In Islanda, dove la natura è padrona assoluta
del territorio, l’uomo deve ancora combattere
per vivere in questa terra piuttosto che proteggerla.
Sia che si arrivi in questa meravigliosa isola in
aereo o in nave la prima sensazione che si
avverte è di stupore di fronte ad un paesaggio
con un contrasto cromatico eccezionale:
il nero della lava ed il verde dei rilievi montuosi.
di Michele Altieri
Dopo i mille preparativi invernali, necessari per questo meraviglioso itinerario in Islanda, eccomi arrivato a Bergen (Norvegia) dove conosco gli altri partecipanti al viaggio ed il caro Michele, Maurizio e Giuseppe, ossia le guide dell’Associazione Dimensione Avventura.
Iniziano le operazioni di imbarco verso le 11.00.
La nuovissima motonave Norrona ci accoglie meravigliosamente, con cabine confortevoli, buoni pasti, facendoci letteralmente vivere le due notti a bordo come se fossimo in crociera.
1° giorno – Arriviamo a Seidisfjordur la mattina alle 8,00.
Con una bellissima giornata di sole iniziamo le pratiche doganali, ansiosi di scoprire questa terra.
Appena usciti dal porto guidiamo per circa 25 km, superando il primo piccolo passo montano, per raggiungere il villaggio di Egilssadir. Qui facciamo una breve sosta per cambiare la valuta, fare il pieno di carburante e viveri.
Si riparte subito dopo per la grande avventura lungo la Ring Road, ossia l’arteria principale islandese che si snoda lungo tutta la costa e che ci regala un primo assaggio delle bellezze naturali di questa isola del ghiaccio e del fuoco.
Raggiungiamo in serata il lago Myvatn, sistemandoci in campeggio.
Ammiriamo i riflessi del tramonto sulle acque del calmissimo lago… e ci accorgiamo che sono quasi le 23.00 !
2° giorno – Abbiamo subito un’appuntamento importante, infatti ci attende l’autobus 4×4 che ci accompagnerà alla caldera dell’Askja.
Lasciata la caravan e i camper parcheggiati, iniziamo questa indimenticabile escursione verso l’incontaminato interno dell’isola, per ammirare alcune delle più note bellezze del deserto islandese. Imbocchiamo la pista F88 riservata solo ai mezzi 4×4 a causa di alcuni guadi da compiere.
Michele, il nostro Capogruppo, ci segue a bordo del suo Mitsubishi pick up, equipaggiato con la leggera cellula della Modulidea, e lo invidiamo un po’ per questi momenti di vera guida off road!
Lo spettacolo che si apre ai nostri occhi è indescrivibile.
La prima sosta la facciamo subito dopo il primo guado al fiume Grafarlandaa’, per ammirare delle piccole cascate dove, si narra, si trovi l’ acqua migliore di tutta l’Islanda.
Segue, più avanti, anche un’altra sosta per effettuare una piacevole passeggiata lungo il canyon dell’ impetuoso fiume Jokulsa’ a’ Fjollum. Verso l’ora di pranzo arriviamo al vulcano dell’Askja.
Partendo dal parcheggio e con una camminata di circa 1,5 km, raggiungiamo l’enorme caldara del vulcano… è qualcosa di veramente impressionante per dimensioni e per quantità di magma eruttato!
La caldera ha formato il lago più profondo d’Islanda e da una recente eruzione si è formato un secondo cratere, il Viti, molto più piccolo ma costituito solamente da acqua calda, dove è possibile farsi un piacevole bagno ristoratore. Le sue invitanti acque turchesi, con una temperatura di 25° costanti, sono ideali per rilassarsi.
3° giorno – Riprendiamo la Ring Road. Uscendo sulla 864 e percorrendo una strada sterrata in discreta condizione, arriviamo alle cascate più grandi d’Europa: Dettifoss.
Con i suoi 44 metri di salto e 500 metri cubi d’acqua al secondo, riesce a formare una nuvola d’acqua visibile da molto lontano. Sfruttando un sentiero che la costeggia, possiamo ammirarla nella sua completezza e magnificenza scattando delle foto veramente suggestive.
Proseguendo a piedi per un sentiero, oltrepassando una lunga serie di massi, raggiungiamo la cascata di Selfoss, alta soltanto 11 metri ma molto più ampia e a mio avviso anche più bella.
La giornata è ancora lunga e compiamo un’escursione ad Hverarond, una zona geotermica 6 km ad est di Reykiahlid, ricco di sorgenti di acqua bollente, pozze di fango e fumarole.
Poco più avanti, ci aspetta il campo lavico di Krafla e il cratere Leirhnjùkur, subito dopo, nei pressi del lago Myvatn con i suoi crateri d’acqua e pinnacoli di lava dalle mille forme, arriviamo con i nostri mezzi ad Hverfell, un cono vulcanico alto 163 mt, che domina imponente il campo di lava sottostante.
