In questa località si conclude un lungo viaggio, durato circa venti
giorni e oltre 3.700 km.
Sicuramente è una città che merita un’approfondimento ed
una permanenza di almeno 15 giorni, per poter gustare fino in
fondo non solo i luoghi legati alle tante vicende storiche più o meno recenti, ma tutti i suoi musei e gli angoli più nascosti che ci riportano alla mente le letture della infinita letteratura Russa.
di Luciano Tancredi
Riprendiamo il viaggio nelle repubbliche Baltiche finiamo di visitare Tallinn capitale dell’Estonia.
Il centro storico pedonale e la piazza del municipio piena di locali all’aperto, tra i tanti anche la pizzeria di un italiano, la rendono viva e ne fanno una cittadina particolarmente piacevole da visitare.
Lasciata Tallinn, ci dirigiamo verso Narva, città al confine con la Russia.
Parcheggiamo in un apposito spazio da dove il giorno dopo alle ore 6,45 del mattino partecipiamo nostro malgrado ad una specie di corsa da Far West, poichè tutti i locali cercano di superarci per arrivare prima in frontiera, ma rimangono con un palmo di naso perchè gli Estoni riservano una corsia privilegiata ai turisti.
Alla fine comunque per passare la frontiera estone impieghiamo circa tre quarti d’ora.
Dopo esser rimasti fermi sul ponte per quasi un’ora e mezza, finalmente al controllo russo facciamo la carta verde, che è opportuno richiedere per un mese, tanto se si dichiarano pochi giorni come abbiamo fatto noi costa la stessa cifra. Entrati in Russia ci dirigiamo con entusiasmo verso San Pietroburgo.
Indubbiamente San Pietroburgo occupa un posto speciale nel viaggio che abbiamo fatto.
Città che solletica la curiosità del viaggiatore, e che nel nostro caso è stata di grande incentivo quando pensammo di preparare questo viaggio.
Cosa accade al viaggiatore che sceglie la sua meta senza informarsi sugli avvenimenti che si svolgeranno in quella località? Arriva nella tanto sognata città e la trova incartata per l’evento che avverrà l’anno successivo.
Infatti il 2003 è stato il trecentesimo anno dalla fondazione della città di San Pietroburgo.
Proprio per questo non abbiamo potuto visitare una delle più antiche Moschee fuori del mondo islamico perchè in restauro. Con un pò di fortuna riusciamo a trovare un parcheggio centrale a pagamento confinante con lo stadio del ghiaccio, fermata della metropolitana di Petrogradskaja Storona.
Il mattino dopo giunti a piedi davanti all’Ermitage, e constatato che tutti i nostri amici sono incolonnati su una lunga fila per entrare, noi non avendone voglia, decidiamo di fare una passeggiata lungo la Neva.
Camminando sentiamo un forte odore di pane appena sfornato, così incuriositi giriamo intorno al palazzo cercando l’ingresso.
Giunti davanti al portone di un caseggiato, attratti dall’odore persistente ci spingiamo fino alla guardiola simile a quelle dei nostri portieri, da dove una signora da dietro il vetro ci guarda senza aprire lo spioncino perchè indaffarata a sistemare alcune forme di pane.
Per nostra fortuna i numeri che usano i russi sono latini e riusciamo a capire che l’attività non è ancora iniziata, ma il negozietto sta per aprire.
Dopo alcuni minuti di pazienza la signora apre lo sportello e ci serve, paghiamo, grazie e arrivederci.
Attraversata una piazza ed un piccolo ponte pedonale arriviamo vicino alla Chiesa del Salvatore sul Sangue versato, È il Tempio della Resurrezione di Cristo.
L’opera edificata sul luogo dell’attentato allo Zar Alessandro II, per mano del terrorista I. Grinevitz Kij, il 1° marzo del 1881, fu realizzata in 24 anni, notevole è la quantità di mosaici che la decorano pari ad una superficie di 6.000 mq all’interno e 1.500 mq all’esterno, su cui sono rappresentati soggetti del vecchio Testamento.
In città vige l’usanza di andare a festeggiare il giorno del matrimonio sull’isola di Vasrievskij di fronte al museo navale, e proprio come accade nei film sposi ed invitati dopo aver brindato lanciano i bicchieri di vetro sul marciapiede. Vale la pena visitare sull’iIsola delle Lepri la fortezza di S. Pietro e Paolo con la Cattedrale dove sono sepolti gli Zar.
