Ed ora velocemente il resoconto dei 23 giorni di viaggio, un resoconto mirato più a dare indicazioni pratiche, che non a descrivere i monumenti ed i musei visitati; in fin dei conti per organizzare il vostro viaggio penso che sia più utile darvi delle informazioni che non descrivervi la Cattedrale di Amburgo! di Mauro Mancini
Bello! Bellissimo! Pensavamo francamente fosse più faticoso, una pazzia alla nostra età e invece abbiamo scoperto (anzi riscoperto) un modo diverso di viaggiare.
Venerdì 9 agosto 2002 partiti da Roma arrivati ad Amburgo, pernottato in treno. Daniela, mia moglie, aveva insistito per la valigia zaino a rotelle: “uno zaino non lo porterò nemmeno morta, una valigia con le rotelle è più comoda da trascinare!”. Arrivati alla stazione Termini mi ha mollato la valigia, si è imbracata lo zaino e ha detto “sì, penso che io porterò lo zaino e tu la valigia”. Così è stato! La zona C dell’Inter-rail parte dall’Austria, quindi da Roma al Brennero dobbiamo pagare il biglietto anche se scontato del 50%: € 52,40 per il biglietto di andata e ritorno ed € 3 per la prenotazione dei posti in seconda classe.
Da Monaco ad Amburgo il treno è l’Ice 680 e ci tocca pagare un supplemento (€ 24,10 a persona), a saperlo! A Monaco, dove abbiamo cambiato treno, abbiamo avuto anche 20 minuti di tempo. Arriviamo dopo 17 ore in perfetto orario con una overdose di treno fin dall’inizio, ma non ce ne accorgiamo. Prendiamo la metro e raggiungiamo l’ostello Auf dem Stintfang: è vicino al porto, ma in cima ad una salita, fa anche molto caldo: decido che l’armadio d’ora in poi si fermerà al deposito bagagli della stazione.
Di volta in volta trasborderemo ciò che ci serve nello zaino, la roba sporca ed i ricordini nell’armadio. All’ostello, benché avessimo prenotato e pagato in anticipo paghiamo altri € 5,40 non si capisce se per imprecisati diritti o perché ci impongono le lenzuola: io sono dell’avviso che con certi tedeschi è inutile discutere, quello che c’è alla reception è uno di quelli, poi c’è gente in fila e voglio andare velocemente in camera: bella, pulita, con doccia, bagno e veduta sul porto, come in albergo, in compenso è tutto più umano e meno rarefatto!
Sabato 10 agosto 2002 – restati ad Amburgo, pernottato in Ostello Auf demStintfang. Facciamo colazione ed imboschiamo 6 panini nella borsa della Nikon: sono terrorizzato all’idea della maionese nella ghiera del diaframma, ma il tovagliolo regge! Ci dedichiamo alla visita di Amburgo; acquistiamo due biglietti giornalieri (durano 24 ore) per € 6,40 e risolviamo così tutti gli spostamenti in città.
Domenica 11 agosto 2002 – partiti da Amburgo arrivati a Ribe, pernottato in Ostello. È domenica e sulla guida abbiamo letto di un mitico mercato del pesce, ci alziamo all’alba ed andiamo a vederlo: è una specie di Porta Portese dei dilettanti e di pesce ormai ce n’è proprio poco, in compenso ci sono 5 o 6 venditori di aringhe che con doppi sensi fin troppo espliciti piazzano la loro merce fra le risate dei clienti! Prendiamo il treno alle 11,29 ed arriviamo a Ribe alle 15,23; non c’è deposito bagagli (almeno io non lo trovo); l’ostello è a circa 10 minuti a piedi e la reception apre dopo le 16.
Sistemiamo la nostra roba in camera e andiamo al centro della cittadina dove c’è la Cattedrale: sembra davvero il paese delle fiabe e sul comignolo della Danske Bank, come dice la guida Routard, c’è davvero il nido delle cicogne (gli uccelli no, quelli sono giustamente in vacanza).