Non ci lasciamo sfuggire la sua vetta che conquistiamo con una camminata di 20 minuti, e dalla quale si ammira un panorama mozzafiato, su di una vallata ricca di soffioni e piccoli coni.
L’ultima sosta, prima di rientrare soddisfatti al campeggio, la effettuiamo per visitare Grjotagia, grotta incastonata in una colata lavica e con una sorgente di acqua caldissima al suo interno.
Anni fa era ancora possibile fare il bagno, ma ormai la temperatura è diventata eccessiva.
Verso la fine del trasferimento odierno, purtroppo un camper rompe il radiatore, forse per colpa di un sasso.
Si ripara il tutto presso una piccolissima officina proprio vicina al Camping.
Scopriremo, però, solamente dopo la seconda rottura, che il mezzo era stato appena modificato per il montaggio del climatizzatore, e che questa modifica creava problemi in caso di sollecitazioni più forti del normale.
4° giorno – Lasciato il campeggio, prendiamo la strada in direzione Nord per raggiungere Husavik e compiere una singolare escursione per l’avvistamento delle balene che transitano proprio nel suo fiordo.
Il tour, effettuato in antiche baleniere, dura circa 3 ore ed avvistiamo quasi subito un nutrito gruppo di balene, accompagnate da un numero imprecisato di delfini giocherelloni che si divertivano a compiere evoluzioni davanti a noi !
Durante lo spostamento verso Akureyri, la seconda città più importante dell’ Islanda, ci fermiamo a visitare Godafoss, la cascata degli Dei.
Giunti nella cittadina, facciamo base al campeggio situato nella zona centrale e a piedi cominciamo il suo tour, visitando il bel giardino botanico, la cattedrale di Akureyrarkirkja, e le vie del centro ricche di negozi, con qualche invitante pub.
5° giorno – Il gruppo è affiatato ed alle 8.30 siamo in marcia.
Trasferimento lungo la costa nord, fra vallate verdi e profondi fiordi.
L’itinerario per arrivare a Blonduos attraversa scenari tipicamente islandesi, con piccoli villaggi e fattorie.
Attraversa la profonda valle di Oxna- dalur per poi salire fino all’omonimo passo a 535 mt.
Visto che siamo in anticipo sul programma, decidiamo di deviare per visitare il museo del folclore di Glaumbaer, ricavato nella più bella tra le fattorie di tutta l’ isola.
6° giorno – Proseguiamo il nostro viaggio in direzione della penisola dello Snaefellsnes lunga circa 100 km.
Attraversiamo lande selvagge ricche di coni vulcanici, percorrendo una strada non sempre asfaltata ma dal fondo buono.
Ci fermiamo per la visita a Stykkisholmur dove pranziamo nel piccolo parcheggio del suo porto naturale, formato dall’isola basaltica di Sugandisey.
Arriviamo verso sera a Olafsvik dove decidiamo di cenare nel ristorante dell’ unico albergo del villaggio.
Una splendida cena a base di piatti locali, come il merluzzo fritto, zuppe e carne di pecora, davvero gustosi.
Decidiamo di boicottare il campeggio e raggiungiamo una scogliera a picco sul mare, poco lontano dal paese.
Questa si prospetta essere stata un’ottima scelta… infatti dalla dinette della mia caravan posso godere di uno spettacolo fantastico (magia della casa al seguito)!
7° giorno – Continuiamo il tour intorno alla penisola, aggirando la cima dello Snaefellsjokull, fiancheggiando aspri pendii e cime avvolte tra nubi grigie….. la sensazione di non essere più sul nostro pianeta è molto forte!
Giunti ad Hellnar, lasciamo i camper e decidiamo di percorrere un panoramico sentiero di 2,5 km che conduce ad Arnastapi.
Il mare ha modellato queste scogliere laviche con forme magnifiche e bizzarre, dove nidificano un’infinità di uccelli.
Raggiungiamo in serata il camping di Husafell una rinomata località turistica per i locali.
8° giorno – Decidiamo di riposarci un po’, in questa zona nascosta tra fitti boschetti di betulle nane, ai margini di desolati campi lavici, rilassandoci nelle piscine geotermiche del campeggio.
Nel pomeriggio, prima di guadagnare nuovamente la Ring Road, ci fermiamo a visitare Hraunfossar, una serie di zampillanti cascate che sbucano improvvisamente dalla colata lavica.
A poca distanza, lungo un sentiero, raggiungiamo anche Barnafoss (cascata dei bambini) dove il fiume attraversa rumoroso una gola tortuosa e stretta. Originariamente, in questo luogo si trovava un arco naturale di roccia ma dopo che due bambini, scalato l’arco, vi caddero dall’alto annegando nel sottostante fiume, gli islandesi locali decisero di abbatterlo.
Arriviamo in serata nel campeggio di Rejkjavik.
