Indonesia un paese dove non è possibile
viaggiare in camper. Le isole di Komodo
e Rinca, oltre ai famosi varani,
hanno una vegetazione ed una fauna
che ricorda i parchi africani: bufali,
scimmie, cervi, pappagalli, lucertole volanti,
orchidee ed altre piante tropicali.
di Giuseppe Bacci
Quest’estate siamo andati in Indonesia per vedere altre isole di questo stupendo arcipelago.
La nostra meta era visitare Sulawesi (Celibes) e Flores, due isole meno toccate dal turismo rispetto a Bali, Lombok e Java che avevamo visitato l’anno passato. A Flores in particolare eravamo arrivati attirati dal vedere i draghi di Komodo, giganteschi varani che arrivano fino a 3 metri di lunghezza, ma anche dalle immersioni subacquee che hanno fama di essere tra le migliori del mondo.
La zona più interessante è quindi l’arcipelago di piccole e grandi isole che si trova tra Flores e Sumbawa, che comprende tra l’altro le isole di Komodo e di Rinca, che devono la loro notorietà proprio al fatto di essere abitate dai draghi. Punto di
partenza per le escursioni è il piccolo porto di pescatori di Labuanbajo, dove appunto siamo appena arrivati con l’aereo.
Districandoci tra faccendieri ed agenzie ci rendiamo conto che tutti gli hotel sono al completo, ma ci dicono che in una piccola isola a mezz’ora di barca c’è un villaggio turistico che ha ancora dei bungalow disponibili.
Così dopo una traghettata in acque tranquille attracchiamo al pontile dell’isola di Kanawa dove ci assegnano due piccoli bungalow, costruiti su palafitte a ridosso della spiaggia.
Penso che quando una famiglia come la nostra prende una camera in un albergo abbia bisogno di alcune cose, tipo un letto, un bagno con acqua per lavarsi, luce di notte, un posto dove sedersi, un riparo dalle intemperie e dagli animali, un luogo sicuro dove lasciare i bagagli, il tutto ad un prezzo accettabile.
Chiaramente noi siamo abbastanza abituati a posti poco turistici da non cercare lussi sfrenati come frigorifero, televisore o aria condizionata.
Sulla base di queste considerazioni vi posso descrivere la nostra sistemazione.
Un buon letto per dormire. Il letto non manca, è un matrimoniale un poco sottomisura, con due cuscini troppo mosci, ma munito di una zanzariera che pende dal soffitto.
Certamente qualche cliente precedente si è industriato rattoppando con del cerotto i fori della zanzariera per evitare che gli insetti passassero ugualmente.
Ma in questo periodo le zanzare non ci sono e gli scarafaggi sono così grossi che difficilmente potrebbero passare attraverso i buchi e quindi non mi preoccupo: dormiremo tranquilli.
Un bagno dove lavarsi. In molte parti dell’Indonesia non vi è acqua corrente nelle case e quindi il bagno tradizionale, chiamato “mandi”, è munito di un grande recipiente per l’acqua ed un mestolo per attingervi.
Nel nostro caso il mandi è esterno al bungalow, il recipiente per l’acqua è di muratura rivestita di maioliche, nessun lavandino, solo un bagno alla turca. Inoltre non è un locale chiuso ma quattro mura alte circa un metro, che coprono alla vista solo se si sta accoccolati: ma tanto il wc è alla turca…
Naturalmente non ci hanno dato asciugamani, forse chiedendo si possono ottenere, ma preferisco usare i miei.
Luce per vedere di notte. Entrando nel bungalow mi accorgo che manca la lampadina sul soffitto, ma per fortuna quest’anno ho portato delle lampadine da casa; infatti gli indonesiani sono amanti della luce soffusa, magari il condizionatore sta al massimo ma la lampadina è da 40 watt.
Quando però la monto nel portalampade scopro che non funziona. Mi spiegano che l’hotel ha un generatore che funziona dall’imbrunire fino alle 11 di sera, ma per un guasto da tempo metà dei bungalow sono senza corrente, ed il mio è nella metà sbagliata.