Saliamo sulla torre della Cattedrale facendoci, con spensierata allegria da turisti, ben 248 gradini e Daniela decide che per il resto del viaggio o c’è un ascensore o si accontenta di quanto racconterò io o, visto che ho la cinepresa (la odia perché sostiene che “è una macchina fotografica che non fa le foto, cioè non le stampa e quindi non posso farle vedere a nessuno!”), si accontenterà dei filmini. Purtroppo è domenica e il museo dei Vichinghi è chiuso: succede! Per un euro ci danno 7,05 corone danesi.
Lunedì 12 agosto 2002 – partiti da Ribe arrivati a Billund, pernottato in Ostello. Partiamo da Ribe alle 8,51 e sarà un giorno per trenisti provetti: la meta finale è nientemeno che Legoland, si la città dei mattoncini Lego, ma è assolutamente fuori mano e dovremo cambiare un sacco di treni.
Speriamo che non ci siano ritardi: questi danesi sono folli le coincidenze le perderemo tutte perché sono del tipo arrivo alle ore 9,05 e partenza alle ore 9,07! Proviamo, primo cambio a Bramming, secondo cambio a Fredericia, arrivo a Vejle in perfetto orario alle 10,44; fra un treno e l’altro non più di 2 – 3 minuti, tutti puntualissimi: come in Italia!
Non è finita, per arrivare a Billund mancano ancora 25 Km, niente paura alle 11,15 c’è il bus 244 (48 kr) che arriva puntualmente come previsto alle 11,52.
Con questa precisione fare il giro del mondo in 80 giorni è un gioco da ragazzi: vorrei proprio vederlo il Giulio Verne fare la Milano-Palermo!
L’Ostello è ad un chilometro circa da Legoland (€ 45,37 per due); il parco è diviso in due parti: la prima parte è piena di riproduzioni di città del mondo fatte tutte con mattoncini, traghetti che navigano, ponti che si girano, macchine e bus che camminano, la seconda parte è un normale parco giochi popolato però dagli omini della Lego. Alla mia bimba (Daniela) è piaciuto molto e non voleva più tornare a casa! Ha cominciato a piovere e questo ha risolto il problema: zuppi, ma felici siamo rientrati in ostello.
Martedì 13 agosto 2002 – partiti da Billund arrivati a Mons Klint, pernottato in Ostello. Le bianche scogliere di Dover sono entrate nell’immaginario del turista e così, scoperto che anche a Mons Klint ci sono le bianche scogliere non potevamo certo mancarle. Sul bus 244 la macchinetta dei biglietti è rotta e l’autista ci fa capire che si viaggia gratis! Sarà proprio così? Se ce lo dice lui! Arriviamo a Veje. Il diario di bordo oggi prevede un vero tour de force: Odense, Egeskov, Niborg e Vordingborg con relative visite. Quel mentecatto del capitano (cioè io) quel giorno era ubriaco! Come se non bastasse a Odense sbagliamo treno (prendiamo quello per Svendborg) e ce ne accorgiamo dopo 7 fermate! Scendiamo a Ringe e torniamo indietro; da Odense prendiamo il treno per Ringsted, la meravigliosa pianificazione oraria è saltata, per fortuna i treni sono frequenti, ma quello per Vordingborg arriverà fra mezz’ora. Ci mettiamo nella sala d’aspetto fra i binari, io controllo il diario di bordo e visto che c’è tempo continuo a correggere il manuale di
Fotografia digitale che sto scrivendo! Il treno arriva: “corri, lo sai che si ferma solo un minuto, prendi lo zaino, dai sali, anche questo è preso! Passami il diario di bordo che guardo a che ora arriviamo…”, “ma il diario di bordo l’ho hai tu, ci stavi lavorando insieme al manuale!”; “ma come, dovevi prenderlo tu”. Quando si è in due è facile saper di chi è la colpa, sempre dell’altro! “Cacchio, scendiamo e torniamo indietro!” Scendiamo a Glumso, aspettiamo il treno inverso, lo prendiamo e siamo a Ringsted dopo circa un’ora: scandagliamo la stazione in lungo ed in largo, nulla! Che ci faranno sti danesi delle nostre cartacce: del diario di bordo ne ho un’altra copia, ma del manuale, no! Continuo sconsolato il viaggio, ma ormai tutte le tappe intermedie sono saltate, puntiamo su Vordingborg dove arriviamo alle 14,40, ci informiamo e l’autista del 62 ci fa cenno di seguirlo, parte alle 15,15 e per 86 corone ci porta d’avanti all’ostello! Finalmente… un corno, ci scarica a Klintholn Havn, da tutt’altra parte, un porto dove arrivano bialberi in crociera e dove una notte in quello che doveva essere il nostro ostello (secondo l’autista) costa tre volte tanto: che famo?