9/10° giorno – Lasciata la caravan ed i camper al Camping, trascorriamo due giorni di completo relax.
Oltre che a visitare il centro storico ed i dintorni di Rejkjavik, con le sue vecchie case colorate costruite in legno e lamiera, ci dedichiamo anche allo shopping, tra decine e decine di negozi alla moda.
Ristoranti e pub animano le nostre serate mondane, passeggiando per la via principale circondati da orde di giovani euforici (spesso molto brilli) che vogliono godersi appieno tutte le ore della notte, per l’intero week end.
In questi 2 giorni riprendiamo i mezzi solo per raggiungere il Centro termale di Blu Lagoon, con la sua piscina di acqua calda a 35°, ottima per il bagno ristoratore di rito.
11° giorno – Si riparte, dopo la piacevole sosta nella vivace capitale, per Pingvellir dove si può osservare chiaramente la frattura tra la zolla europea e quella americana, circondata da vette innevate e dal lago Pingvallatavan (il più grande del paese).
Appena superata questa zona, sulla strada, si cominciano ad intravedere i fumi di vapore che caratterizzano Geyser, ossia il più famoso spruzzo d’acqua del mondo.
Questa singolare geyser emette degli spruzzi alti fino a 50 mt, ogni 10 minuti, attirando migliaia di turisti ogni anno. Subito dopo, non ci lasciamo sfuggire la favolosa cascata di Gullfoss, che si getta in un canyon dalle pareti verticali, con un salto di oltre 30 metri. Purtroppo le condizioni meteo non sono fra le più favorevoli, quindi non riusciamo a vedere l’arcobaleno che è immortalato in tutte le cartoline, ma è comunque magnifico!
Durante la risalita verso nord, seguendo la costa sud del Paese, visitiamo un’altra fantastica cascata ossia quella di Skogafoss, alta più di 60 metri. Pernottiamo nell’area a pagamento, proprio sotto questa meraviglia naturale.
12° giorno – La mattina dopo, percorriamo il ripido sentiero che sale al passo di Fimmvorouhalas, per vedere la cascata dall’alto e godere di un panorama senza confini sulla vallata sottostante.
Lasciamo Skogafoss, poco dopo ci fermiamo sul promontorio di Dyrholey.
Qui si erge nel sottostante mare, un maestoso un arco roccioso alto più di 100 mt, luogo ideale per la nidificazione degli uccelli marini.
Verso ora di pranzo, scendiamo sulla vicina spiaggia nera di Reynisfjara. Parcheggiati i mezzi e tirati fuori tavoli e sedie, pranziamo sotto un caldo sole, circondati a est da una grotta con colonne basaltiche, a sud dal mare, a ovest dal promontorio di Dyrholey e a nord dal ghiacciaio di Myrdalsjokull.
Dopo una piacevole passeggiata sulla lunga spiaggia nera, a malincuore riprendiamo la Ring Road, proseguendo verso il campeggio posto all’ interno del parco nazionale dello Skaftafell.
13° giorno – visto che sostiamo ai piedi del Vatnajokull, ossia il ghiacciaio più grande d’Europa, effettuiamo due escursioni a piedi, la prima lungo un sentiero che dal campeggio arriva alla cascate di Svartifoss, con la loro splendida colata di basalto colonnare, mentre la seconda arriva fin sul ghiacciaio Vatnajokull, suscitando in noi una forte emozione.
Nel pomeriggio, guidando sulla tortuosa strada costiera, non ci perdiamo la visita dello spettacolo naturale della Baja di Jokulsaron, dove enormi icebergs si staccano dal vicino ghiacciaio, migrando lentamente verso il mare aperto e creando uno scenario a dir poco polare.
Si approfitta del bellissimo sole per fare una escursione in anfibio fra questi icebergs, accompagnati da un nutrito gruppo di foche incuriosite dallo strano mezzo che occupa il loro territorio!
Siamo talmente colpiti da questo luogo, che decidiamo di fermarci per la notte sulla spiaggia della baia, dove decine di foche rientrano dal mare per passare la notte… magie d’Islanda.
14° giorno – Ci dirigiamo ormai verso Egilssadir, questo vuol dire che il nostro itinerario sta volgendo al termine.
Ormai tutti i partecipanti del gruppo stanno scorrendo nella memoria velocemente i giorni passati insieme in questa terra selvaggia, ricca di contrasti.
Un concentrato di eventi, dove il tempo sembra essersi fermato. Ormai siamo sulla motonave Norrona che ci riporterà in Danimarca da dove, con un veloce trasferimento, arriveremo in Italia il giorno dopo.
Ormai è tempo di resoconti, ed ecco che possiamo confermare che è stato un viaggio fantastico, unico nel suo genere, con emozioni forti che solamente l’Islanda sa donare al viaggiatore che decide di esplorarla.
Avevano ragione gli amici di Dimensione Avventura…oltre al mal d’ Africa, esiste anche un mal d’Islanda!