Quindi niente luce, niente ricarica cellulari e batterie delle fotocamere. Per fortuna ho delle torce elettriche per me e per i ragazzi: non potremo leggere prima di andare a dormire ma almeno troveremo la strada per il “mandi”.
Un posto dove sedersi. Il letto occupa quasi tutta la stanza che misura circa due metri per tre, solo in un angolo c’è una sedia, nessun altro mobilio nè altro oggetto di arredamento come ad esempio un attaccapanni.
Chiaramente aperte le valigie la sedia viene subito utilizzata per appoggiare qualche oggetto e quindi non abbiamo dove sederci pur avendo le valigie per terra.
L’unica soluzione è scansare la zanzariera e sedersi sul letto. In compenso il bungalow ha un bel patio dove godersi il tramonto, ma seduti per terra la balaustra toglie lo sguardo al panorama. Un riparo dalla pioggia e dagli insetti.
Apparentemente il bungalow offre riparo, se non altro ha un tetto, anche se di lamiera.
Non lo vedremo alla prova sotto la pioggia, ma in caso di acquazzone, come ne capitano da queste parti, non sono sicuro che riesca ad evitare che qualcosa passi sotto. Inoltre le due finestre non hanno i vetri, ma tutto sommato questo non è un problema visto che la temperatura in questi luoghi è di circa 30 gradi per tutto l’anno.
Certo per gli insetti volanti non è un problema entrare ed uscire.
Peccato che le pareti, fatte di una struttura di legno che regge dei pannelli di foglie intrecciate, siano un luogo ideale per nidi di insetti.
Infatti noto un via vai di vespe che entrano ed escono dal “muro”, per fortuna preferiscono il lato esterno, facendoci perciò evitare di utilizzare metà del patio.
Un luogo sicuro dove lasciare i bagagli.
Ci siamo ormai sistemati e decidiamo di fare una passeggiata sulla spiaggia prima di cenare nel ristorante dell’hotel.
Ma quando stiamo per lasciare il bungalow ci rendiamo conto che non ci hanno dato la chiave della stanza, infatti mi accorgo che la porta non ha serratura.
Noto due piccoli occhielli, forse montati da un precedente turista e così con il lucchetto della nostra valigia riusciamo a chiudere la porta.
Tutta questa descrizione del nostro hotel potrebbe far inorridire i più “schifiltosi”, ma in effetti non rende giustizia al posto.
Non possiamo misurare i servizi di un hotel senza badare al contesto dove è costruito.
Kanawa è una piccola isola a nord di Labuanbajo, con un diametro di circa 800 metri ed un rilievo collinoso al centro. è circondata da barriera corallina e su un lato ha una splendida spiaggia, dove è stato costruito l’hotel.
Un lungo pontile permette alle barche di attraccare senza dover rischiare di incagliarsi sui coralli affioranti.
Quando ci siamo immersi dal pontile un banco di centinaia di pesci lunghi un palmo ci ha attorniato, e la barriera offre coralli ed altri pesci colorati.
Facendo escursioni in barca si raggiungono luoghi per immersioni indimenticabili, ma anche spiagge ed altri posti dove fare il bagno con la maschera osservando i coralli.
Le isole di Komodo e Rinca invece, oltre ai famosi varani, hanno una vegetazione ed una fauna che ricorda i parchi africani: bufali, scimmie, cervi, pappagalli, lucertole volanti, orchidee ed altre piante tropicali. Insomma un posto stupendo dove i servizi offerti da un hotel sono sicuramente un fatto marginale.
Quasi dimenticavo l’aspetto economico: siamo rimasti una notte, in quattro persone su due bungalow ed il conto è stato di 75.000 rupie indonesiane a bungalow, praticamente 3 euro a persona.
Ma dato che il nostro budget di spesa era maggiore ci siamo anche permessi una cena a base di pesce, prima che alle 23 spegnessero tutte le luci, spendendo altri 4 euro abbondanti a persona.
Sotto questo punto di vista non abbiamo avuto nulla da ridire.