Curioso per noi, abituati alle spiagge del mare mediterraneo, osservare che le persone usano l’isola come se fosse uno stabilimento balneare.
Vicino all’isola delle lepri si incontrano dei venditori ambulanti; attenzione alle patacche!
Hanno offerto a mio marito di acquistare una vecchia macchina fotografica Leica fabbricata in Germania durante il nazismo, con incisa la svastica sulla parte superiore di colore nero e ottone, una vera rarità
L’unico problema? Sembrava uscita da dieci minuti dalla fabbrica!
Altro piccolo particolare che ci ha insospettito fu che gli erano già stati offerti altri due apparecchi fotografici simili nei giorni precedenti.
Notoriamente in Russia esistono delle ottime fabbriche di macchine fotografiche, tradizionalmente metalliche, che si devono essere riciclate nella fabbricazione di imitazioni, comunque per 300 $ sono sempre un bel souvenir.
Passeggiando arriviamo vicino allo storico incrociatore Aurora, rimasto fino ad oggi ancorato sul fiume Neva nella posizione dalla quale sparò le cannonate contro il Palazzo d’Inverno, sancendo l’inizio della Rivoluzione d’ottobre del 1917.
Il giorno successivo andiamo a visitare l’Ermitage e riusciamo ad entrare senza fare la fila,indubbiamente una giornata più calma.
L’Ermitage è uno dei Musei più importanti del mondo ed ha il merito, contrariamente a tanti altri, dove a volte le opere esposte fanno parte di bottini di guerra, di esporre solo capolavori acquistati dagli Zar nei secoli.
La parte più interessante è sicuramente quella dedicata ai pittori Rinascimentali italiani, a quelli contemporanei, al giovane cubista Picasso ed agli impressionisti.
Di sicuro interesse anche la parte del museo orientale, negli scantinati. Con piacere abbiamo ammirato molte ceramiche italiane in particolare di Deruta, Urbino e l’antica Casteldurante (oggi Urbania).
La strada più importante della città è la Prospect Nevskiy molto animata e piena di negozi, occorre però fare molta attenzione agli zingari che circondano il turista cercando di derubarlo.
Le fermate della Metropolitana sono ricche di decorazioni, con mosaici ispirati all’arte classica greca e romana, e ricordano delle sale museali.
A pochi chilometri di distanza visitiamo la residenza estiva dello Zar a Peterhoff sul Baltico e il Palazzo di Caterina della metà del ‘700 che fu distrutto nella II Guerra Mondiale dagli stessi Russi, perchè vi era stato insediato il comando nazista durante l’assedio di San Pietroburgo che comunque non fu mai occupata.
L’edificio è stato ricostruito interamente e fedelmente comprese le splendide fontane, mentre tutti gli arredi, portati in salvo prima dell’arrivo dei tedeschi, sono originali.
All’interno vi è anche un viale navigabile che porta fino al mare Baltico sul golfo di Finlandia.
La villa è raggiungibile anche in aliscafo da San Pietroburgo. Lasciata San Pietroburgo ci rechiamo a Tartu seconda città dell’Estonia, che fece anch’essa parte della Lega Anseatica. In questa località sede di un’antica Università, si respira un’atmosfera cittadina molto vivace soprattutto durante l’anno accademico.
Tartu famosa in tutto il mondo dopo la seconda guerra mondiale perchè Jurij Lotman vi fondò l’insegnamento di semiologia, è il vero centro culturale e scientifico del paese. Dopo aver ammirato la curiosa quanto romantica scultura agli amanti sotto l’ombrello ci mettiamo in viaggio verso Palanga.
Località con una lunga spiaggia di sabbia finissima, che ne fà il più frequentato luogo di villeggiatura estivo della Lituania, tanto da poter fare invidia perfino a Rimini. Il mare è la sua risorsa sopratutto per la raccolta dell’Ambra, l’oro del baltico conosciuto fin dall’antichità e citato nei suoi scritti anche da Tacito.
Da Palanga si parte con dei pulmini per visitare il deserto Lituano; Neringa una splendida lingua di sabbia che ricorda località mediterranee più che baltiche.
Per raggiungere questa meraviglia naturale, si attraversa un caratteristico museo all’aperto chiamato la Collina delle streghe nel quale spiccano enormi sculture di legno, tra il comico ed il grottesco, opera di artisti locali.