Nell’attesa conosciamo due ragazzi di Bergamo che commossi dalla nostra situazione, consultata la cartina, ci danno un passaggio: grazie ragazzi, ovunque voi siate! Arriviamo all’ostello, è bellissimo anche se molto vecchio e quasi cadente: in mezzo ad un bosco con un laghetto da una parte, ci sono i cavalli e Ida parla benissimo italiano! “Salve siamo i coniugi Mancini, abbiamo una prenotazione…”, “Mancini, si, a proposito ha telefonato la Polizia ferroviaria, ha ritrovato del materiale che appartiene a Voi, è a Copenaghen al posto di Polizia della stazione…!” Forti sti danesi, non solo avevano ritrovato le mie cartacce, ma avevano anche capito dal mio diario di bordo (evidentemente comprensibilissimo…) dove sarei passato, avevano telefonato all’ostello per avvertire… se in Danimarca c’era del marcio, oggi non è più così! Anzi meglio filar dritti! Facciamo una passeggiata nel bosco e poi a nanna!
Mercoledì 14 agosto 2002 – partiti da Mons Klint arrivati a Roskilde, pernottato in Ostello. Andiamo alle scogliere, siamo tentati di fare il bagno, ma l’acqua è di un freddo! Non c’è che dire il nostro Tirreno sarà pure inquinato, ma intanto è caldo! È un posto in cui varrebbe la pena fermarsi per un po’, Ida con altri è andata a cercare funghi e ne ha trovati un bel po’, fa una frittata gigantesca: è buona (la frittata!). Il problema dell’ostello è che non è servito da mezzi pubblici e la prima fermata dell’autobus è a Magleby, a 2,5 km. Zaini in spalla e scarpinare…, ma qualcuno di voi ha una pallida idea di quanto sono lunghi duemilacinquecento metri con due zaini (uno, lo zaino valigia, scomodissimo) da circa 70 chili sulle spalle! Fra l’altro credo che in Danimarca l’autostop o è vietato, o i danesi hanno il cuore di pietra, non si è fermato nessuno! E fu così che i nostri due eroi, passo dopo passo, sudore dopo sudore, bestemmia dopo bestemmia (in realtà erano solo riflessioni un po’ volgari) arrivarono alla fermata dell’autobus 52 dove alle 12,38 per 86 corone presero il biglietto per Vordin-gborg, dove arrivarono dopo aver cambiato la corriera a Stege prendendo la famigerata 62, ma in direzione opposta! Prendiamo il treno delle 14,42 e arriviamo a Roskilde alle 16,22, alla stazione per 28 corone prendiamo il bus 605 che ci porta all’ostello.
Giovedì 15 agosto 2002 – restati a Roskilde, pernottato in Ostello. Perché Roskilde? Perché tutti gli ostelli di Copenaghen erano stracolmi, per cui abbiamo l’Inter-rail, siamo a 25 km dalla capitale e la frequenza dei treni è quasi da metropolitana, ce n’è uno ogni 10 minuti circa. In compenso è anche una cittadina molto bella, ha una cattedrale che domina dall’alto, delle case con i tetti di paglia spessi un accidente e un porto dove c’è un bellissimo museo di navi vichinghe, anzi secondo me, tanto per non perdere l’abitudine, ne stanno costruendo una, naturalmente con gli utensili di allora per cui per fare i buchi non si usa il trapano, no, troppo semplice, ma si arroventa un ferro e poi si fa un gran fumo acre: risultato un buco identico a quello fatto con il trapano, ma ci si è messo dieci volte tanto! Ma santa polenta, fate uno dei buchi all’antica, poi usate il trapano, no? Mi dispiace i Vichinghi li facevano così! E vabbe! L’Italia è fra i principali esportatori di scarpe; prima di partire più volte ho detto: “Daniè faremo grandi scarpinate, le scarpe che ti porti sono adatte?”. “Uffa, quanto rompi!”. Oggi abbiamo comprato le scarpe pagandole in una svendita 199 corone, poi pensi che le donne andrebbero soppresse da piccole!
