La nostra avventura inizia il 18 ottobre 2003,
quando finito di preparare il nostro mezzo
un Opel Combo (una specie di fiorino dalle
forme tondeggianti) di un color rosso fuoco che
risaltava con la nostra tenda maggiolina blu
montata sul tetto, partiamo per la grande avventura.
di Veronica Romani e Roberto Massini
Il nostro “strumento” di viaggio ha al suo interno due piccoli ripiani dove abbiamo stipato la nostra poca ed essenziale biancheria, qualche camicia appesa, tre cassette con dentro la nostra scorta di viveri: dalle fette biscottate alla pasta, allo scatolame vario, la nostra papote.
Ci siamo attrezzati bloccando su un lato del mezzo la tanica dell’acqua con dei fermi, dalla parte opposta abbiamo fissato sulla parte bassa della parete il fornello della camping gaz; il set per il bagno… si c’è proprio tutto! Partiamo la sera del 18 dopo una giornata di lavoro.
Siamo al settimo cielo. Tuttavia la stanchezza ci sorprende quasi subito. La nostra prima notte la passiamo davanti al bar di un autogrill a Caserta sull’autostrada A1.
Cerchiamo di organizzarci al meglio per la notte dato che la tenda non possiamo aprirla, cerchiamo di fare spazio all’interno del mezzo.
Non lo avevamo calcolato, quindi ci arrangiamo a dormire un po’ stretti e non troppo comodi.
Ma la cosa ci fa talmente ridere che per poco il sonno non ci abbandona.
Abbiamo adattato dei pezzi di stoffa rossa e bianca sui due finestroni dietro e un altro più grande che faceva da separet tra la cabina e il resto del mezzo. è bene precisare che abbiamo deciso di partire nel giro di una settimana, durante la quale abbiamo preparato il mezzo e la tenda e organizzato il viaggio.
Caserta – Trapani 19/10/03 – Ore 6,30 suona la sveglia. Cerchiamo di alzarci e mentre usciamo dagli sportelli anteriori ci accorgiamo di essere motivo di curiosità! Facciamo colazione e partiamo subito.
Oggi dobbiamo arrivare a Trapani perché domani mattina abbiamo la nave.
Durante il viaggio non stiamo nella pelle e mentre finiamo di mettere a punto l’itinerario siamo arrivati a Trapani dove abbiamo trovato un agriturismo per passare la notte.
Trapani – Tunisi 20/10/03 – Eccoci al porto di Trapani, tanti i tunisini che tornano a casa e tanta è emozione di iniziare quest’avventura. Sbrigo tutte le pratiche doganali. le solite 3-4 ore di ritardo, che per la Tirrenia ormai sono una cosa abituale. Arriviamo in Tunisia la sera del 20 ottobre sbrighiamo le pratiche burocratiche in un’ora e mezza. Che fortuna visto che ricordavo file di tre ore!
Raggiungiamo senza troppa fatica Nabeul che dista 50 Km da Tunisi. Arriviamo al camping Les Jasmis, al buio non è facile muoversi nel campeggio, comunque grazie alla nostra attrezzatura ci organizziamo per la notte.
Nabeul 21/10/03 – Al nostro risveglio ci ritroviamo tra ulivi e prati verdi facciamo la nostra prima colazione a base di succo di frutta e fette biscottate con la marmellata. Trascorriamo la giornata a contrattare nel bazar di Nabeul. Pranziamo in un localino sulla strada principale della città. Torniamo al campeggio per un riposino. Il pomeriggio facciamo un’altra passeggiata al centro e in serata si torna al camping dove mentre Roberto sistema la tavola io preparo un sughetto con il tonno per i nostri famosi spaghetti. Mangiamo ed andiamo a letto.
Nabeul – El Jem – Gabes 22/10/03 – La mattina di buon’ora partiamo per andare a visitare il magnifico colosseo nel deserto: El Jem. Anche se non è la prima volta che lo vedo, ero già venuta quando avevo 14 anni, un’intensa emozione mi pervade.
