Inghilterra e Scozia – 1ª parte
Quando si fanno 4.000 km in 20 giorni, per
raggiungere la località più lontana, sostando
solo tre notti nella stessa città, è lecito pensare:
“la prossima volta aggiungerei almeno sette
giorni per approfondire la conoscenza di questo
interessante territorio, magari anche con qualche
puntata nelle isole minori come le Orkadi”.
di Luciano Tancredi
C’è chi sostiene che: “chi ben comincia è a metà dell’opera”.
Noi il 2° giorno di viaggio lo ricordiamo con ironia, abbiamo impiegato un paio d’ore a “sformicare” il camper dall’invasione di formiche entrate dagli oblò del bagno e della zona letto, approfittando di un ramo che toccava il tetto del mezzo.
Questo è stato il viaggio più lungo degli ultimi 4 anni, il punto più lontano toccato è stato Wick estremo nord-est della Scozia, a sole, si fa per dire, 340 miglia da Bergen (Norvegia) comunque molto più vicina di Londra che dista 490 miglia, siamo a circa 4.000 km da casa e precisamente a 3.929 chilometri da Roma.
Tutto sommato sono proprio tanti, considerando che siamo arrivati a farne 3.814 fino ad Aqaba in Giordania (escludendo il percorso via mare da Bari a Cesme in Turchia).
Il viaggio di trasferimento andando avanti con gli anni per noi sta diventando parte integrante della vacanza, quando eravamo più giovani, con i figli in età scolare, c’era la tendenza avendo anche meno tempo a disposizione a fare tappe molto lunghe perlomeno in Italia.
La prima notte la passiamo nel paesino di Steinach in Austria, che si trova a pochi km dal confine del Brennero, lungo la statale.
In questo modo si evita di fare l’autostrada e il ponte Europa. Personalmente quando è possibile evito le autostrade per godermi centri e borghi minori.
Arriviamo e visitiamo Metz una bellissima città francese, dove, sembra, che lo scrittore Umberto Eco sia stato ispirato durante un viaggio itinerante a scrivere il suo primo romanzo “Il nome della rosa”.
A Bruxelles non avendo molto tempo a disposizione abbiamo optato per una visita con bus turistico, in questi casi è sicuramente la soluzione migliore per avere una visione d’insieme di una grande città.
La Capitale d’Europa è sicuramente molto viva e in piena espansione, la frenetica attività edilizia è seconda sicuramente solo a Berlino.
Prima di imbarcarci da Calais ci siamo fermati nella “bomboniera” di Brugge una città con un’architettura che ricorda le città anseatiche tedesche e baltiche, con tanti canali navigabili.
In quell’occasione ci siamo fermati in un punto sosta gratuito per camper vicino al centro storico, oggi è diventato un capolinea per autobus, però difronte c’è un grosso parcheggio per autobus turistici con una zona riservata ai camper provvista di camper service, acqua potabile e corrente.
Per recarsi in Inghilterra non è necessario prenotare il traghetto dall’Italia, è più conveniente andare direttamente al porto qualche ora prima e fare il biglietto (noi abbiamo risparmiato).
Prima d’imbarcarsi è necessario acquistare dei particolari adesivi, (in vendita anche sulla nave) da attaccare sui fari, servono a deviare la luce lateralmente in senso contrario (va ricordato che in Inghilterra si guida a sinistra).
Sbarcati a Dover, sbrigate le rapide formalità doganali ci rechiamo a Canterbury, niente paura, superati i primi chilometri la guida a sinistra non è più un problema.
Primo perchè gli “inglesi” non sono “italiani” nel senso che sono guidatori meno indisciplinati, tolleranti e gentili con i continentali abituati alla guida a destra, cortesi quando si deve superare il veicolo che ci precede, sempre e dico sempre da lontano ti fanno segnalazioni con i fari e rallentano per facilitarti il sorpasso (come da noi!) non suonano praticamente mai. Però va fatta attenzione sulle rotatorie, primo perchè si gira a sinistra, poi perchè si deve dare la precedenza e in questo caso naturalmente la pretendono.
Arrivati a Canterbury ci sistemiamo nel parcheggio per bus e camper (a pagamento) di Bakerbourne vicino al centro storico (vedi il nostro Diario di Bordo).
È una città bellissima, la visitiamo il pomeriggio con una pioggerella un poco fastidiosa, il giorno dopo ci spostiamo per visitare la famosa cattedrale dove nel 1170 fu assassinato il Cardinale Thomas Beckett.
Parcheggiamo in un posto dove non funzionano i parcometri, chiediamo ad un addetto il quale ci fa capire che possiamo rimanere anche senza esibire il ticket, ma al ritorno l’amara sorpresa un vigile di passaggio ci multa tutti e tre.
