Bivan una novità nella refrigerazione.
Come funziona, l’impiego corretto e gli
accorgimenti per ottimizzare il rendimento.
di Franco Liboa
Non attendiamo l’arrivo del caldo per scoprire che il suo rendimento è insufficiente, imputandogli colpe improprie, spesso causate da un impiego errato, ma controlliamolo con il giusto anticipo, per fare la manutenzione e gli interventi necessari ad averlo sempre efficiente, specie in estate, periodo di super lavoro.
I frigo si dividono in due gruppi, funzionanti con principi diversi: ad assorbimento e a compressore; ma da alcuni anni, apportando specifiche modifiche, si realizzano anche modelli che sfruttano entrambe i principi, per aumentarne la versatilità e l’efficienza.
AD ASSORBIMENTO O A COMPRESSORE – I frigo ad assorbimento installati sui veicoli ricreazionali sono classificati “trivalenti”, perché possono operare indifferentemente a 220V in c.a. , a 12V in c.c. , o a gas, ma con un’alimentazione alla volta.
Quindi consentono una notevole versatilità di impiego: a 12V in viaggio, a gas in sosta libera, a 220V se allacciati alla rete esterna. Inoltre, non avendo alcuna parte meccanica in movimento, sono assolutamente silenziosi. Questi vantaggi ne hanno decretato l’immediato successo e la loro diffusione a bordo.
Sono quelli installati di serie sulla maggior parte dei veicoli. Ma impiegano più tempo per raggiungere la temperatura di esercizio ed hanno determinate esigenze d’aerazione.
Per comprimere la miscela gassosa, che poi espandendosi genera il raffreddamento, utilizzano il calore di resistenze elettriche (a 12V o a 220V), o la fiamma di un bruciatore a gas. Ma risentono negativamente di alte temperature ambientali e di sensibili sbandamenti.
Quelli a compressore, come quelli domestici, sfruttano un motore per comprimere il gas refrigerante, il che consente di arrivare più velocemente alla temperatura di esercizio; soffrono meno sia le alte temperature esterne che eventuali piccoli sbandamenti. Però necessitano di energia elettrica a 12 V, anche se i consumi sui motori più recenti si sono dimezzati e la rumorosità è sparita del tutto. Sono particolarmente indicati per chi viaggia parecchio ed in zone a clima molto caldo. I quadrivalenti sono dei normali frigo ad assorbimento ai quali è stato aggiunto, con una modifica dopo l’acquisto, il circuito a compressore.
La trasformazione è stata ideata e realizzata dalla L.A.R.E. , di Roma. Quindi hanno ben quattro diversi modi di impiego, offrendo la massima versatilità, buona efficienza, ottimo rendimento a qualsiasi temperatura ambientale ed economia di esercizio. Soprattutto nel funzionamento a 12V in viaggio, grazie al compressore, si ha un raffreddamento ineccepibile, oltre al grande vantaggio di un assorbimento elettrico che è circa un quarto rispetto a quello che occorre utilizzando la resistenza del sistema trivalente. In sosta, poi, si sceglie il modo di utilizzo più conveniente e redditizio.
BIVAN è stato battezzato un nuovo tipo di frigo, realizzato dalla L.A.R.E., presentato all’ultima edizione di Mondo Natura, a Rimini. In pratica unisce il sistema ad assorbimento, con sola alimentazione a gas (tramite accensione elettronica), a quello a compressore, funzionate a 12V.
Tutti i componenti sono alloggiati nella parte posteriore dell’elettrodomestico. Ma la peculiarità più interessante è la possibilità di avere la doppia alimentazione in contemporanea, per velocizzare ulteriormente il conseguimento di una temperatura di esercizio ottimale, tanto che, da prove fatte e pubblicate, dopo due ore circa di funzionamento, con una temperatura ambientale di 35° C, sono stati misurati -13° nel comparto frizer e + 3° nel vano principale.
Il Bivan è dotato di serie di 2 ventole posteriori per migliorarne il funzionamento in entrambe le modalità, termometro digitale con sonda interna e rilevatore di fughe di gas, a cui può aggiungersi quello per la presenza di monossido di carbonio. Il consumo del compressore non supera i 3,5 A.
Attualmente è disponibile in due versioni: da 105 e da 150 litri. Oggi le possibilità nel settore della refrigerazione sono parecchie e consentono di soddisfare tutte le esigenze.
L’USO CORRETTO – E’ determinante per avere un buon rendimento, ma, non sembri strano, è più raro di quanto non si creda. Ciò significa che anche nell’utilizzo di quello domestico si commettono parecchi errori e sbadatezze. Però il frigo di bordo, lavorando spesso in condizioni critiche, richiede maggior attenzione ed accortezze. Vediamo quali accorgimenti adottare sistematicamente.
1) Portarlo a temperatura di esercizio prima di partire (a 220V, o a gas se è trivalente), ricordando che possono occorrere tante ore se la temperatura esterna è elevata. Inoltre cercare di introdurre inizialmente cibi e bevande già refrigerati.
2) Evitare di aprirlo continuamente. Prima di cucinare pensare a tutto ciò che serve e con una sola rapida apertura prelevare il tutto. Lo stesso dicasi per riporre poi le cose a posto.
3) La sera porre nella celletta alcuni bicchieri di carta colmi d’acqua (che nella nottata gelerà) e quante più bottiglie d’acqua nel vano principale. La mattina seguente estrarre il tutto e travasare in un capace e valido contenitore termico. Così non si apre il frigo ogni volta che si vuole bere, con notevole dispersione del freddo. Educare i bambini in tal senso; apprendono molto rapidamente e sono più diligenti degli adulti.
