Le strade che ci hanno portato verso le mete prefissate, a volte sconnesse, fatte di
polvere e buche, sono percorse da camion traballanti e vecchie Mercedes. Ma soprattutto da
carri improvvisati, tirati da asini stanchi, con a bordo figure solitarie o intere famiglie…
di Anna Vitello, fotografie di Valter Casali
Marocco, Mauritania, Senegal e Gambia… Durata: 35 giorni km percorsi 13.500.
Paesi attraversati: Italia, Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Senegal, Gambia. Località visitate Marocco: Asilah, Essaouira, Dakhla, Marrakech, Mauritania: Nouadibou, Parco di Cap Blanc, Nouakchott, Senegal: Saint Louis, Parco di Djoudj, Parco Nazionale della Langue de Barberie, Riserva speciale di Guembel, Touba, Thies, Riserva di Bandia, Fadiout, Cap Skiring (Casamance), Dakar, Isola di Goree, Lago Rosa, Gambia: Wassau (Stone circe), Georgetown, Banjul.
Documenti necessari Passaporto con almeno 6 mesi di validità residua e almeno 6 pagine libere 4 fototessera. Libretto del camper + Delega notarile tradotta se il mezzo non è intestato ad uno dei partecipanti. Assicurazione Rca + carta verde (per Mauritania, Senegal e Gambia da stipulare sul posto). Patente Internazionale (modello Convenzione di Ginevra 1949 oppure Vienna 1968). Visto per la Mauritania necessario, ottenibile presso l’ambasciata di Roma (non viene più rilasciato in frontiera).
Visto per il Senegal non più richiesto Visto per il Gambia necessario, da richiedere presso il Consolato Generale Onorario del Gambia a Milano. Carnet de passage en Douane. Vaccinazioni obbligatorie: febbre gialla, se si arriva o si transita da aree infette o a diffusione endemica della malattia (con esclusione dei bambini di età inferiore ad un anno). Vaccinazioni non obbligatorie: Sono consigliate, previo parere medico, le vaccinazioni contro l’epatite A e B, la febbre gialla, il tetano, il tifo e la meningite. La profilassi antimalarica è consigliabile durante tutto l’anno. Si consiglia prima di intraprendere il viaggio, una polizza assicurativa internazionale che preveda oltre alla copertura delle spese mediche anche l’eventuale rimpatrio d’emergenza.
N.B. In questi paesi, ma in Africa in generale, le regole sono soggette a continui cambiamenti, talvolta anche improvvisi. È bene informarsi presso le ambasciate sulle regole vigenti.
Per partecipare a questo viaggio o ad altri viaggi e avventure in terra d’Africa potete contattare direttamente Michele Altieri al cell. 3388724789.
Ero già stata in Senegal, dieci anni fa insieme ad Elia, mio marito ed a Sara, nostra figlia, con un viaggio aereo più bus, organizzato da un noto tour operator. Il paese ci era piaciuto molto e ci eravamo ripromessi di tornarvi, anche perché non avevamo potuto visitare, per motivi di sicurezza allora presenti, la Casamance, la parte a sud del paese che molti descrivevano come la più bella. Mai avrei pensato però di potervi tornare in camper e invece navigando su internet, ci siamo imbattuti in Dimensione Avventura, l’organizzazione di viaggi in camper, che ci offriva questa opportunità.
Abbiamo aderito subito con entusiasmo e il 22 gennaio siamo partiti da Vicenza alla scoperta della Mauritania e del Gambia oltre che alla riscoperta del Senegal. In tutto 12 camper e 23 persone, guidate dal giovane ma espertissimo Michele Altieri, il nostro leader maximo. Il percorso di avvicinamento è stato lungo, ma chi viaggia in camper sa che anche le giornate di trasferimento hanno la loro ricchezza e così è stato per noi, soprattutto nel Marocco del Sud e in particolare nella zona del Sahara Spagnolo.
Il paesaggio, prima verde, è andato via via mutando in un deserto di sassi rosa, punteggiato solo da piante grasse; i pochi paesi incontrati, sembravano sorti dal nulla e sospesi nel nulla; il traffico è andato diminuendo mentre si intensificavano i posti di blocco ed i controlli di polizia, avamposti solitari contro un nemico invisibile.
L’avventura era già cominciata. E un’avventura è stato il passaggio delle tante frontiere, con tempi quasi sempre lunghissimi, dovuti, nonostante l’abilità delle guide locali, a lungaggini burocratiche ed a tentativi degli addetti di ottenere un ”cadeau”, regalo, la parola forse più ricorrente in questo viaggio. Eppure anche durante le attese alle frontiere, quante esperienze, quante sensazioni, spesso contrastanti.