Venerdì 16 agosto 2002 partiti da Roskilde arrivati a Stoccolma, pernottato in treno. Scopriamo che con l’Inter-rail non dobbiamo pagare l’autobus: decido di viaggiare con il biglietto appiccicato in fronte! Copenaghen è molto bella, la giriamo in lungo ed in largo, prendiamo il battello come tutti i bravi turisti e andiamo a Cristiania. Mi piacerebbe capire di più, della droga non me ne importa nulla, anche se è quello che colpisce il turista benpensante.
Girando vedo che ci sono delle cooperative che lavorano in vari settori, una è tutta di donne metalmeccaniche, è tutto molto socializzante e socializzato: queste sono persone serie, dal 1971 hanno ripristinato quello che era il territorio di una vecchia caserma affermando che il diritto d’uso è più importante del diritto di proprietà, sono persone troppo pericolose per le idee che praticano, non dureranno a lungo! Prendiamo il treno alle 19,00, facciamo il nuovo ponte di Oresund che unisce la Danimarca alla Svezia, ci fermiamo 3 ore a Malmo, ripartiamo alle 23,10 ed arriviamo a Stoccolma alle 6,10 del mattino: molliamo i bagagli al deposito e decidiamo di dare un’occhiata alla città.
Cremlino, San Basilio, Arbat, i magazzini Gum, le fermate della metropolitana, siamo quasi a metà viaggio, il pensiero va già a quando saremo a Mosca e a tutto quello che riusciremo a vedere.
Sabato 17 agosto 2002 – partiti da Stoccolma arrivati a Helsinki, pernottato in Nave. Stoccolma all’arrivo ti lascia sconcertato, subito fuori della stazione c’è un macello di strade su più livelli che il primo pensiero è: “madonna come sono intelligenti sti svedesi, se hanno capito dove portano tutte ste strade” e poi ti senti stupido, ma stupido perché in realtà noi dobbiamo semplicemente attraversarle!
Per un euro prendiamo circa 8,3 corone svedesi, ciondoliamo un po’ in giro, il palazzo reale, la nave vichinga, i canali, prendiamo un battello e andiamo al Vasa Museum. Il Vasa era l’ammiraglia reale che si rovesciò durante il varo perché troppo alta e andò dritta dritta in fondo al mare alla faccia degli antenati Vichinghi! Non ci rimasero per nulla bene, anzi se la sono proprio legata al dito e appena hanno potuto l’hanno recuperata, l’hanno messa a secco, l’hanno restaurata molto bene e ci hanno fatto intorno un bel museo su più piani visitabile con 70 corone.
Daniela si è riscritta all’Università (mi dà tante soddisfazioni la ragazza) e ovunque può si diverte a scroccare riduzioni, qui le è andata bene, solo 40 corone, poi mi guarda come se fossi uno scialacquatore delle risorse familiari! Andiamo al porto e facciamo il biglietto per il traghetto che ci porterà ad Helsinki: è la Mariella della Viking Line, abbiamo lo sconto del 50% e paghiamo 363 corone svedesi. Saliamo e ci sistemiamo su comodissime poltrone reclinabili, non prima di aver sistemato gli zaini negli appositi loculi a moneta (E 2), si parte alle 17. Non sono navi, sono giganti del mare, ci sono sale gioco, il teatro, vari cinema, la sala bingo, l’angolo asilo nido, più sale di riunione per manager e naturalmente il tax free: prendo 2 birre (1 E cadauna), 6 pacchetti di gomme da ciancicare (E 2,45) ed una confezione di fazzoletti di carta (E 1) e meno male che era tax free!
