L’esperienza insegna!
Ad ogni utilizzo ci sono sorprese.
Siano esse positive o negative
ci insegnano sempre qualcosa.
di Franco Liboa
L’esperienza di un uomo è la somma delle cantonate prese nella sua vita, ripeteva spesso un mio valido professore, all’istituto nautico di Genova.
Già, sbagliando si impara, apprendendo direttamente in proprio.
Certo, si possono dare consigli per evitare errori; ma l’esperienza non si può trasfondere dall’uno all’altro; bisogna costruirsela nel tempo, a proprie spese, talvolta anche a caro prezzo.
Personalmente ho commesso tanti errori, campeggiando nell’arco di una vita con diversi tipi di mezzi ed in tutte le stagioni; quindi penso di essermi fatto una discreta esperienza.
Di conseguenza ritengo di poter offrire qualche suggerimento, utile a qualcuno “meno esperto” per non mettersi in condizioni critiche, o per uscirne nel migliore dei modi.
Per motivi di spazio non è possibile parlare di tutto; mi limiterò ad osservazioni stringate.
Se una cerniera lampo si impunta o non scorre come dovrebbe, non forzare ad evitare danni, ma strofinarne ambo i lati (e per tutta la lunghezza) con un pezzo di candela di cera, meglio se bianca per non rischiare di macchiare il tessuto circostante.
I picchetti di tende e verande sono sempre esili, non idonei a tutti i terreni ed in numero contato.
Occorre averne di più robusti ed in abbondanza. Un buon mazzuolo è ottimo per facilitarne la penetrazione; ma se il picchetto si piega è meglio sostituirlo direttamente e spostarlo; raddrizzarlo non conviene, ormai è snervato.
Avere una gomma a terra e non riuscire a svitarne i bulloni con la chiave in dotazione comporta sforzi enormi, magari senza risultato.
Serve una buona chiave a croce ed un tubo di prolunga robusto (ma che sia tale), lungo almeno un metro. Meglio ancora se prima di partire svitiamo tutti i bulloni, ne lubrifichiamo appena le filettature con un filo di grasso; poi li riavvitiamo, serrandoli bene ma con le chiavi di bordo e non con la pistola ad aria compressa, che poi non avremo al seguito.
Nei punti in cui dobbiamo inserire il cric, non sempre il terreno ha la dovuta consistenza; potrebbe cedere e far sprofondare l’attrezzo, pericolosamente. è bene avere sempre a bordo una robusta tavoletta, di buon legno, di adeguate dimensioni e spessore, per creare la giusta base sotto il martinetto. è raro forare davanti ad un gommista! In autunno sostituire le pile per l’accensione della stufa, ma dotarsi anche di un set di ricambio, nuovo e con scadenza lontana nel tempo.
Sarebbe da scemi rimanere senza riscaldamento per così poco! Gli spifferi vanificano in buona parte il lavoro della stufa; individuiamoli con l’ausilio di un asciugacapelli che muoveremo lentamente lungo il perimetro di finestre, porte e sportelli vari.
Poi vanno eliminati. Un set di buoni oscuranti termici è indispensabile per i vetri della cabina, ma conviene pure sulle finestre della cellula abitativa. Protezioni invernali vanno sulle griglie del frigo.
Le catene non manchino mai a bordo, almeno da metà autunno a primavera inoltrata.
Controlliamone in precedenza, con un montaggio preventivo, la compatibilità con le ruote e lo stato d’uso.
A corredo servono: un telo impermeabile, per lavorare inginocchiati senza bagnarsi, un buon paio di guanti, una pala ed una torcia elettrica, meglio averne pure una seconda, ad applicazione frontale e batterie fresche! Anche un paio di robusti stuoini, magari a superfici zigrinate, aiutano nella presa sul terreno (sia innevato che su sabbia) in situazioni di emergenza.
Il liquido lavavetri deve avere l’antigelo, d’obbligo quello per il motore. Per la nafta, quella invernale è di rigore, e, perché no, avere pure al seguito lo specifico additivo non guasta.
Non manchi un filtro di riserva per la nafta, più soggetta ad impurità. Fino ad oggi la maggior parte dei sistemi di riscaldamento di bordo sono a gas.
D’inverno in montagna occorre calcolare che una bombola da Kg 10 ci offre circa tre giorni di autonomia; quindi due bombole sono indispensabili per la settimana bianca.
E per sapere quanto gas abbiamo nella bombola uno dei sistemi più semplici è quello di pesarla con un dinamometro, o ricorrere ai più vetusti scrolloni.
Comunque è meglio approssimare sempre per difetto la quantità! La stufa non dovrebbe essere adiacente né troppo vicina ad alcun letto, ad evitare una sauna.
Le serrature sono soggette a bloccarsi con il gelo, come precauzione conviene una spruzzata preventiva all’interno con grafite, o apposito antighiaccio. In emergenza riscaldare la chiave con la fiamma di un accendino; ma attenzione a non esagerare, altrimenti si rischia di rovinare la serratura, di cui molti componenti oggi sono sempre più in materie plastiche.
Ma a proposito di serrature, indipendentemente dalla stagione, è d’obbligo avere sempre al seguito il secondo paio di chiavi, da far tenere ad un altro membro dell’equipaggio e da non lasciare mai nel camper quando si esce. Altrimenti sarebbe una precauzione inutile se si smarrissero le prime. I giraviti con testa a croce sono tra i ferri più usati a bordo, specie per fissare parti di mobili.