Mentre io e Roberto attraversiamo i passaggi che un tempo venivano usati per far entrare gli animali e i gladiatori, la nostra fantasia viaggia veloce, immaginiamo di essere ora un gladiatore, ora un animale e così ci ritroviamo all’ultimo piano da dove si gode un magnifico panorama, il sole entra nelle nicchie e l’odore del deserto e dell’oriente ci penetra nella pelle e nell’anima.
Una gita veloce intorno al colosseo ed ecco che ci ritroviamo in un “negozio” di cose usate, vecchie e antiche. Il negoziante, come del resto tutti gli arabi, ama contrattare e quanto a Roberto ha imparato subito!
Di colpo ci ritroviamo nell’atrio del negozio dove ci sono tante di quelle cose da non riuscire a vederne neanche un quarto.
Così un po’ per gioco e un po’ per la bravura del vecchio padrone usciamo con uno zainetto pieno. Ci incamminiamo per Gabes con la speranza di trovare quei localini sulla strada che preparano la carne alla brace.
Funziona così: si chiede il pezzo di carne desiderato che viene tagliato dall’animale, lì appeso, non è uno spettacolo edificante ma la carne servita con l’insalata di cetrioli, cipolle e pomodori è davvero gustosa. Finalmente dopo pochi Km ecco l’agognato localino.
Ci fermiamo e tra una chiacchiera e l’altra mangiamo un kg di carne con due belle insalate.
Dobbiamo ripartire perché c’è ancora molta strada fino a Gabes.
Durante il percorso ci godiamo quest’avventura che ci comunica voglia di vivere e viaggiare e una sensazione di libertà.
Arriviamo alla Maison des jeunes dopo aver chiesto una dozzina di volte.
Anche qui ero già stata ma rispetto ad allora tutto appare più trascurato e molto più piccolo di come lo ricordavo.
Ci sistemiamo per la sera ed usciamo a farci una passeggiata nel bazar di Gabes. Ai gruppi di ragazzi e di bambini che giocavano per le strade si sono sostituiti gruppi di ragazzi e bambini con gli zaini a tracolla che vanno a scuola ogni mattina, segno dell’avanzare dei diritti civili anche per i più piccoli!
Gabes – Douz 23/10/03 – Ore sette pronti a far colazione! Al nostro risveglio ci ritroviamo circondati da bambini che incuriositi da noi e dalla nostra attrezzatura si avvicinano per guardare, i meno timidi chiedono un po’ d’acqua o succo di frutta.
Ci affrettiamo per la partenza.
Oggi arriveremo alle porte del deserto del Sahara. Prima, però, un salto alle oasi di Gabes. Ci fermiamo a chiedere informazioni in una posta visto che nessuno sembra conoscere il luogo che cerchiamo e le indicazioni ci fanno fare solo il giro del palazzo.
Gentilmente un dirigente della posta esce e parla con un suo amico munito di motorino, che, molto cortesemente ci accompagna fino all’entrata delle oasi, cerchiamo di lasciargli una piccola mancia ma lui la rifiuta facendo il gesto di ringraziamento, mettendo la mano al petto, come per dire no, l’ho fatto con piacere.
Prendiamo un calesse guidato da un anziano signore che oltre a fare il cocchiere fa anche “il cicerone” come si dice a Roma, facciamo una lunga passeggiata nell’oasi, visitiamo un terreno coltivato da un suo cugino e ci regala quattro melograni.
A Douz pranziamo in un ristorantino turistico, nostro primo errore (nei ristoranti turistici non si mangia un gran che!). Arriviamo al campeggio dopo essere passati nel bazar, non ricordavo più la strada per arrivare fin qui. Il campeggio è di un italiano di nome Lorenzo Bonfanti, qui per la prima volta sei anni fa passai il mio primo capo d’anno sotto le stelle tra le dune.
Anche qui molte cose sono cambiate. Ci sono altri campeggiatori con tende simili o uguali alla nostra e nel giro di poco il campeggio è praticamente al completo. Il camping è immerso in un’oasi di verdi palme ricche di gustosi datteri, che subito acquistiamo, anche perché sta iniziando il ramadam. Infatti cominciamo a trovare sempre meno cibo.