Domenica 18 agosto 2002 – restati a Helsinki, pernottato in Ostello. Arriviamo alle 10,15 con 15 minuti di ritardo! Andiamo alla stazione per fare i biglietti per Mosca, ho un dubbio, il visto russo è valido dal 19 al 24 agosto, il treno parte alle 17,42 e varca la frontiera prima delle ore 0 del 19, vuoi vedere che non ci fanno entrare e dobbiamo partire il giorno dopo? Purtroppo è così! Facciamo i biglietti da Vainikkala (ultimo paese finlandese al confine con la Russia) a Mosca pagando il 50% in meno, ovvero € 74,40 per il treno e € 42 per il vagone letto. Dobbiamo risolvere il problema di dove dormire, l’ostello di Helsinki è prenotato, ma per il ritorno, speriamo ci sia posto! Ci dice male, è tutto occupato, ma l’ostello ha fatto una convenzione con il campus dell’università, possiamo andare lì: è più caro (€ 66) di un ostello, ma ad Helsinki… ci va benissimo!
Lunedi 19 agosto 2002 – partiti da Helsinki arrivati a Moskva, pernottato in Vagone Letto. Helsinki è bella, piccolina, ha un bel mercatino proprio sul porto ed un mercato coperto poco lontano. Una bella chiesa, dei viali, insomma non sappiamo più cosa guardare: di fronte c’è l’isola di Suomenlinna, ora siamo arrivati fino ad Helsinki e non andiamo a Suomenlinna! Prendiamo il traghetto e la visitiamo, è interessante: era un avamposto militare con una darsena per la manutenzione delle navi, un forte costellato di grandi ancore, bombarde, cannoni e dietro l’angolo un sommergibile visitabile a pagamento!
Decidiamo di mollare l’armadio al deposito bagagli, lo recupereremo al ritorno dalla Russia. Prendiamo il treno alle 17,42, è un treno russo, il vagone letto è comodo, la mattina ci viene offerto caffè, thè e biscotti e scopriamo che dobbiamo pagarli 15 rubli: la controllora si accontenta di 3 euro, ovvero 400 lire per un rublo, poi alla stazione, al cambio ufficiale, scopriamo che un rublo costa circa 63,5 lire, e brava la controllora! Sono già stato altre due volte a Mosca ed una cosa la so: hanno una metropolitana strepitosa; scopro che l’ostello è vicino (si fa per dire) alla fermata Konsomol’skaja. Altra cosa che scopriamo, ma solo dopo aver preso un po’ di biglietti a prezzo pieno (5 rubli) è che per 35 rubli si possono prendere dei comodi blocchetti da 10 corse. L’ostello è l’unico che esiste a Mosca e così sarà anche per quello di S. Pietroburgo, i bagni sono comuni, l’edificio è vecchiotto, la colazione è misurata, ma in compenso la vita costa pochissimo.
Martedi 20 agosto 2002 – restati a Moskva, pernottato in Ostello Guest House. Cremlino, San Basilio, Arbat, il Gum (diventato una vetrina delle griffe occidentali, un orrore rispetto al caro vecchio, caotico, vociante Gum di una volta), le fermate della metropolitana, tutto quello che va visto. È cambiata moltissimo, c’è molta povertà che prima non c’era o quantomeno non si vedeva, c’è sicuramente più mercato, resta comunque una città unica nel suo genere. Non sono mai riuscito a vedere il Mausoleo di Lenin, questa volta la coda mi sembra fattibile, ci proviamo, ce la facciamo tutta, ma all’ultimo blocco, niet!
Non si può entrare con le macchine fotografiche e non è permesso inguattarle nelle borse! Riproverò la prossima volta. Provo a fare il biglietto alla stazione, ma scopro che non c’è posto, vado allora all’Intourist, mi danno una mano, fanno un po’ di telefonate e ci trovano 2 posti: gentilissimi. Paghiamo 1600 rubli per il biglietto e 2 letti (in realtà sono le nostre cuccette a 4 posti riservate però a due persone soltanto); partiamo alle 21,30 ed alle 5,25 siamo a S. Pietroburgo.
Mercoledi 21 agosto 2002 – partiti da Moskva arrivati a St Petersburg, pernottato in treno in vagone letto. Questa volta siamo fortunati, l’ostello è vicino alla stazione, solo che sono le 6 di mattina! Facciamo una colazione sostanziosa per 45 rubli, ci presentiamo all’ostello, la camera non è libera, però possiamo lasciare lo zaino. Prendiamo una tessera da 10 corse a 49,5 rubli, in compenso abbiamo cambiato il rublo a 59,6 lire.