Cerchiamo l’omino che ci aveva autorizzato a fermarci, si ricorda di noi, ci fa una dichiarazione scritta sostenendo l’impossibilità di fare il biglietto del parcheggio per un guasto alla macchinetta emettitrice.
Rapido consulto decidiamo di recarci al posto di polizia, comprendono le nostre giustificazioni ma non sono autorizzati a togliere la multa una volta emessa, ci invitano a recarci dal giudice presso il “Council Office” e ci spiegano dove si trova.
Una volta arrivati scopriamo che è a pranzo, ne approfittiamo anche noi per desinare, dopo circa un’ora e mezza arriva il giudice con un’amica interprete per facilitare la comprensione dell’accaduto. Gli spieghiamo il fatto, mostrandogli la dichiarazione dell’addetto al parcheggio, ci dice di stare tranquilli perchè la multa di circa 90 € a camper viene immediatamente estinta (come nel nostro paese).
Proseguiamo per Cambridge, dove noi decidiamo di entrare in un campeggio, per una doccia seria e il primo bucato, al mattino dopo ci incontriamo con gli altri e visitiamo insieme il centro storico ed un college della famosa città universitaria, piena naturalmente di giovani.
Curiosamente su una piazza notiamo un apetto bar ambulante che fa del caffè espresso come da noi, dove sono diligentemente in fila diversi avventori in attesa del loro turno per bere una tazzina di caffè all’italiana.
Uscendo dalla città noi sbagliamo strada e impieghiamo un po’ di tempo per riunirci al gruppo, nel frattempo arriviamo a Lincoln dove ci sistemiamo in un parcheggio a pagamento vicino al comune.
La città ha un bel centro storico, con una imponente cattedrale in stile gotico.
Passeggiando, guardiamo con discrezione ma senza diventare invadenti, notiamo oltre i vetri delle abitazioni a piano terra, che le tendine sempre aperte permettono al sole di entrare e di illuminare gli ambienti, sono scene familiari che i nostri occhi, di passanti curiosi, riconoscono con la propria fantasia, l’arredamento.
Così tornano alla memoria i ricordi delle letture dei gialli di Agatha Christie, ambientati come quelli di Sir Arthur Conan Doyle, creatore del personaggio letterario di Sherlock Holmes, nelle strade di questi paesi.
La sera chiacchierando intorno ai camper scambiamo un “buona sera” con una signora locale che si presenta sentendoci parlare, sto frequentando un corso di lingua italiana, amo molto il vostro paese, dove vado spesso in vacanza, ci presenta sua figlia e il nipote che abitano a New York, scambiamo con loro alcune impressioni di viaggio.
Andando verso nord passiamo per Sherwood, e visitiamo la famosa foresta di Robin Hood con il celebre albero dove nel 1200 lui si nascondeva, siamo fortunati c’è una rievocazione storica con personaggi in costume con strumenti musicali e canti medievali, decisamente emozionante.
Transitiamo per la città di Leeds incontriamo un traffico caotico, viste le difficoltà per trovare un parcheggio e lo scarso entusiasmo del gruppo nel visitarla decidiamo di proseguire per York.
Il nostro driver sbaglia strada il secondo equipaggio lo segue, gli telefoniamo perchè non sente il CB, è curioso, accade di frequente che chi fa il “capo” spesso ha un CB con problemi di comunicazione (non è la prima volta che ci capita). Fermandoci per l’inversione di marcia approfittiamo per telefonare, e notiamo un inglese con una vecchia Jaguar decappotabile, ha seri problemi d’acqua al radiatore, visto il vapore a cofano aperto che emette, ci ringrazia molto per avergli fornito un paio di litri di prezioso liquido, ripartiamo e ci ritroviamo all’appuntamento previsto a York.
Riusciamo a trovare un parcheggio quasi difronte all’ingresso del galoppatoio di York, una struttura molto ben conservata in stile vittoriano. Al mattino del giorno dopo visitiamo il centro storico di York, lasciando i camper lungo la strada che porta all’Ippodromo, purtroppo lasciando il parcheggio che avevamo trovato la sera prima, non abbiamo potuto visitare uno dei più bei musei ferroviari di tutta l’Europa.
La città molto bella, è simile alle nostre città murate del Veneto, per via delle sue intatte alte mura di cinta, nelle quali è ben conservata un’antica porta romana sormontata da una più recente porta normanna la “bootham bar”, città che darà il nome anche all’attuale e più famosa “New York”, dopo la conquista da parte degli inglesi che gli cambiarono il primo nome “New Amsterdam”.
In alto su una grande piazza spicca la Clifford Tower, vicino alla cattedrale incontriamo un simpatico personaggio vestito da mimo extra terrestre e le ben conservate case a graticcio come la “Great Hall”.
Ci fermiamo a visitare la città di Durham sulla parte alta del centro storico, visitiamo la cattedrale normanna che ci ricorda nella sua maestosità architettonica, il Duomo di Palermo.