La polvere, la sporcizia, il degrado ambientale, il caldo, le mosche ma anche il sorriso delle donne, splendide e regali nel portamento, che ci offrivano le loro stoffe colorate, la frutta, le noccioline di cui il Senegal è grande produttore, il pane, le frittelle alla cui tentazione non siamo riusciti a sottrarci, contravvenendo alle norme tutte occidentali dell’igiene.
Ci siamo inteneriti davanti agli occhi splendenti dei bambini, bellissimi e pronti a seguirci ed inseguirci dovunque, pur di strapparci una “bic”, un “bon bon”. Ci ha fatto sorridere la simpatia un po’ prepotente dei ragazzi, tutti grandi esperti di calcio italiano, determinati a lavarci i camper nonostante la polvere, regina incontrastata delle strade, che di lì a poco li avrebbe di nuovo coperti. E all’uscita dalle frontiere, le strade che ci hanno portato verso le mete prefissate. Strade a volte sconnesse, fatte di polvere e buche, percorse da camion traballanti e vecchie Mercedes, ma soprattutto da carri improvvisati, tirati da asini stanchi, con a bordo figure solitarie o intere famiglie.
Strade che sfiorano villaggi grandi e piccoli, con case realizzate utilizzando i materiali più diversi, paglia, lamiera, legno, stoffa , spesso recintate da ”mura” di paglia, e sui bordi della via, bambini, sempre tanti, eccitati dal nostro passaggio, vocianti, sorridenti, felici. In alcuni di quei villaggi ci siamo fermati per visitare un lindo reparto di maternità e due scuole dove abbiamo lasciato materiale didattico procurato da Sole, la nostra guida in Senegal e Gambia. I bambini ci hanno accolto con allegria contagiosa, mostrandoci con orgoglio i loro quaderni, cantando per noi, coinvolgendoci nei loro giochi. In altri villaggi abbiamo donato alle donne sapone e candele, beni per loro preziosi.
Il contatto umano e sincero con le persone ci ha fatto dimenticare i disagi, le strade sconnesse, qualche radiatore spaccato o ammortizzatore saltato, la polvere che ci ricopriva.
Ci siamo sentiti parte di questa Africa vera che avevamo intorno a noi. Africa vera anche nelle città dove quasi sempre siamo stati gli unici turisti e la percezione di questa autenticità ha reso eccezionale il viaggio. Sono belle le città di questa parte dell’Africa?
Certo non rispondono ai canoni di bellezza che usiamo per i nostri paesi: non hanno monumenti, palazzi, piazze di rilievo, i musei sono rari e dicono poco, i negozi sono tuguri proiettati con le merci verso l’esterno; per le strade, spesso non lastricate e sporche, si aggirano capre, dromedari, asini ma dovunque a Nouadibou, come a Saint Louis, a Kaolack come a Banjul ci è venuta incontro la vita di questi popoli o meglio la loro giovane vitalità, fatta di bellezza fisica, di colori, di suoni, di odori e ci ha affascinato.
Abbiamo girato per mercati affollati e traboccanti di mercanzie di ogni genere, diversi tuttavia dai troppo turistici souk della Tunisia e del Marocco. Nelle città di mare abbiamo visto i pescatori tornare con le loro piroghe coloratissime, cariche di pesce che viene subito pulito e venduto dalle donne sulla spiaggia o posto ad essiccare su tavole o per terra, come nel villaggio dei pescatori di Saint Louis. Abbiamo visitato la casa degli schiavi di Georgetown e quella dell’isola di Gorè, memorie angoscianti di quella tratta degli schiavi che ha privato questo continente delle sue forze migliori nel passato e che per certe sue analogie drammatiche col presente, fa riflettere e provoca emozioni e turbamento.
L’Africa che abbiamo visitato e che abbiamo amato naturalmente non è fatta solo di persone, città e villaggi ma anche di natura e noi ne abbiamo goduto in grande quantità.
Abbiamo navigato sui grandi, lenti fiumi tra le mangrovie ricoperte di ostriche e tra i voli di centinaia di uccelli nel parco Djoudji e nel delta del Saloum.
Ci siamo bagnati nelle acque salate del Lago Rosa ed in quelle dell’oceano a Cap Skiring. Abbiamo raccolto conchiglie giganti a Cap Blanc. Abbiamo camminato sulle spiagge bianchissime della Casamance e di Banjul. Nella riserva di Bandia abbiamo incontrato, tra acacie e baobab, gazzelle, giraffe, rinoceronti, coccodrilli.
Da una settimana sono tornata a casa e sarei pronta a ripartire. Volevo tornare in Senegal per conoscere la Casamance, in realtà ho conosciuto tanto di più, ho visto l’Africa vera, diversa da quella per forza di cose troppo turistica e patinata dei viaggi mordi e fuggi e dei grandi hotel.
Quest’Africa con la sua gente mi è entrata dentro, ho vissuto una dimensione di avventura, soprattutto un’avventura dell’anima.