Andiamo alla fortezza di S.Pietro e Paolo, imbucarsi è un gioco da ragazzi: il turismo è tutto torpedonato, basta aspettare il prossimo gruppo di italiani, fare amicizia (da dove venite, bella la città) proprio mentre si entra e poi una volta dentro salutarsi. Io ho una meta precisa: l’incrociatore Aurora, basta risalire la Neva ed ecco che alla confluenza con la Nevka appare in tutto il suo splendore grigio chiaro. Saliamo, lo giriamo in lungo ed in largo, tocchiamo il cannone che sparò il colpo che diede il segnale per l’attacco al Palazzo d’Inverno!
Giovedi 22 e venerdi 23 agosto 2002 – restati a St. Petersburg, pernottato in Ostello St. Petersburg International. La Venezia del Nord è tutta un cantiere, nel 2003 ci sarà il trecentesimo anno della fondazione, grandi feste e a noi ci toccano un sacco di palazzi in restauro. È bella, ma non mi piace, poi capisco anche il perché: non ha quasi nulla di russo, è una città occidentale, d’altra parte Pietro il Grande la fece edificare da architetti europei, fra cui molti italiani. Alla cattedrale ripeto il trucco dell’imbucamento, solo che ci aggreghiamo ad un gruppo di Portoghesi, non parliamo con nessuno ed entriamo lo stesso; fare i portoghesi con i portoghesi non è morale, riusciamo e facciamo il biglietto (250 rubli io e 125 la studentessa)! In una traversa verso la fine di Malaja Morskaja, prima di Bol’saja Morskaja, scopriamo un localino in un sottoscala gestito da alcune ragazze, dove per 210 rubli mangiamo un triangolo fritto ripieno di carne, zuppa di fagioli, salsicciotti con contorno misto e 2 birre da mezzo litro, e chi vi molla!
Facciamo la coda per l’Ermitage, entriamo; alla mia studentessa in Russia hanno sempre fatto gli sconti ovunque, qui si inventano che va bene lo sconto per gli studenti, purché non abbiano più di trentanni… ora far passare Daniela per studentessa è un’impresa, per trentenne… ci vorrebbe un miracolo! Faccio un numero sulla discriminazione nei confronti degli studenti lavoratori e decidiamo di andarcene, si può vivere anche senza l’Ermitage!
Sabato 24 agosto 2002 – partiti da St. Petersburg arrivati a Helsinki, pernottato in Ostello Euro Hostel. Continuiamo la visita della città e dei sobborghi con il monastero di Alexander Niewsky dove Daniela in pantaloni corti non è ammessa, non che si perda molto. Andiamo alla stazione e facciamo il biglietto per Vainikkala pagando il solito biglietto scontato: 32,60 euro per il treno e 16 euro per la prenotazione; partiamo alle 16,48 dalla mitica stazione Finlandia quella in cui Lenin, al termine del suo viaggio nel vagone blindato iniziato dall’esilio in Svizzera, nel 1917 arringò la folla che era corsa ad acclamarlo. Alle 21,18 arriviamo ad Helsinki ed andiamo diritti all’ostello.
Domenica 25 agosto 2002 – partiti da Helsinki arrivati a Turku, pernottato in Ostello. Di Helsinki sappiamo tutto, ritiriamo l’armadio che ci è costato due euro al giorno e partiamo alle 9,03 per Turku, l’antica capitale dove arriviamo alle 11. Siamo stanchissimi, giriamo un po’; poi andiamo a Luostarinmaki: stupendo! È un intero quartiere del 1700 completamente fatto con case in legno trasformato in museo dell’artigianato, con artigiani veri che lavorano oggi come allora. La pupa non ce la fa più, con molta calma torniamo all’ostello e Daniela si arrende, ha un po’ di febbre, è solo stanchezza. L’omo de casa si rimbocca le maniche: faccio la spesa dal cinese (porzioni gigantesche che termineremo solo il giorno dopo), affitto una bici e vado a fare i biglietti per la nave che ci riporterà a Stoccolma; questa volta è l’Amorella, sempre della Viking Line, che ci costa ben 14 euro (sconto compreso).
