È un luogo unico che non ha eguali in tutta la Grecia.
La natura le ha dato tutto in abbondanza: alte montagne, gole profonde e piene di refrigerio, grotte solitarie, terreno fertile, rigogliosa vegetazione, coste a picco sul mare e
spiagge tranquillissime, mari calmi, clima dolcissimo.
Un luogo ideale per una vacanza in Camper.
di Luciano Tancredi
Noi l’abbiamo raggiunta dal Peloponneso con la motonave Mirtidiotissa e ci siamo imbarcati al porto di Gythion. In alternativa ci si può imbarcare al Pireo.
Chandakaai (nome arabo dell’isola) è la maggiore delle isole greche (8.261 Km quadrati), quinta isola del Mediterraneo, occupa la parte meridionale del Mare Egeo. Dal Peloponneso dista solo 100 Km, 175 Km dalle coste dell’Asia Minore e 800 dall’Africa settentrionale.
Il perimetro delle sue coste raggiunge i 1.046 chilometri. Una particolarità del terreno cretese è l’esistenza di molte caverne, che si sono formate a causa della secolare corrosione dell’acqua sulle rocce calcaree.
Grazie a questa conformazione geologica del terreno e nonostante la presenza di pochi e piccoli fiumi non ci sono problemi per i camperisti ad approvvigionarsi di acqua, reperibile presso i distributori di benzina.
Spesso come in Corsica si riescono a vedere delle bellissime insenature con spiaggette da sogno non raggiungibili in Camper, utile è avere un gommone al seguito, in loco è possibile noleggiare piccole imbarcazioni.
Un interessante fenomeno della geologia dell’isola è la Gola di Samariá; consigliabile la visita via mare con risalita della gola via terra, percorso sicuramente più adatto a tutti.
A Vai in provincia di Sitia, si trova il famoso bosco di palme Phoenix Theophrastii (punto sosta camper con docce vedi Diario di Bordo).
L’architettura dell’isola ha subito una certa influenza dai conquistatori: bizantini, arabi, veneziani e turchi. Ma sopratutto i veneziani con il rinascimento cretese dal XV fino al XVII secolo lasciano esempi di fortificazioni, castelli, arsenali per costruire le navi, edifici pubblici, piazze con fontane e residenze lussuose per i suoi rappresentanti, manifestando in questo modo il suo prestigio sull’isola conquistata e tenuta per ben 465 anni.
Passeggiando tra le viuzze delle cittadine costiere, dei porticcioli, come accade in altre isole del mediterraneo ritroverete una certa familiarità e vi sembrerà di trovarvi a Venezia, ma non solo vi sono dei ricordi architettonici turchi con Moschee, minareti e cimiteri musulmani.
Alcuni esempi anche di architettura civile come i sachnisiai, sono le caratteristiche protuberanse in legno delle abitazioni della borghesia turca, che ritroviamo a Istanbul.
Naturalmente dopo 94 anni, dalla riunificazione alla Grecia l’isola di Candia, presenta oramai anche una sua identità ritrovata, con un sapore di genuinità ancora presente, perduta in altre regioni continentali. È sicuramente un viaggio nel passato alla ricerca delle nostre radici di cittadini europei, l’isola è un mito con 8.000 anni di storia.
Ognuno con il proprio ricordo scolastico della civiltà Minoica, del Minotauro, del labirinto e del filo d’Arianna. La più importante attrazione culturale è il palazzo del re Minosse a Cnosso che si trova a 5 km di distanza da Iraklio (l’antica Candia) dove sorgeva anche il porticciolo 1.900 anni a.C. (circa 4.000 anni fa).
La sistemazione dell’area di Cnosso iniziata nel 1900, si deve all’archeologo inglese Arthur Evans, che lavorò quasi ininterrottamente per 35 anni, con le sue discusse ricostruzioni dà comunque un’idea di come fossero strutturati gli edifici a due piani con le famose colonne bicolori. Le giovani e preparate guide locali, che parlano italiano, danno una esauriente descrizione di tutto il sito, con particolare riferimento alle divintità locali: il Toro, la doppia ascia, la dea dei serpenti, etc.
Sicuramente vi emozionerà la visita al Museo Archeologico di Iraklio, dove sono custoditi tutti i reperti trovati a Cnosso: gioielli, manufatti di vasi, asce, bassorilievi, sculture, gli affreschi con i delfini e della parigina, i mosaici, la dea con le braccia alzate da Messar, la dea dei Serpenti.
Poco visitato il monastero dell’Arkadi, dove il 7 novembre del 1866 l’eroe nazionale Kostantinos Ghiaboudakis fece saltare la polveriera del convento con tutti i ribelli, uomini, donne, bambini compresi gli assedianti della guarnigione turca che non erano riusciti a penetrare all’interno del Monastero, (un complesso simile ad una fortezza).
Questo eroico sacrificio è passato alla storia come l’olocausto di Arkadiai. Il sacrificio, la profanazione del Monastero, la morte di tanti clerici e civili turbò profondamente politici e intellettuali europei come l’italiano Crispi, il poeta Victor Hugo e mosse la stampa internazionale a favore dei patrioti.