Douz 24/10/03 – Non possiamo mancare all’appuntamento con il deserto e con i miei adorati dromedari.
Ci avviamo su per una stradina sterrata sperando di aver capito bene le indicazioni, attraversiamo l’oasi di palme fino a che davanti ai nostri occhi appaiono le porte del deserto del Sahara.
Ci siamo solo noi, le dune ed un silenzio impercettibile rotto da passi in lontananza… ecco un ragazzo apparire dall’oasi con due dromedari! Come è loro abitudine sbucano sempre dal nulla.
Dobbiamo essere un po’ prudenti, in Tunisia non ci sono problemi ma siamo due ragazzi, fuori dalla stagione turistica, ragion per cui facciamo un giro sulle dune di fronte a noi senza allontanarci troppo.
Abbiamo contrattato prima, come sempre bisogna fare per non incorrere in discussioni, solo 11 dinari.
Noto con piacere che una cosa non è cambiata: il timore e la gioia di essere in sella ad un dromedario. è un emozione che mi dona una profonda pace interiore.
Mentre cerco di assecondare il movimento dei suoi passi mi ritrovo dritta senza paura con una sensazione di piena libertà, il vento mi scalda il viso e mi sfiora i capelli.
Douz – Nefta – Tozeur 25/10/03 – Con un po’ di tristezza lasciamo il camping e il meraviglioso deserto per avviarci verso le oasi di montagna. Durante il nostro percorso attraversiamo il famoso chott El Jerid che con mia grande meraviglia è completamente pieno d’acqua, è un magnifico spettacolo anche così; qui un’estate di sei anni fa ebbi il mio primo miraggio, quando il lago salato era completamente asciutto.
Lungo le rive del lago ci sono mucchietti di sale, sopra i quali sono state modellate forme di dromedario.
Da un venditore ci facciamo scattare una foto e parlando veniamo a sapere che sono molti anni che il lago non si riempiva in quel modo.
Arriviamo nel primo pomeriggio a Tozeur e andiamo ad un campeggio vicino al museo anch’esso immerso tra le palme, usciamo e ci fermiamo in un piccolo negozietto sulla strada da un anziano signore che lavora a mano: sedie, poltrone, divani, intersecando legno di palme e vimini.
Compriamo degli sgabelli, richiudibili, particolarissimi fatti con legno di palma.
Tozeur – Metaloui – Sbeitla 26/10/03 – Si parte per andare a visitare l’Azard Rouge, un vecchio treno del Sultano di Tunisi che lo usava per coprire il tragitto da Tunisi a Metaloui.
Non essendo molto chiare le indicazioni di mio padre, decidiamo di prendere il treno delle 11.00.
Davanti a noi ci sono 3 jeep piene di turisti e se la fortuna ci sorride anche loro andranno nella nostra direzione.
Li seguiamo e arriviamo alla stazione appena in tempo! Il capotreno ci permette di salire senza il biglietto, che pagheremo al ritorno. Il treno ha l’inconfondibile stile dei film western, dopo circa 15 minuti di percorso si ferma in mezzo ad una gola, intorno a noi solo roccia. Attraversiamo tunnel, passiamo su ponti che attraversano fiumi così trasparenti che dal treno possiamo vederne il fondo.
Ad ogni fermata cambiamo vagone, ci siamo resi conto che all’inizio siamo saliti su un vagone piuttosto modesto rispetto a quello successivo dove ci sono quattro elegantissime poltrone di velluto rosso con i bordi dorati, ovunque specchi raffinati.
Il panorama che si apre davanti ai nostri occhi ogni volta che entriamo in un’altra gola è di incredibile bellezza.
Nel primo pomeriggio arriviamo a Sbeitla, non ci sono campeggi così per trascorrere la notte chiediamo ospitalità per una notte presso il parcheggio custodito di un albergo. Ci permettono di usare i loro servizi igienici. Guardando bene il posto mi accorgo di esserci già stata in un viaggio fatto in camper con i miei genitori. La mattina presto andiamo a Kairouan la città dei tappeti. Visitiamo solo il cortile della grande moschea visto che è iniziato il Ramadam.
