Un viaggio da realizzare nella stagione buona da
giugno in poi fino a tutto settembre.
Per chi ha tempo è sicuramente un
itinerario da fare senza fretta, per gustare sopratutto
quelle località
molto lontane
(circa 3.700 km) che difficilmente
saranno meta di altri viaggi in camper anche per gli alti costi attuali del gasolio.
di Luciano Tancredi
Il viaggiatore in camper anche se ha già effettuato per anni viaggi in Italia e in Europa quando ragiona sulla possibilità di andare in posti lontani quali la Russia (S. Pietroburgo) ha un attimo di timore, si guarda intorno, legge di viaggi fatti da altri e pensa che forse è il caso di rivolgersi a qualche organizzazione che lo possa aiutare.
Oggi esistono sul mercato varie possibilità. Rispetto a qualche anno fa tutto è più semplice perchè anche gli ex paesi dell’Unione Sovietica sono entrati nella Unione Europea, che ha reso i passaggi di frontiera più rapidi, l’assicurazione con la carta verde è valida fino in Estonia, l’uso dell’euro, anche se non ufficiale, è abbastanza diffuso e viene accettato senza problemi anche in Russia, mentre per i visti è necessario rivolgersi a delle agenzie specializzate.
Questo viaggio si può intraprendere tranquillamente in tre o quattro camper, sia per motivi di compagnia, sia di reciproca assistenza in caso di problemi. bisogna poi tener conto che in Russia non esiste ancora una rete di officine diffusa e che a volte per una piccola necessità, come cambiare un filtro sporco della nafta, può essere necessario un aiuto tra camperisti.
Detto questo attraversare i Paesi Baltici per andare fino a S. Pietroburgo non è un’impresa ardita.
Il nostro gruppo di amici lo ha fatto nell’agosto del 2002 in 37 giorni percorrendo 7200 km attraversando all’andata: Austria, Slovacchia, Polonia, Lituania, Lettonia, Estonia, Finlandia, Russia.
Al ritorno: Russia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Austria. Uno dei problemi che ci si trova ad affrontare viaggiando con altri camperisti è legato agli interessi generali e particolari di ognuno di noi.
Sarebbe opportuno testare con alcuni viaggi minori la compatibilità fra persone, prevedere quando ci si fermerà per la pausa caffè, l’orario del pranzo, l’eventuale pennichella, la sosta serale e l’orario della cena per non arrivare in posti non conosciuti durante la notte.
L’eccezione può capitare ma non deve essere una regola.
Cosè come per una buona riuscita del viaggio si consiglia di tracciare un itinerario ben definito con le varie tappe e punti di sosta consultando il nostro Diario di bordo, in questo modo se qualcuno è interessato a fare delle deviazioni per particolari interessi può concordare con gli altri componenti del gruppo, un appuntamento dopo alcune ore, un giorno o più, senza dover rinunciare a qualcosa che ritiene importante.
Spostarsi, privilegiando le autostrade anzichè i percorsi alternativi, tenendo presente che anche le lunghe tratte di attraversamento di un paese fanno parte del viaggio, è sconsigliabile poichè così si rischia di fare tappe di 800-900 km al giorno, e non vedere nulla, tanto varrebbe allora prendere un aereo ed evitare lo stress; siamo in vacanza!
La stessa modalità di procedere può essere applicata alla visita di una città. È vero che spesso ci si comporta come la pecora dietro al cane pastore per non avere problemi nel seguire la strada, paura di sbagliarla o non conoscenza di alcuna lingua e quindi difficoltà nella comunicazione.
Il camperista che fa da capogruppo è importante che abbia la capacità di guidare il gruppo con particolare attenzione ai comportamenti relativamente all’andatura riferita alla velocità, alle caratteristiche meccaniche dei singoli mezzi, tenendosi in contatto, tramite CB, con l’equipaggio che fa da “scopa” (ultimo della colonna).
Guardare sempre dietro per capire le difficoltà che può avere il gruppo, evitare quando è possibile di stare troppo serrati permettendo così agli altri automobilisti di transitare e sorpassare senza difficoltà.
Evitare sempre di fermarsi all’improvviso, di girare repentinamente senza dare indicazioni agli altri e farli trovare in difficoltà. Quando accade chi segue deve pensare alla corretta guida, proseguire e successivamente fare un’inversione di marcia e tornare indietro.
I membri della colonna che sono abituati a viaggiare da soli si devono adattare a questi comportamenti elementari. Normalmente il “Driver” è portato a sostare in luoghi che già conosce specialmente quando il gruppo è numeroso, o sostare nei parcheggi dei distributori di benzina, che offrono più spazio.