Lunedì 26 agosto 2002 – partiti da Turku arrivati a Stoccolma, pernottato in treno. Ci imbarchiamo alle 8,45 e la pupa si è prontamente ripresa, arriviamo alle 18,55 a Stoccolma. Andiamo dal porto alla stazione dove alle 23 abbiamo il treno per Berlino. Presumo supplementi vari e non mi sbaglio, questi i costi: cuccette su treno Stoccolma – Malmo 180 corone svedesi, supplemento per treno Malmo – Amburgo 16 euro, supplemento per treno Amburgo – Berlino 12,40 euro.
Martedì 27 agosto 2002 – partiti da Stoccolma arrivati a Berlino, pernottato da Karen’s Bed & breakfast. Cambiamo 3 treni, ma alle 15,23 siamo a Berlino. In questa città non avevamo trovato posto negli ostelli e così prima del viaggio avevamo prenotato una stanza al Karen’s Bed and Breakfast; sono una coppia giovane che nella zona orientale della città mette a disposizione due delle loro stanze: il prezzo tutto sommato è in linea con quello degli ostelli (E 45), la colazione è abbondante e non è distante dalla metro.
Mercoledì 28 agosto 2002 – restati a Berlino, pernottato in Bed & breakfast. Anche Berlino è tutto un cantiere, la giriamo in lungo ed in largo grazie alla Welcome card che per 18 euro ci permette di muoverci per 3 giorni su tutti i mezzi pubblici ed offre anche sconti di varia entità in musei, monumenti e locali vari. Non ci facciamo mancare neanche un giro sul battello (€ 4 a persona) né una cena (€ 30 in due) alla birreria Georg Braeu – Brauhaus.
Giovedì 29 agosto 2002 – partiti da Berlino arrivati a Monaco, pernottato in treno. Una visita al Pergamon museum, al museo Egizio ed all’esposizione delle opere di Kathe Kollowitz sono fra gli appuntamenti da non mancare, così come una visita al nuovo palazzo del governo, bellissimo con il suo gioco di specchi e da cui si gode una bella vista panoramica della città. Prima di lasciare Berlino un salto al Check point Charlie per non dimenticare il dramma di una città divisa fra Est ed Ovest. Partiamo da Berlino alle 22,21 non senza aver prenotato 2 cuccette (€ 38,40) per la nostra penultima notte di viaggio.
Venerdì 30 agosto 2002 – restati a Monaco, pernottato in treno. Scendiamo dal treno all’alba, alle 6,46, lasciamo i bagagli al deposito e ci accingiamo a girare la città; siamo stanchi per cui decidiamo di prendere la Circle Line (€ 11 a persona), un autobus turistico che parte dai pressi della stazione e fa il giro della città salvo scoprire che il centro storico è zona pedonale: ci toccherà girarlo a piedi. Sperimentiamo allora la Tages Karte che è un biglietto giornaliero illimitato per due persone (€ 9,50), comodo, ma antieconomico, specie dopo aver fatto il giro con la Circle Line. Bighelloniamo per la città, la Cattedrale, un bellissimo mercato rionale, Marienplatz, il Neues Rathaus con il suo orologio e intanto cerchiamo il Zam Museum (€ 4, ridotto € 2); è un piccolo museo privato diviso in sezioni: il museo dell’automobilina a pedali (bellissimo), del vaso da notte (sfizioso), dell’angelo custode (curioso) e della famiglia dei coniglietti (incredibile!). Alla ricerca di altre cose che normalmente non manchiamo mai andiamo allo Standt Museum, dove c’è una bellissima raccolta di marionette. Si avvicina la sera, siamo stanchi e un po’ tristi, torniamo alla stazione e prenotiamo 2 posti (€ 5,20) sul treno delle 20,30; domani alle 8,17 dovremmo essere a Roma. Una volta tanto il treno arriva in orario, e vai… anche noi siamo in Europa!
Sabato 31 agosto 2002 – partiti da Monaco, arrivati a Roma. Casa, dolce casa, sarà…