4) Non appesantire troppo lo sportello, caricandolo di contenitori pieni ed altro. Nel tempo e con gli scrolloni del moto le cerniere possono deformarsi e cedere, pregiudicandone la tenuta.
5) Attenzione al diametro delle bottiglie ed a possibili sporgenze di materiali all’interno, che potrebbero ostacolare la chiusura della porta. In questa manovra controllare ( magari pure con la pressione di un piede) che l’anta aderisca bene anche in basso, senza resistenze.
6) Periodicamente verificare la perfetta tenuta della guarnizione perimetrale della porta, inserendo un sottile foglio di carta tra questa ed il corpo del frigo. Con lo sportello chiuso si deve avvertire una certa resistenza per sfilare il foglio. Altrimenti la guarnizione non lavora correttamente.
7) Una volta arrivato a temperatura di esercizio non continuare a tenere il termostato al massimo, ma regolarlo su valori ben più bassi. Altrimenti, oltre a non migliorarne l’efficienza e a consumare più energia, si crea rapidamente troppo ghiaccio sulla piastra di evaporazione, che peggiora il rendimento. Di conseguenza occorre tenere sott’occhio la situazione e fare ad un periodico sbrinamento.
8) E’ bene porre due termometri ad hoc dentro al frigo; uno nella celletta freezer e l’altro entro il vano principale, in posizioni facilmente visibili con una rapida occhiata.
9) I trivalenti delle vecchie generazioni richiedono di essere perfettamente “in bolla”, perché già con uno sbandamento di 5° o più il raffreddamento è compromesso.
Quelli moderni invece sono più tolleranti. La situazione migliora ulteriormente con quelli a compressore. Comunque l’orizzontalità è la cosa migliore e una livella a doppia bolla (con 2 ampolle perpendicolari), è quanto mai opportuna a bordo, per verificare il corretto asseto.
Se poi montiamo in pianta stabile due bolle singole, ortogonali tra loro, magari in cabina, possiamo avere il controllo dell’assetto longitudinale e trasversale, in ogni momento e senza l’ausilio di nessuno, comodissimo nelle operazioni di livellamento. E non dimenticare che in un mezzo sbandato si vive pure male.
In mancanza delle bolle, come accorgimento momentaneo, porre una pallina o una biglia sul pavimento, oppure versare dell’acqua in un piatto. Si vede subito da che parte siamo inclinati.
10) Quando l’elettrodomestico non è in esercizio, dopo averlo spento, sbrinato ed asciugato, lasciare lo sportello della celletta e la porta parzialmente aperti, ad evitare la formazione di muffe e cattivi odori.
Per la pulizia interna usare una spugnetta bagnata con una soluzione di acqua e aceto, o acqua e bicarbonato. Queste poche regole sono necessarie per un corretto uso.
OTTIMIZZARNE IL RENDIMENTO – Oltre a quanto appena detto, ci sono vari accorgimenti utili a cui ricorrere. I risultati sono tangibili. Una buona ventilazione è necessaria sul retro di ogni frigo, sia esso trivalente o a compressore; è richiesta anche per quelli domestici, come possiamo leggere in qualsiasi libretto di istruzioni. Quindi non deve essere “appiccicato” alla parete, ma deve distarne circa cm 8.
Ma a questo requisito provvede il costruttore. In genere il ricambio naturale dell’aria avviene tramite due aperture, che possono essere ubicate in diversi modi. Ad esempio una sul pavimento ed una sulla parete, entrambe sulla parete, con l’avvertenza che quella superiore sia il più in alto possibile e al di sopra del condensatore (per i trivalenti); o più raramente una è a tetto. Invece quella inferiore dovrebbe essere a livello del pavimento per disperdere fuori eventuali perdite di gas (butano e propano sono più pesanti dell’aria). In alternativa e per questo scopo occorre un foro di diametro 40 mm.
Le griglie di aerazione, abbiano un’apertura pari ad una superficie libera di almeno 240 mmq, siano munite di zanzariere asportabili, per pulizia e manutenzione, per accedere ai componenti senza dovere estrarre il frigo dal suo alloggiamento.
Attenzione: è necessario arrivare comodamente al bruciatore a gas nei trivalenti, per il controllo e la pulizia dell’ugello e per eventuali altri interventi. Inoltre in sosta possano essere asportate velocemente, se la temperatura è alta, per “far respirare meglio” l’elettrodomestico, migliorandone decisamente il rendimento. Inoltre esistono piccoli ventilatori, alcuni di buona potenza, per forzare la circolazione dell’aria, da installare preferibilmente sotto al condensatore (in quelli ad assorbimento), piuttosto che nel vano delle griglie, perché lavorando in aspirazione si potrebbero creare vortici e conseguente rumorosità,dovuta al flusso d’aria che urta nelle griglie. In commercio esistono vari Kit, con possibilità di funzionamento manuale, o automatico comandati da un termostato con possibile regolazione nella taratura della temperatura di esercizio. Infine sarebbe auspicabile parcheggiare il camper all’ombra, o almeno avere più ombra sulla parete che ospita il frigo, magari sfruttando la veranda o un tendalino, oppure anche un ombrellone.
Ma se, oltre a stare al sole, non abbiamo neppure possibilità di schermature artificiali, sarebbe il caso di orientare il veicolo con il frigo rivolto a nord. Il sole sorge a est, gira a sud e tramonta a ovest. Quindi l’esposizione a nord è la meno soleggiata. Invece contro i rigori invernali ed in caso di rimessaggio prolungato esistono specifiche coperture, sempre mobili. Per motivi di spazio al momento dobbiamo fermarci qui. Nel prossimo numero ci occuperemo dei più frequenti inconvenienti, dalla ricerca cause e dei possibili rimedi, comprese le operazioni per l’estrazione dal suo alloggiamento. Buon viaggio!