Personalmente preferisco sempre quando è possibile uscire dalle autostrade o dalle grandi arterie e cercare un piccolo paese dove è quasi sempre possibile trovare un luogo adatto alla sosta, questo può valere anche per il pranzo.
Così facendo si riesce casualmente a scoprire situazioni che appartengono al viaggiatore, che rimangono nei ricordi, mentre sono sconosciute al turista che segue solo le guide o le indicazioni dell’amico o del parente che già così ha fatto. Affrontate queste considerazioni preliminari ci mettiamo in viaggio.
Attraversiamo in due giorni l’Austria e la Slovacchia e dopo circa 830 km siamo a Cracovia la prima città importante del viaggio che incontriamo, antica capitale della Polonia è una località molto vivace, dove è facile parcheggiare lungo il fiume Wista quasi a ridosso del centro storico e a 200 metri dal Castello e dalla Cattedrale.
A pochi chilometri da non perdere, c’è la Miniera di sale di Wieliczka, un dedalo di gallerie lungo 300 km, ha conservato tracce delle tecniche utilizzate nel lavoro minerario nell’arco di 700 anni.
Prima di arrivare al confine con la Lituania ne approfittiamo per visitare Bialowieski Park Narodowy.
Ci fermiamo a Biala Podlaska dove facciamo conoscenza con Boris un bel personaggio di oltre ottanta anni, che parla perfettamente italiano e ci racconta parte della sua affascinante vita.
Durante l’invasione nazista all’età di 20 anni era fuggito dalla Polonia raggiungendo in maniera avventurosa la Tunisia, già occupata dalle truppe alleate, dove venne inserito in un contingente di soldati polacchi al seguito dell’esercito inglese.
Successivamente partecipò allo sbarco alleato in Sicilia.
Trasferito a Bari fece un corso di carrista, in una caserma del ricostituito esercito italiano, partecipando in seguito anche alla battaglia di Montecassino.
Boris è una preziosa guida per la visita al parco, effettuata con una curiosa carrozza, dalla quale abbiamo potuto ammirare una varietà di piante ed il bufalo ormai scomparso in altre parti dell’Europa.
Dal nord della Polonia ed entrando in Lituania fino in Estonia il paesaggio è piacevole, ricco di boschi di betulle, anche se le strade dopo qualche giorno di viaggio diventano abbastanza monotone perchè quasi prive di curve, di colline, di ponti e gallerie.
Curiosamente nonostante tutto il verde a volte non si trova spazio per una piccola sosta ristoratrice, per un caffè o per sgranchirsi le gambe.
Il nord della Polonia, le Repubbliche Baltiche e la stessa Russia hanno in comune la tipologia delle costruzioni: tutte molto povere e interamente in legno, con il solo camino in muratura, le più curate con gli infissi verniciati.
Queste modeste costruzioni contrastano fortemente con il lusso delle residenze dell’antica aristocrazia che abbiamo visitato.
Anticamente le repubbliche Baltiche furono colonizzate anche dai cavalieri Teutonici, che come era in uso alla’epoca costruivano fortezze come difese, queste oramai quasi del tutto distrutte durante le varie guerre che si sono succedute.
Andando a visitare Vilnius, sulla strada centrale che porta alla cattedrale, ci siamo imbattuti in una curiosità: durante gli scavi intrapresi per dei lavori stradali sono stati ritrovati i resti di 2.000 uomini dell’armata di Napoleone!
Dai quali è stato possibile riportare alla luce bottoni delle divise e monete di quella che fu la grande armata napoleonica, che nel 1812 attaccò la Russia, subendo una delle più catastrofiche sconfitte della storia militare, cui contribuì il clima rigido dell’inverno che li sorprese impreparati.
Quella’anno partirono in 500mila dalla Francia. Sei mesi dopo erano rimasti in 40mila. ben presto il freddo russo costrinse i soldati rimasti a ritirarsi in Lituania, ma anche lì l’inverno non fu meno clemente.
Vilnius prima dell’arrivo dei nazisti era la città più importante della cultura yiddish, considerata dagli ebrei la Gerusalemme della’Occidente.
Sede di 96 sinagoghe, se ne salvò soltanto una perchè trasformata dai tedeschi in un magazzino per medicinali.
Proseguendo verso nord arriviamo in prossimità del Mare Baltico, a Riga in Lettonia, dove sono ancora visibili gli antichi hangar dei dirigibili Zeppelin, miracolosamente scampati alla seconda Guerra Mondiale, ora trasformati in mercati a Centralais Tirgus, tutt’ora con gli 80.000 metri quadri di superficie sono fra i più grandi al mondo.
In tutte le capitali baltiche è possibile incontrare nelle zone pedonali dei centri storici giovanissimi artisti di strada che rendono ancor più piacevole la passeggiata.
