disegni, ispirati al tema della pace, che hanno trasformato un simbolo di divisione in uno di libertà.
Non vi è da stupirsi, pertanto, che molti artisti internazionali la scelgano come meta, per respirare un’atmosfera colma d’ispirazione.
Non è stata la mia prima volta a Berlino, l’avevo già visitata con i miei genitori, nel 1994.
La città mi piacque anche allora, mi colpirono i tanti lavori in corso che trovammo in ogni angolo delle strade, che ne davano un’immagine dinamica, gli ampi spazi verdi, la bellezza del Pergamon Museum, la modernità di Alexanderplatz, ma soprattutto l’incontro con persone “alternative”, e d’etnie diverse, che in Italia era molto raro incontrare.
Dei tre milioni e mezzo di abitanti, sono ben 250.000 gli stranieri, che vi abitano.
Dopo quattordici anni ho sentito il desiderio di tornare a visitarla, e nel frattempo ho scoperto una Berlino che non conoscevo.
Più volte quando parlavo di musica con altre persone, o leggevo articoli di moda il nome di Berlino risuonava in maniera perentoria.
Così lo scorso inverno ho deciso di tornarci, insieme alla mia ragazza.
Dopo un rapido giro su Internet verificammo che Ryan-air non copre la tratta Roma Berlino, che è invece offerta dalla sua rivale storica Easy-jet (www.easyjet.com).
Volare con Easy-jet è altrettanto economico, o forse leggermente più costoso, ma sicuramente più comodo. Equipaggi più professionali, posto volo più comodo, e soprattutto: il bagaglio da imbarcare può pesare fino a 20 kg, contro i 15 di Ryan-air, mentre per quello a mano non vi sono limiti di peso, ma un ingombro massimo di 55x40x20 cm, lo stesso di Ryan-air che applica però, anche una restrizione per il peso che non può superare i 10 kg.
Dettagli, ma quando si viaggia in inverno, in località fredde come Berlino, con pochi indumenti si fa presto a raggiungere i 15 kg di peso.
Soprattutto al ritorno dopo aver fatto acquisti, si rischia di dover pagare supplementi dai 12 ai 15 euro per ogni kg in eccesso!
Il volo d’andata e ritorno da Roma Ciampino a Berlino Schoenefeld, c’è costato 90 euro a persona, tasse incluse. Sempre su Internet ci siamo messi alla ricerca di un alloggio per il nostro soggiorno.
Avendo fin da subito la piacevolissima sorpresa di quanta disponibilità e scelta ci sia, e a prezzi più che accessibili.
Sul sito tedesco www.123zimmer.de abbiamo trovato una sistemazione in un appartamento, con bagno privato e cucina, situato nella zona di Potsdamer Platz a 40 euro a notte per 2 persone!
L’arredamento è spartano ed essenziale, in perfetto stile Germania Est, ma per soggiorni brevi, vista la posizione, la possibilità di cucinare (la cucina è fornita di pentole e stoviglie) e soprattutto il prezzo ci è sembrato da subito l’ideale.
La prenotazione si può effettuare inviando semplicemente una mail, fornendo i dati della carta di credito (prepagate incluse), senza alcun costo (unica penale, se non ci si presenta o non si disdice almeno 24 ore prima della prenotazione, l’addebito tramite carta, della metà dell’importo complessivo).
Ultimati gli ultimi preparativi partiamo.
Atterrati all’aeroporto di Schoenefeld con un treno (il biglietto costa 4,50 euro) raggiungiamo il centro della città, da dove in metropolitana ci rechiamo a Schoneberger Ufer, posiamo le valigie nell’appartamento ed usciamo.
A piedi raggiungiamo Potsdamer Platz dove proprio in quei giorni si stava svolgendo il 58° Festival del cinema, il “Berlinale”, che anno dopo anno sta acquisendo sempre più importanza, attirando star del cinema di tutto il mondo. In metropolitana raggiungiamo Alexanderplatz, dove si respira l’atmosfera della vecchia Berlino Est, e dove s’innalza la torre della televisione la Fernsehturm, che con i suoi 368 metri d’altezza domina la città.