La sera ci fermiamo a dormire lungo una via della cittadina di Brodway, la mattina dopo facciamo una foto ricordo alla “Petra” che indica il confine della Scozia, siamo a 2.861 chilometri da Roma, e a 75 da Edimburgo.
Appare talmente bella che si è guadagnata nel tempo l’appellativo di Atene del nord. Abbiamo trovato con facilità il campeggio, l’accogliente Mortonhall Caravan e Camping Park che con l’autobus n. 31 in 20 minuti ci porta in centro, il pomeriggio approfittiamo per un po’ di pulizia generale, i campeggi inglesi sono attrezzati, oltre alle lavatrici hanno anche le asciugatrici, noi ne approfittiamo.
All’interno del campeggio c’è un’area riservata, come ne abbiamo viste in altre città, sono veri e propri villaggi, dove vivono in grandi case mobili (tipo roulotte), sia persone anziane che giovani famiglie, con uno spazio riservato per l’auto e un piccolo giardino.
La gente evidentemente oltre che spendere meno che per una casa fa anche vita sociale, dovrebbero pensare a soluzioni di questo tipo anche gli amministratori della nostre città in modo particolare in questi momenti di crisi economica.
Il giorno dopo visita della città, purtroppo non sapendo il giorno preciso del nostro arrivo non abbiamo potuto prenotare e vedere la famosa manifestazione “Military Tattoo”.
Dall’alto del castello di Edimburgo c’è una vista bellissima che spazia fino al mare, il tempo tranne una pioggerella nel pomeriggio regge e ci permette di fare una piacevole visita alla città.
L’interno è ricco di storia, (nel sacrario dedicato ai caduti sono citate le gesta del contingente scozzese che partecipò alla vittoria sul Piave durante la 1° guerra mondiale) tra l’altro fu usato come prigione durante la guerra d’indipendenza americana, il controllo della polizia è molto discreto nonostante l’attentato di Londra del mese scorso.
È una città, a differenza di tante altre della Gran Bretagna, ben conservata, non avendo subito grossi danni durante la seconda guerra mondiale.
Interessante la vista dall’alto anche dal terrazzo del Museum of Scotland che si fa ammirare oltre che per la struttura architettonica, per i preziosi oggetti conservati: dall’orologio ad acqua, agli strumenti scientifici, macchine da stampa tipografica, animali imbalsamati, gioielli etc.
Molto bella la stazione ferroviaria Waverley costruita in prefabbricati di ghisa secondo lo stile ottocentesco della rivoluzione industriale inglese (in questo caso scozzese), qui vicino tra l’altro mangiamo in un particolare ristorante cinese dove si paga l’ingresso e si può scegliere ad un self service mangiando quello che uno vuole, come extra si pagano solo le bevande.
Il Palazzo di Holyroodhouse (attuale residenza ufficiale della Regina Elisabetta II quando si trova in Scozia), è un raffinato edificio legato alla grande storia scozzese ed è forse più conosciuto come la dimora che fu di Maria Stuarda Regina di Scozia (dove tra l’altro, fu assassinato alla sua presenza, il suo segretario particolare nonché presunto amante, l’italiano Davide Rizzio), grandioso il porto di Leith, impreziosito dalla presenza dello Yacht (visitabile) della Regina Elisabetta II.
Sicuramente è una di quella città che merita una seconda visita per approfondirne la ricchezza dei luoghi da visitare.
Per le strade è piacevole passeggiare oltre che per il fascino che suscitano le antiche città europee, anche per gli incontri più disparati, dai giovani in slip che incuranti della temperatura distribuiscono volantini pubblicitari, ai suonatori di cornamusa, alle giovanissime ballerine orientali “credo indiane” incontrate mentre si esibiscono per un servizio fotografico, ed infine numerosi artisti di strada che improvvisano le loro esibizioni, alcuni con grande professionalità.
Proseguiamo in direzione Stirling un altro castello importante per la storia scozzese, è in questo paese che ebbe luogo nel 1303 la celebre battaglia di Stirling Bridge, prima strabiliante vittoria di William Wallace che decimò l’esercito inglese, superiore per numero ed organizzazione, con una micidiale imboscata.
Anticamente si diceva “occupate Stirling e avrete il controllo del territorio”, nel visitarlo è necessario fare attenzione agli orari, per poter apprezzare la dimostrazione dei maestri falconieri che presentano una varietà di uccelli, con alcuni dei quali fanno delle evoluzioni sorprendenti.
È possibile dormire nel parcheggio in basso sotto l’ingresso e la mattina seguente fare una visita alla Torre di Wallace dove è esposta al secondo piano la famosa spada della vittoria, che sembra esser stata forgiata appositamente per alimentare la leggenda: misura 167 centimetri (132 solo la lama) e pesa intorno ai 2,7 chilogrammi. (continua).