Vicino alla cattedrale di Riga ci siamo imbattuti nei cadetti donna dell’accademia Militare di Livorno, imbarcati sulla nave S. Giorgio, piccolo il mondo!
Da non perdere a Riga il Museo Etnografico “Etnografiskais Brivdabais Muzejsai” in cui si possono ammirare edifici rurali, con gli interni completamente arredati, mulini a vento e chiese dei sec. XVIII – XIX. Il Museo è stato fondato nel 1924 e raccoglie circa 100 edifici. Per ricreare l’atmosfera dell’epoca attori interpretano personaggi e artigiani di quel tempo, dando vita al museo.
Altro interessante museo, a Riga, è quello dell’automobile (Motormuzejs), nel quale oltre alla presenza di molte vetture dail’epoca di tutt’Europa, sono presenti anche vetture militari, comprese decine di motociclette di ogni tipo, auto sportive e da corsa ed anche esemplari storici come l’auto blindata di Stalin e quella con la quale ebbe un incidente l’allora Presidente dell’Unione Sovietica Breznev.
In Lettonia nella località di Sigulda, esiste l’impianto di risalita sciistico più basso del mondo, solo 250 m sul livello del mare.
Cesis al centro del Parco Nazionale del Gauja, fu una fiorente città Anseatica con il nome tedesco di Wenden, conserva una restaurata fortezza che fu distrutta nel 1577 da Ivan il Terribile.
Alcune città delle Repubbliche Baltiche hanno il frontale degli edifici con un’architettura particolarmente riconoscibile perchè facevano parte della Lega Anseatica.
Questa potente comunità (che alla fine del sec. XII convertì al cristianesimo l’antica Livonia, attuale Lituania), nella quale la storia si lega a scambi mercantili e tradizioni illustri, presente sopratutto in Germania era diffusa anche nel Baltico.
Da Riga ci spostiamo sull’isola di Saaremaa, la maggiore delle isole Estoni e la seconda del Mare Baltico, sostiamo in un campeggio il Mandjala, con tanti bungalow e servizi comuni ricavato in una ex zona militare.
Kuressaare è il capoluogo dell’isola, e conserva un nucleo neoclassico ben restaurato, il materiale con il quale è edificata compreso il castello Vescovile è la chiara pietra dolomitica locale.
Su quest’isola cadde in tempi remoti il meteorite Kaali anche se del cratere sono rimasti oggi pochi segni visibili. Prima di spostarci a Tallin, visitiamo gli imponenti e ben conservati mulini a vento, in legno, di Karja, da non perdere! Tallin capitale dell’Estonia, famosa per la lavorazione di manufatti di lino, ha un centro storico ben conservato, arroccato su una collina dalla cui sommità si può ammirare un seggestivo panorama, che comprende la zona del porto e il golfo di Finlandia.
In città le attività commerciali hanno un’insegna tridimensionale che ricorda il tipo di merce trattata.
Fuori dalle chiese ortodosse troviamo, con aria dignitosa e mai invadente, mendicanti seduti a chiedere l’elemosina. I locali uscendo dalla messa fanno la questua a tutti i bisognosi presenti e non solo ad uno come accade in altre realtà sociali.
Da Tallin è possibile fare una gita in aliscafo ad Helsinki, noi incuriositi dall’idea decidiamo di farla.
Partenza alle ore 7,15, fortunatamente siamo parcheggiati di fronte al porto, per una traversata che durerà un paio d’ore.
Per la visita abbiamo a disposizione circa 8 ore, che non sono molte, così ci affidiamo ad un’Open top Toursai, uno di quei bus turistici a due piani, che risulta una buona scelta essendo abbastanza essenziale, anche perchè della città storica non è rimasto molto, era tutta in legno ed è andata distrutta in un incendio nell’ottocento.
La chiesa luterana di Temppeliaukion, è sicuramente un’originale costruzione, gli autori i fratelli Timo e Tuomo Suomalainen decisero che il loro progetto architettonico fosse espressione della comunione con la natura, così preferirono scavarla direttamente nella pietra viva con l’aiuto della dinamite.
Le pareti interne sono di granito naturale e quando piove l’acqua s’infiltra e scorre a vista, lungo le pareti di roccia, per essere poi convogliata nel canale di drenaggio.
Ha una pianta circolare, la cupola quasi piatta e dal diametro gigantesco, è stata costruita usando tra l’altro 23 km di filo di rame a spirale, il tetto della chiesa pedonalizzato viene usato come solarium. L’eccellente acustica e l’organo con oltre 300 canne ne fanno un’ottima sala da concerti, noi l’abbiamo apprezzata.
Segue la 2° parte: (Roma -Sanpietroburgo)
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