In serata, stanchi del viaggio, ed infreddoliti dal vento gelido che comincia ad alzarsi, ci avviciniamo all’appartamento, passeggiando per Friedrichstrasse, la via dello shopping, facciamo una piccola spesa per la cena e ci ritiriamo.
La mattina seguente visitiamo la porta di Brandeburgo, divenuta dopo la caduta del muro, il simbolo della riunificazione della città. Proprio nei pressi della porta vi è un altro simbolo caratteristico di Berlino.
Il Reichstag, sede del parlamento tedesco, ed edificio capace ancora oggi, per la sua architettura di suscitare timore reverenziale.
Trasformato in attrazione turistica della città, da quando negli anni novanta vi è stata aggiunta la gigantesca cupola di vetro, opera dell’architetto Norman Foster, da dove è possibile godere uno splendido panorama, gratuitamente.
Nel pomeriggio torniamo in Friedrichstrasse per vedere l’ultimo checkpoint conservato com’era al tempo delle due Germanie, e divenuto oggi simbolo di quel periodo di guerra fredda. Il clima non permette di camminare a lungo, meglio fare delle soste anche brevi, per scaldarsi un po’, così nel pomeriggio torniamo in appartamento.
In serata prima di andare a cena visitiamo la Neue Nationalgalerie, gratuita il Venerdì dopo le 19,00.
La galleria d’arte raccoglie opere dei maestri del cubismo, surrealismo e dell’espressionismo tedesco, tra cui Dalì, Kandinsky e Mirò, ma anche un’ala dove sono ospitate le opere d’artisti provenienti da tutto il mondo.
Futuristica anche la struttura in vetro ed acciaio, realizzata negli anni ’60 dall’architetto Mies van der Rohe. La sera ceniamo in un delizioso ristorante greco, mangiando cibi tipici, ed ascoltando musica greca.
Da visitare anche il quartiere orientale, Muhlenstr, dove si estendono i 1300 metri di muro trasformati da artisti internazionali in quella che viene oggi chiamata “Galleria del quartiere orientale”.
Si tratta della più grande galleria “open air” del mondo.
Aperta nel Settembre 1990, sono ben 118 gli artisti provenienti da 21 paesi che si sono esibiti nelle loro creazioni artistiche sul muro. Molti dei dipinti sono stati successivamente “firmati” dai turisti, che ne hanno così definito un carattere ed un fascino ancor più particolari.
Il Muhlenstr è un quartiere capace di suscitare un’atmosfera d’assoluta libertà, paragonabile forse solamente a quella che si respira in alcune zone di Londra. Da amanti dell’abbigliamento “casual” non potevamo non fare una tappa a Munzstrasse.
Questa via considerata la “Carnaby Street” (via dei negozi di tendenza di Londra) di Berlino, si trova nei pressi d’Alexander Platz, e regala parecchie anteprime agli appassionati del settore.
Del resto Berlino è da anni un avamposto d’avanguardia per quel che riguarda l’abbigliamento “street style”, venendo scelta da molti marchi mondiali come luogo per lanciare i propri prodotti più originali.
L’ultima mattinata la dedichiamo al quartiere di Charlottenburg, che ospita un altro edificio tipico dell’ex capitale tedesca.
La famosa chiesa Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, costruita tra il 1891 ed il 1895 da Guglielmo II, in memoria del nonno Guglielmo I.
Gravemente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, non è stata più ricostruita e le sue rovine offrono una viva testimonianza degli orrori della guerra.
Nel dopoguerra esistevano diversi progetti per una chiesa nuova. Vinse il concorso nel 1957, il noto architetto Egon Eiermann con un progetto per una chiesa moderna, da costruire al posto del rudere, che doveva essere abbattuto.
La protesta di gran parte della popolazione berlinese costrinse le autorità ecclesiastiche e municipali a rivedere il progetto; così Eiermann progettò una nuova chiesa da costruire in più elementi architettonici attorno al rudere, che si decise di salvare.
La Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche rimane uno dei pochissimi edifici lasciati in uno stato di distruzione, costitutendo di fatto una memoria storica d’estrema efficacia.
Ultima curiosità, per via della loro forma, la chiesa nuova ed il campanile sono stati simpaticamente ribattezzati dai berlinesi “La scatola da cipria” e “Il rossetto”.