Nabeul – Tunisi – Sidi – Bou Said – Carthage – Nabeul 27/10/03 – Andiamo a visitare l’immenso museo del Bardo a Tunisi il più grande museo che conservi una tale collezione di mosaici. Il museo è ospitato in un palazzo stupendo dai soffitti finemente decorati, un tempo sede del sultano.
Ci dirigiamo verso Sidi-Bou-Said, che dopo Douz e la città più affascinante della Tunisia, per le caratteristiche case bianco-celesti e il profumo dei piccolissimi fiori bianchi che pervade i viottoli della cittadella.
Facciamo una puntata a Cartagine passeggiando nei pressi dei pochi resti ancora visibili. Tornando al campeggio rifletto su come questo viaggio sia una buona esperienza di vita che ci mette alla prova. Ogni giorno sperimentiamo il piacere di stare insieme e di vivere quest’avventura che speriamo sia la prima di una lunga serie.
Nabeul – Hammamet – Nabeul 28/10/03 – Oggi il tempo è veramente pessimo, piove. Decidiamo di uscire e prendiamo un taxi per amndare ad Hammamet ci accordiamo per la cifra di 2,50 Dinari.
Un tassista italiano ci riderebbe su! Andiamo al bazar sul porto, ma il tempo è talmente brutto che i negozi stanno chiudendo quasi tutti. Non ci resta che riprendere il taxi e tornare al camping.
Il nostro umore è come il tempo, siamo un po’ tristi all’idea di tornare a casa.
Nabeul – Tunisi (La Goulette) 29/10/03 – Partiamo alle 8.00 per stare in porto verso le 9.00. Facciamo timbrare i biglietti e poi andiamo a fare una passeggiata al bazar de la Goulette.
Ci dovremmo imbarcare verso le 13.00, ma sono le 13.30 e neanche l’ombra della nostra nave. Sono le 14.00: ci hanno detto che la nave è in ritardo! Alle 15.00 riusciamo ad entrare in dogana dove ci informano di essere gli unici passeggeri. Sulla nave invece troviamo altre due coppie.
La nave mi lascia senza parole, è bellissima! La nostra camera è spaziosa, con il bagno privato, completo di doccia tutto rigorosamente pulito ed igienizzato, asciugamani e tutto l’occorrente, sembra una nave da crociera! Sono molto soddisfatta della Grimaldi Ferries “Valencia”, che porta questo nome perché da Tunisi fa tappa a Malta, Salerno e poi arriva a Valencia.
Arriviamo a Malta la mattina, scendiamo a piedi perché non siamo autorizzati a circolare con l’auto. Passiamo alla dogana e troviamo un taxi che ci porta a fare il giro dell’isola. Visitiamo una fabbrica del vetro, dove assistiamo alla creazione di un cavallino di vetro.
I piccoli paesi che abbiamo visitato ci danno l’impressione di un paese che è un mix tra Africa e Inghilterra. Il tassista ci porta a visitare la Basilica di Santa Maria, ci racconta dell’invasione tedesca nel 1942, quando gettarono una bomba nella Basilica durante la messa, c’erano circa 400 persone, nessuno rimase ferito perché la bomba non esplose. Tutt’ora nel museo della Basilica è conservata, in bella vista, la bomba inesplosa. Torniamo a bordo, farò il resto del viaggio da sola, visto che Roberto soffre il mal di mare.
Malta – Salerno 1/11/03 –
Sbarchiamo in Italia, per la precisione a Salerno,
felici di raccontare la nostra avventura,
tristi perché oramai è finita.
P.S. La giovane Veronica Romani
gestisce insieme al fratello Pierlorenzo
il campeggio Eurocamping 2000 di Fiuggi,
con annessa area attrezzata
dove sono benvenuti i camperisti
(vedi i Timoni n. 13),
via delle Felci 03015 Fiuggi (FR)
Tel. 0775/514420
Fax 0775/547233.