Oltre 200.000 km percorsi in tutte le latitudini terrestri, la distanza coperta è circa 4 volte la circonferenza terrestre, 91 i paesi attraversati, seguendo itinerari che, in alcuni tratti, non erano mai stati percorsi integralmente nel secolo passato!
di Andrea Tancredi
Il progetto Overland nasce nel 1995 da un idea dell’organizzatore e capo spedizione Beppe Tenti. Il team si propone l’ambizioso intento di tracciare un ritratto del nostro pianeta alla fine del secondo millennio, esplorandone le zone più remote con quattro camion Iveco, e realizzando un diario televisivo trasmesso dalla tv pubblica italiana Rai Uno. I mezzi utilizzati sono gli oramai famosi camion arancioni, quattro Iveco 330.30 ANW 6×6, normali di serie, attrezzati con box di sopravvivenza appositamente allestiti per tali spedizioni. I veicoli costituiscono un piccolo mondo mobile perfettamente autosufficiente, ospitano infatti mensa, dormitorio, doccia e wc, oltre all’officina ed alla cisterna per il carburante di scorta. Il giro del mondo di Overland si è articolato in sei spedizioni, che hanno visto i quattro camion e gli uomini del team alle prese con i ghiacci polari, i deserti dell’Arabia, le vette himalayane, la giungla amazzonica, le grandi città americane e la savana africana, senza dimenticare i drammi di guerre passate e presenti prontamente documentati, purtroppo, in ogni continente.
Proprio per questo motivo Overland decide di non restare a guardare e già dalla seconda edizione sceglie di farsi portabandiera dell’Unicef nella speranza, di contribuire alla costruzione di un futuro migliore per i milioni di bambini in difficoltà incontrati in ogni angolo del mondo. I protagonisti di questi exploit si sono alternati nel corso degli anni anche se sempre guidati dall’esperienza di Beppe Tenti. Nella spedizione del 1999, ad esempio oltre ad alcuni veterani alla guida dei mezzi si sono misurati un gruppo di carabinieri scelti del Reggimento Tuscania, i quali hanno generosamente scelto di dedicare le proprie ferie alla missione umanitaria di Overland conciliando avventura e solidarietà nel nome dei diritti dei bambini.
Quando si compiono imprese come queste forse non c’è il tempo di fermarsi a riflettere su quanto fatto, ma per chi osserva i numeri di Overland non possono non fare impressione: sei spedizioni in poco più di cinque anni, oltre 200.000 km percorsi lungo tutte le latitudini terrestri, distanza coperta pari a circa quattro volte la circonferenza terrestre, 91 paesi attraversati, seguendo itinerari che, in alcuni tratti, non erano mai stati percorsi integralmente in questo secolo!
La prima fase dell’impresa venne portata a termine nel 1996, dopo cinque mesi di viaggio ed un totale di 32.000 km percorsi quasi interamente in assenza di strade. Overland 1 ha affrontato e superato egregiamente la sfida di raggiungere New York partendo da Roma. Attraversando l’Europa dell’Est, la Russia, la Siberia, l’Alaska ed il Canada il tutto sfidando i rigori dell’inverno polare. La seconda tappa, partita a Giugno del 1997, ha visto cambiare completamente scenario costringendo il team a misurarsi con realtà paesaggistiche diverse nelle forme ma ugualmente affascinanti. L’itinerario si è snodato lungo l’intero continente americano, da nord fino all’estremo sud della terra del Fuoco attraverso paesaggi e realtà umane uniche.
Overland 2 si è concluso nella splendida San Paolo del Brasile dopo aver percorso 40.000 km in cinque mesi di viaggio. La terza fase, Overland 3 partita a Marzo del 1998, ha portato i leggendari camion arancioni attraverso l’Africa e la penisola araba, i Balcani per poi risalire fino al tetto d’Europa: Capo Nord. I 33.000 km percorsi hanno rappresentato un campionario di grande varietà, ancor più straordinario se si pensa che il viaggio si è concentrato su una distanza relativamente breve. L’itinerario di Overland 4 si riallaccia alla grande tradizione dei viaggi medievali e delle carovane che nel corso dei secoli hanno seguito le leggendarie Vie della Seta.