Talvolta, dato lo spazio angusto in cui lavorare, occorrono modelli molto corti, meglio con teste intercambiabili, oppure quelli angolari. Invece per vari morsetti elettrici sono utili quelli a testa piana e piccola, meglio ancora se con buona parte dello stelo isolato.
Comunque, ad evitare sorprese, è bene conoscere i dettagli dell’impianto prima di partire, per avere sempre gli utensili appropriati. Non manchino mai capicorda tipo “fastons” maschi e femmine, nastro isolante, diverse fascette “strozzafili”a strappo per l’impianto elettrico; del nastro in teflon per quello idrico a comunque del silicone, sempre valido in mille occasioni.
Per i fornelli è utile un parafiamma mobile e una retina antischizzi, da porre sopra padelle e tegami. Soprattutto niente tendine svolazzanti, né materiale infiammabile nelle adiacenze. Indispensabile è un valido estintore, la cui carica sia stata verificata di recente e da tenere sempre a portata di mano.
Se serve l’azione deve essere immediata. Uno smacchiatore, efficace e con largo spettro d’azione, non manchi a bordo. Conviene anche avere un liquido sbloccante, pulitore per contatti elettrici e lubrificante. Fra le dotazioni fisse ci sia una paletta per gli insetti, un insetticida, un repellente, ed un lenitivo dopo le punture. Zampironi e Vape possono essere di utilizzo stagionale e/o locale.
I posti letto non superino quelli omologati, altrimenti qualcuno dovrebbe rimanere a terra, o viaggiare su un altro veicolo. La tavola possa ospitare contemporaneamente le persone per cui il mezzo è omologato, perché non è una mensa aziendale, dove si mangia a turni, né è pensabile che qualcuno pranzi in piedi. In genere un mezzo omologato per sei persone è bene non ne accolga più di quattro.
Fare molta attenzione ad armadi (di solito è uno solo) e pensili, che di norma sono insufficienti già con il solo vestiario estivo (sempre di quattro persone).
Figuriamoci con quello invernale, magari in montagna e con indumenti sciistici, per non parlare delle relative attrezzature! Ritengo sarebbe più razionale diminuire il numero dei letti, a favore di più ripostigli, almeno su buona parte dei mezzi, considerando che raramente un nucleo familiare supera le quattro persone. Occhio alla segnaletica stradale, specie prima di entrare in centri abitati ed antichi borghi.
Potrebbe preavvertire circa divieti e restrizioni alla circolazione, temporanei o permanenti, presenza di mercati settimanali, limiti di sagoma in larghezza e/o altezza.
Attenzione a rami bassi sporgenti sulla carreggiata, balconi. Mai sottovalutare i dossi rallentatori; a volte, se presi allegramente, provocano veri salti, con conseguenti danni e/o spaventi.
Al mare prima di decidere dove piazzarsi valutare la consistenza e la natura del suolo, ad evitare possibili insabbiamenti e sprofondamenti. In inverno se il terreno è innevato attenzione ai bordi delle strade, che potrebbero celare la presenza di cunette, avvallamenti ed insidie varie.
Cercare di rimanere in piano, o livellare, ove permesso, con l’ausilio di cunei. In un mezzo storto si vive male ed il frigo non ne ha giovamento. In sosta libera possono esistere problemi di sicurezza.
Come regola generale è preferibile un paesino rispetto ad una città, specie se non la si conosce e non si sa dove stiamo per fermarci. Meglio chiedere informazioni e chiarimenti a residenti, negozianti, o forze dell’ordine. Comunque evitare luoghi appartati e bui, quasi a volersi nascondere.
Meglio essere ben visibili ed in piena luce. Le aree di servizio in autostrada sono sempre più rumorose, mentre quelle di sosta sono buie e troppo isolate.
Spesso la soluzione ottimale è uscire dall’autostrada ed optare per un piccolo centro abitato vicino al casello, in genere silenzioso di notte. Si dorme meglio e più tranquilli. In sosta libera parcheggiare in modo da avere spazio attorno, specie in avanti, ma pure dietro.
Ciò facilita un’eventuale partenza improvvisa, senza ostacoli ed evita manovre inutili quanto poco opportune. A tal proposito non mettere oscuranti esterni, che imporrebbero l’uscita dal veicolo per toglierli. Inutile ricordare di non lasciare finestre aperte, specie quelle grandi ed in basso.
L’unica deroga è per quelle della mansarda e, ovviamente, per gli oblò. La serratura della porta della cellula abitativa, spesso è una cosa decisamente ridicola e facilissima da aprire. Ma pure quelle della cabina di guida non costituiscono un grosso ostacolo per i ladri.
A parte tutti i possibili allarmi sonori, conviene adottare un sistema personale per bloccare esclusivamente dall’interno i due sportelli della cabina (magari tra di loro) e quello della cellula, vincolandone l’impugnatura ad un punto resistente del mobilio adiacente.
Magari non fermerà il ladro, ma ci accorgeremo del tentativo di effrazione.
Da tenere presente che un antifurto personale può essere più valido perché meno conosciuto. Quindi come giustamente diceva Seneca: “se vuoi che un altro conservi un tuo segreto non rivelarglielo”. Buon viaggio!