Sulla strada per Danzica ci fermiamo a Kaunas, dove assistiamo al matrimonio di una giovane coppia Cattolica sposata da un sacerdote Salesiano.
La quale dopo aver saputo che venivamo dall’Italia ci ha invitati ad assistere alla cerimonia e a brindare con loro.
Altro curioso incontro in questa città quello con due giovani giapponesi provenienti da una traversata asiatica in moto, e diretti a visitare l’Europa.
In cerca di un luogo dove pernottare siamo stati avvicinati da un agente della polizia che ci ha ricordato di parcheggiare, per la nostra sicurezza vicino al famoso municipio Il “Cigno Bianco”.
Lasciandosi alle spalle le Repubbliche Baltiche e l’antica capitale Russa di San Pietroburgo, decidiamo di fare un fuori programma e ci dirigiamo verso Danzica (Polonia), attraversando senza fermarci la zona dei laghi Masuri, decidendo di approfondire questa parte della Polonia in un altro viaggio.
Per raggiungere questa località si è costretti ad aggirare l’enclave Russa di Kalinigrad, (territorio dell’antica Prussia, che dopo la seconda Guerra Mondiale è entrata a far parte della Russia, anche se separata geograficamente dalla federazione dopo il crollo dell’Unione Sovietica).
Allunghiamo il tragitto di qualche centinaio di chilometri per raggiungere Danzica, una città con un notevole centro storico anche se in gran parte ricostruito dopo le distruzioni della seconda Guerra Mondiale.
Particolare, poco noto, proprio dal golfo antistante la città una nave militare tedesca bombardò il porto dando inizio alla seconda Guerra Mondiale, l’evento che avrebbe sconvolto il mondo!
Era il 1° settembre 1939 quando l’incrociatore tedesco Schleswig-Holstein fece saltare il deposito munizioni della Westerplatte.
Danzica è una città con un ampio centro storico, anch’esso pedonalizzato, piacevole da visitare fin dal suo ingresso da Lazielona Brama, proseguendo per l’Ulica Dluga fino al vecchio Municipio, e per la caratteristica via Mariackar con negozietti tipici, situati nei seminterrati sotto la abitazioni.
Facile trovare, sia tra i vicoli che lungo i canali, dei punti di ristoro anche all’aperto, non solo polacchi ma anche indiani, greci, e italiani.
Anche qui sono presenti artisti di strada, tanti venditori ambulanti e mercatini vari. Il centro storico è facilmente raggiungibile con una rete molto diffusa di tram e altri mezzi pubblici, il vecchio campeggio n. 10 molto noto ai camperisti oggi purtroppo è chiuso.
Lasciata Danzica ci dirigiamo verso l’ultima tappa del nostro viaggio che sarà Praga nella Repubblica Ceca.
L’attraversamento della frontiera fra la Polonia e la Repubblica Ceca rispetto al passato è molto rapido. Arriviamo a Praga di notte, e l’atmosfera è da città dopo un colpo di stato, per le strade ci sono blindati dell’esercito e tanti militari che le presidiano.
Capiamo che il tutto è dovuto all’inondazione del fiume Moldava di metà agosto che ha lasciato tracce abbastanza evidenti e ci tranquillizziamo.
Nel centro storico vi sono accumulati rifiuti di ogni tipo. In meno di 2 settimane la città con l’aiuto dei suoi abitanti si sta riprendendo da questa catastrofe naturale che ha sconvolto anche altre località attraversate da questo fiume.
Comunque l’effetto del disastro è ancora palpabile, il fiume ancora straccolmo dall’acqua, alcuni punti vicino a Ponte Carlo dove si trovano dei tipici ristoranti, sono ancora sommersi.
Uno dei campeggi piA? comodi per visitare la città è il Camping Zizkov, dal quale con il tram n. 9 si raggiunge il centro storico in circa venti minuti.
Un’altra località conosciuta e particolarmente danneggiata dall’alluvione è Cesky Krumlov.
La bella cittadina patrimonio sotto tutela dell’Unesco ha subito notevoli danni, soprattutto nella parte vecchia situata a raso sul fiume, dove le acque hanno raggiunto circa tre metri di altezza!
Conclusa anche questa visita ci prepariamo a tornare in Italia, con negli occhi le bellezze delle tante località attraversate…
Da Cracovia a Vilnius, da Riga a Helsinki e Tallinn, passando per il mare del Nord e San Pietroburgo, per finire con Danzica e Praga.