Partita a Marzo 1999 da Lisbona, punto di partenza di tanti grandi esploratori del passato, la carovana si è diretta verso est passando per la Spagna, la Francia, l’Austria, la Slovacchia, l’Ucraina, la Russia e il Kazakistan per poi approdare sulle rive del mar Caspio. Deviando verso sud, attraverso Uzbekistan e Turkmenistan, e poi nuovamente verso est oltre le leggendarie Bukhara e Sa- marcanda, la spedizione ha lasciato la steppa per le montagne: i primi contrafforti del Pamir e del Tien Shan. Tagikistan e Kirghizistan, coronati da cime di quasi 8000 metri, sono state le ultime tappe prima di superare lo spartiacque del Karakorum e scendere verso l’oasi di Kashgar, alle porte del deserto del Takla Makan. L’itinerario si è poi inoltrato tra i ghiacci eterni dell’Himalaya, costeggiando l’altopiano del Tibet.
Lasciato il tetto del mondo, tra strade da brivido e panorami mozzafiato, la spedizione si è fatta strada attraverso lo sconfinato territorio Cinese, seguendo parte del tracciato della Grande Muraglia e visitando le vaste steppe della Mongolia e della Manciuria. Finalmente il 24 agosto 1999, dopo quasi 33.000 km ecco Pechino, il traguardo di Overland 4. Lasciata Pechino ad agosto 1999, la spedizione Overland 5 si è diretta a sud verso Vietnam, Laos e Cambogia, paesi che cercano di ricostruirsi un futuro nonostante le tragedie di un passato ancora troppo recente. La difficile situazione politica in cui versa Myanmar, ex Birmania, ne ha impedito il passaggio costringendo il team ad una corsa attraverso Thailandia e Malaysia per raggiungere l’India via nave, da Singapore. Il rapido attraversamento del sub-continente indiano ha portato la carovana alla scoperta di alcune tra le località più emblematiche di quest’affascinante paese, ricco di storia come di contraddizioni.
Le aride piane del nord hanno fatto da sfondo alla spedizione fino a Dheli ed al confine pakistano, dopodiché gli equipaggi hanno affrontato le catene dell’Hindu Kush per raggiungere l’Afghanistan, paese dilaniato da decenni di guerra civile. L’itinerario ha poi toccato l’Iran, proseguendo attraverso Iraq, Giordania, Egitto, Israele, Territori Autonomi Palestinesi, Grecia, Macedonia, Yugoslavia, Croazia, Slovenia: quasi altrettante occasioni di documentare la disperazione di tante persone, vittime di guerre e schiavi dei pregiudizi. Il viaggio si è concluso con l’arrivo, il 22 dicembre 1999, a Roma proprio alla vigilia dell’apertura del Giubileo. Partita l’8 maggio 2002 da Genova, la nuova avventura di Overland 6 questa volta ha seguito un percorso montano in occasione dell’Anno internazionale delle montagne.
Il 2002 infatti è stato battezzato dall’ONU con il sostegno della FAO, “l’Anno internazionale delle montagne”, con lo scopo di promuovere la conservazione e lo sviluppo di tali regioni. Gli uomini del team sottoposti a ritmi incalzanti, hanno percorso l’Italia nel mese di maggio, hanno raggiunto l’ex Jugoslavia per arrivare nella martoriata Albania a fine giugno. A luglio la carovana si è diretta prima in Grecia e quindi in Turchia, per poi transitare in Siria, Libano e Giordania. A fine luglio e ad agosto è stata la volta dell’ attraversamento del deserto egiziano e di quello libico con temperature che sfioravano i 60 gradi! Al termine di queste lunghe e difficili settimane i mezzi ed il team hanno raggiunto la Tunisia, per poi dirigersi in Algeria, Mauritania e Marocco, da dove hanno fatto rientro in Europa via Gibilterra. Raggiunta la Spagna è iniziato il rientro verso l’Italia, giunta a Torino la carovana è stata accolta dalle autorità locali dove si è conclusa l’ennesima avventura proprio nella città sede dell’Iveco.